Fiera di Sant’Orso, istituito un premio intitolato a Pier Andrea Donazzan
La Sezione Valdostana dell’Ana ha istituito, in occasione della 1025esima Fiera di Sant’Orso, un premio intitolato all’alpino Pier Andrea Donazzan. Il premio sarà destinato all’artigiano che meglio saprà rappresentare l’innovazione nella tradizione per la solidarietà. La solidarietà perché è un tema che gli alpini amano e che cercano di esercitare al meglio. Una apposita giuria effettuerà la selezione ed alla vincitrice o vincitore verrà corrisposto un assegno di 1.000 euro. I criteri che presi in considerazione per l’assegnazione del premio saranno in primis l’attinenza al tema, la qualità della tecnica di lavorazione, l’originalità e l’innovazione creativa dell’opera, la semplicità, l’armonia e l’equilibrio delle forme. La Sezione Valdostana dell’Ana ha ritenuto di indire questo premio per essere presente alla Fiera di Sant’Orso in quanto è la manifestazione più prestigiosa ma anche più popolare della regione. L’ha voluto intitolare al compianto Pier Andrea Donazzan, architetto, insegnante, capogruppo del Gruppo di Châtillon e vice presidente vicario della Sezione Valdostana che tanto ha dato e fatto per gli alpini valdostani.
Il capo Gruppo dell’Aosta Carlo Gobbo dichiara: «Ho un ricordo molto nitido e delicato di Pier Andrea. Pochi mesi prima della sua morte, in primavera, con l’Ana e con il Panathlon du Val d’Aoste eravamo andati dai ragazzi delle classi terze delle Scuole medie di Châtillon e Saint-Vincent per parlare degli alpini e del loro coinvolgimento durante la Grande Guerra. Con le immagini che Gianfranco Ialongo, a quel tempo ancora in servizio in Rai proiettava sullo schermo dell’aula, fu proprio Donazzan a raccontare quali fossero stati i momenti più particolari di quella immane tragedia universale. Mi stupì l’attenzione e l’interesse che le classi dedicarono all’intervento del loro professore, con un rispetto ed una deferenza che sapeva tanto di amore! Mi resi conto di quanto spessore ci fosse in quell’uomo d’altri tempi, un alpino vero!». Pier Andrea Donazzan andò avanti nell’ottobre del 2015. La sua forte fibra ed il suo cuore si arresero e si incamminò sul sentiero che portava al Paradiso di Cantore con grande serenità, quasi con dolcezza, rincuorando chi gli stava accanto nella quiete della stanza dell’Ospedale Beauregard. Una persona gentile, dallo sguardo tenero, paterno, un modo di fare semplice ed onesto. «Il presidente Carlo Bionaz mi chiese di sostituirlo nell’incarico di vice presidente vicario. - conclude Carlo Gobbo - Accettai con molto timore, ben sapendo che non sarei stato in grado di sostituirlo degnamente in questo ruolo così importante all’interno della famiglia alpina valdostana. Nell’Adunata dell’anno successivo, ad Asti, sfilai portando su di un cuscino il cappello di Pier Andrea. Era il mio riconoscimento al valore di un grande alpino e per tutta la sfilata sentii una strana nebbia in viso, quella che noi chiamiamo “nebbia schifa”, o forse erano proprio lacrime».