Finanziamenti della Regione al Casinò, Augusto Rollandin di nuovo sotto accusa per tre lettere di garanzie alle banche

Finanziamenti della Regione al Casinò, Augusto Rollandin di nuovo sotto accusa per tre lettere di garanzie alle banche
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Maxi perquisizione a Palazzo regionale della Guardia di Finanza - una quindicina di militari ha setacciato gli uffici alla ricerca di e-mail, appunti e computer - con conseguente terremoto giudiziario a place Deffeyes: l'ex presidente della Regione Augusto Rollandin è indagato dalla Procura di Aosta per abuso d'ufficio continuato. La vicenda, che ha portato al blitz di ieri, venerdì 15 marzo, in Regione, riguarda le 3 lettere con cui - secondo gli inquirenti - tra il marzo e il maggio del 2014 Augusto Rollandin aveva fornito garanzie ad altrettanti istituti bancari in merito all'esposizione debitoria della Casino de la Vallée spa. La cifra complessiva è di circa 19 milioni di euro e le banche sono Passadore, Bccv e Popolare di Sondrio. Nessuna deliberazione di Giunta tuttavia aveva autorizzato queste lettere, che tra l'altro, secondo la Procura, in base allo Statuto speciale avrebbero necessitato di una legge ad hoc. Le 3 lettere sono state trovate nell'ambito di un'altra inchiesta tutt'ora aperta sulla Casa da gioco e la Procura contesta il fatto che non fossero state consegnate al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Aosta nell'indagine sulla truffa relativa ai 140 milioni di euro al Casinò (in primo grado sono stati assolti tutti gli imputati nel processo con rito abbreviato, Augusto Rollandin compreso).

«Non risponderà ai giudici»

I finanzieri del Gruppo Aosta si sono imbattuti in una lettera di risposta alla banca Passadore che chiedeva informazioni all'attuale presidente della Regione Antonio Fosson, che si è dichiarato all'oscuro di tutto. La mattina di lunedì prossimo, 18 marzo, è stato fissato l'interrogatorio di Augusto Rollandin. «Non ci presenteremo ma non perché non abbiamo intenzione di rispondere. - annuncia l'avvocato Giorgio Piazzese, difensore di Augusto Rollandin - Alla luce di quello che è stato notificato al dottor Rollandin oggi non siamo in grado di capire quali siano gli atti che ci contesta la Procura della Repubblica. Rimaniamo comunque a disposizione dell'autorità giudiziaria un domani, quando saremo in grado di capire nel merito che cosa viene contestato».

«La Regione non collabora»

Ma perché è scattata la maxi-perquisizione? Secondo quanto annota il pm Luca Ceccanti nel decreto con cui la ha disposta «Vi è una più che fondata ragione di ritenere che gli organi della Regione autonoma Valle d'Aosta non abbiano un atteggiamento collaborativo e che, in tal modo, si disperdano - o, comunque, vi siano elevate probabilità di dispersione di rilevanti elementi di prova». Un fatto «Agevolmente dimostrato dalla circostanza che, nonostante le reiterate richieste di acquisizione di documentazione formulate da questo ufficio di Procura nell'ambito di altri procedimenti, sempre relativi a fattispecie di reato inerenti alla gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent, senz'altro rilevanti, documenti che sono stati recentemente acquisiti non sono mai stati consegnati a questo ufficio».

La genesi dell’inchiesta

Alcuni istituti di credito, nell'ambito della procedura di concordato della Casinò de la Vallée spa, «Avevano inviato alla Regione autonoma Valle d'Aosta, in tempi recenti, richieste di atti e documenti a garanzia chiaramente inserentesi in un pregresso procedimento interlocutorio». Così la Guardia di Finanza, che indagava in un altro procedimento, ha scoperto l'esistenza delle lettere - poi chieste e acquisite in Regione - inviate nel 2014 da Augusto Rollandin a 3 banche esposte nei confronti della Casa da gioco. Lo si legge nel decreto che dispone la perquisizione dei locali della Presidenza della Regione nell'ambito dell'inchiesta per abuso d'ufficio continuato a carico dell'attuale vicepresidente del Consiglio Valle e allora presidente della Regione Augusto Rollandin. Martedì 19 febbraio scorso Bccv, «Evidentemente al fine di recuperare il proprio credito, ha chiesto alla Presidenza della Giunta di trasmettere le necessarie deliberazioni a sostegno della garanzia assunta ma, come risulta dalla missiva firmata dall'attuale presidente, Antonio Fosson, in data 19 febbraio 2019, tali delibere non sono presenti».

Le garanzie della Regione

Nelle 3 delibere di "assunzione di garanzia patrimoniale" - emerge dall'invito a presentarsi dinanzi al pm quale persona sottoposta ad indagini notificato oggi a Rollandin - l'ex presidente della Giunta «Impegnava la Regione a garantire corrispondenti debiti del Casinò di Saint-Vincent» nei confronti di Bccv - per 4 milioni di euro, il 5 marzo 2014 - di Banca Passadore - per 5 milioni, il 29 aprile 2014 - e di Banca Popolare di Sondrio per 10 milioni, il 9 maggio 2014. Le 3 lettere a garanzia dell'esposizione debitoria della Casinò de la Vallée firmate da Rollandin non erano state mai consegnate agli inquirenti.

Le accuse ad Augusto Rollandin

Secondo il pm Luca Ceccanti, che coordina l'indagine con il procuratore Paolo Fortuna, Augusto Rollandin «Intenzionalmente cagionava» alla Casinò de la Vallée spa «Un ingiusto vantaggio patrimoniale», comportando «Alla Regione autonoma Valle d'Aosta, un danno consistito nell'assunzione di una garanzia patrimoniale complessiva di euro 19 milioni». Il vantaggio per la Casa da gioco era consistito - sempre secondo gli inquirenti - nella «Copertura a “garanzia” di ingenti debiti e, in tal modo, nella prosecuzione dell'attività della medesima società contribuendo in modo determinante al decisamente consistente incremento del dissesto delle casse erariali». In particolare, Augusto Rollandin, «Previa spendita illegittima della propria carica di presidente della Giunta» aveva assunto «Vere e proprie garanzie patrimoniali, nei confronti delle banche creditrici, in assenza di qualsivoglia determinazione giuntale autorizzativa e di qualsiasi copertura regolamentare e/o legislativa». Agì quindi, sempre secondo la Procura, «Con totale sviamento di potere, in palese contrasto con i precetti di legalità ed imparzialità di cui all'articolo 97 della Costituzione al mero fine di realizzare interessi propri, collidenti con quello per il quale il potere conferente alla qualità istituzionale rivestita gli era attribuito ed in totale contrasto con le norme che ne legittimavano l'attribuzione».

Le 3 lettere saranno trasmesse alla Procura generale di Torino dal pm Eugenia Menichetti, che ha impugnato in appello la sentenza di assoluzione di primo grado seguita all'inchiesta per truffa e falso in bilancio sui 140 milioni di euro di finanziamenti regionali al Casinò.

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