«Finalmente riaprono le discoteche penalizzate da troppe restrizioni»
Dopo la chiusura decretata prima delle feste di Natale - con grande stupore da parte degli addetti ai lavori -, da ieri, venerdì 11 febbraio, il Governo ha deciso di non prolungare la chiusura dei locali notturni, così in tutta Italia le discoteche hanno potuto riprendere l’attività. Nella nostra regione riapre solo il “Fashion” di Quart, che si trova sulla Statale 26 prima dell’imbocco per l’autostrada in direzione Aosta-Torino. L’entusiasmo però non è alle stelle, perché questo settore è stato uno dei più colpiti dalla dalla crisi determinata dalle restrizioni imposte nel tentativo di contenere la pandemia di Coronavirus. A ciò si aggiunge il problema dei ristori che non sono stati ricevuti da tutti i locali a causa di un intoppo burocratico legato al codice Ateco. «Le discoteche possono finalmente riaprire - commenta il presidente del Sindacato italiano locali da ballo della Valle d’Aosta Michele Napoli - ma a causa dell’incertezza che regnava tra gli operatori del settore in attesa del via libera dal Governo nessuno si è sentito di organizzare eventi particolari per questa occasione». Secondo Michele Napoli il provvedimento è stato tardivo: «In molte altre situazioni sono stati permessi assembramenti, penso, per esempio, agli stadi e a Sanremo. Noi, invece, siamo stati costretti a restare chiusi nonostante fossimo soggetti a controlli come qualsiasi altro luogo pubblico». Michele Napoli si lamenta anche del fatto che i gestori non sono mai stati presi in considerazione riguardo le decisioni governative. «Abbiamo dovuto rispettare imposizioni calate dall’alto - evidenzia Michele Napoli - senza mai essere stati interpellati. Fuori dalla Valle d’Aosta molti gestori di locali si sono improvvisati ristoratori per evitare di chiudere. Però a mio avviso questa non è una soluzione, perché le discoteche non devono riciclarsi in un’attività diversa da quella per cui sono state aperte. Seguire le regole, e soprattutto farle rispettare alla clientela, è complicato, ma lo abbiamo sempre fatto, perché era l’unica maniera per continuare a lavorare e per offrire questo servizio. Mano a mano che aumenterà la capienza dovremo prestare maggiore attenzione. Quindi il lavoro per noi sarà sempre più complicato». Intanto, da oggi, chi è protetto dal vaccino può tornare a vivere una parvenza di normalità