«Festival internazionale dei Mestieri della Montagna» a Chambéry, Fondazione Montagna Sicura in prima linea

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I cambiamenti climatici e socio economici pongono numerose sfide ai territori di montagna, che devono adattare e aggiornare le competenze dei diversi mestieri e professionisti in ambito sportivo e ricettivo. Per accompagnare queste evoluzioni, rispondendo ai nuovi bisogni degli attori economici, Afrat (associazione francese che si occupa di sviluppo di territori rurali e di montagna) e Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur stanno collaborando per condividere linee guida sui 2 versanti alpini.

Una delegazione valdostana (foto) - di cui facevano parte tra gli altri l’assessore regionale al Turismo Jean-Pierre Guichardaz, Ezio Marlier presidente dell’Unione valdostana guide di alta montagna, Arnoldo Welf rappresentante dell’Adava, Giuseppe Lamastra per i maestri sci, Ingrid Trojer e Jessica Cavallero di Fondazione Montagna Sicura - ha partecipato giovedì scorso, 24 novembre, alla tavola rotonda «Transizione ecologica e adattamento dei mestieri della montagna», nell’ambito del Festival internazionale dei Mestieri della Montagna organizzato a Chambéry da Fondazione Montagna Sicura e Afrat, nel quadro di un programma Erasmus finanziato dall’Unione Europea. Jean-Pierre Fosson, direttore di Fondazione Montagna Sicura, ha introdotto i lavori parlando dei cambiamenti climatici in montagna, mentre di quelli socio economici si è occupata Martine Chaligné, direttrice di Afrat. Gli obiettivi del progetto «Transition Ecologique et Adaptation des Métiers de la Montagne (Teamm)», che ha una durata di 18 mesi, fino a marzo 2023, e si sviluppa nei territori di Valle d’Aosta e Auvergne Rhône-Alpes, sono: creare una collaborazione italo-francese sul tema dell’impatto del cambiamento climatico sui mestieri della montagna e proporre dei percorsi formativi congiunti negli ambiti sportivo, agricolo, alberghiero e della ristorazione. Le 3 sfide giudicate strategiche sono le conseguenze derivanti dai cambiamenti climatici (77 per cento), l’evoluzione economica della montagna (53 per cento) e la diversificazione delle attività turistiche ed economiche (52 per cento), anche per contrastare l’eccesso di stagionalizzazione nella frequentazione delle terre alte, non - a sorpresa - la digitalizzazione delle attività e dei territori. Sono considerate prioritarie 3 competenze: quelle utili alla transizione ecologica (85 per cento in Francia e 73 in Italia), quelle per comprendere le specificità della montagna (rispettivamente, il 75 e il 78 per cento) e quelle per lo sviluppo e la manutenzione dello spazio in montagna (72 e 65 per cento).

Tra gennaio e settembre 2023, saranno ideati nuovi percorsi formativi attraverso 2 giornate, una in Francia e l’altra in Italia.

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