Festa della Repubblica, dai nuovi Cavalieri storie di coraggio più forti della pandemia
Massimo Di Benedetto, Alessandra Ferraro, Gerardo Gallo, Claudio Gorzegno, Maurizio Lanivi, Carmine Mandia, Vincenzo Russo: sono loro i 7 nuovi Cavalieri della Repubblica, insigniti dal presidente della Regione Erik Lavevaz durante la cerimonia di mercoledì scorso, 2 giugno, nella sala Maria Ida Viglino del Palazzo regionale ad Aosta.
I messaggi istituzionali
Il tema ricorrente è ancora quello della pandemia, del senso civico, dell'impegno di ciascuno per uscire da un momento difficile.
«L’Ordine al Merito richiama proprio la responsabilità e lo slancio che ci sono chiesti se scegliamo di vivere in una democrazia. - ha sottolineato il presidente della Regione Erik Lavevaz - Le testimonianze di chi si è distinto nel proprio ruolo si affiancano, quest’anno, a quelle di chi ha saputo affrontare senza scoraggiarsi l’emergenza pandemica, che ha ferito la nostra comunità e lasciato segni profondi. Oggi, che costruiamo la ripartenza, questi esempi sono più preziosi che mai: ci insegnano che è possibile trovare forze nascoste in ciascuno di noi, energie che ci permettono di affrontare sfide che non potevamo neppure immaginare».
I Cavalieri
Alessandra Ferraro, caporedattrice della testata giornalistica regionale della Rai, è l'unica donna fra i premiati: «Dedico questo premio a mio papà Gianni, già collaboratore de La Vallée Notizie, che mi ha sempre spronata e sostenuta nel mio lavoro. - confida la giornalista, nota anche come vaticanista - Questo è un riconoscimento che voglio condividere oggi con i colleghi che sono a me più stretti, quelli della redazione che coordino ormai da un anno e mezzo e che a partire dal marzo 2020 ha vissuto uno stravolgimento epocale cioè la pandemia. Noi eravamo impreparati, come tutti del resto, però avevamo un obiettivo importante: garantire il servizio pubblico cioè la messa in onda di tutti i telegiornali e radiogiornali, la "Voix de la Vallée". Era davvero una sfida, è stato un grande lavoro di squadra, affiancati anche dalla protezione civile: c'è anche Maurizio Lanivi con noi fra gli insigniti oggi, mi fa piacere ricordarlo».
«Nell'ultimo anno da fare ce n'è stato veramente tanto, - afferma Maurizio Lanivi, coordinatore regionale dei volontari della protezione civile della Valle d'Aosta, oltre che alpino e sindaco di Valpelline - anche con la necessità di inventarsi organizzazioni nuove e dare una motivazione per non mollare quando la situazione diventava troppo difficile. Dopo le prime settimane di titubanza c'è stata una grandissima risposta da parte di tutto il personale, per l'emergenza più grande che abbiamo vissuto. Siamo stati impegnati su tantissimi fronti, dalla prima assistenza, nel portare a casa degli isolati il cibo, fino all'accompagnare i loro animali domestici all'esterno, e poi collaborare con con l'esercito per montare un ospedale da campo o tutta la logistica che ha riguardato l'Usl».
«Noi abbiamo dato la disponibilità subito dopo l'inizio della pandemia, - aggiunge Massimo Di Benedetto, direttore della struttura complessa analisi cliniche dell'Ospedale regionale di Aosta - nella prima fase perché ci eravamo resi conto che era veramente molto difficile gestire l'ospedale, con gli spostamenti dei pazienti da un reparto all'altro, mentre i tamponi venivano analizzati a Milano e avevano tempi di refertazione a volte anche di una settimana. Ci siamo messi a disposizione per le analisi, iniziando con 50 tamponi al giorno e arrivando in breve a punte di 500, con tecniche completamente manuali. Per questo devo ringraziare i collaboratori di tutto il laboratorio che hanno dato veramente l'anima per superare l'impasse».
Gerardo Gallo, direttore del patronato Acli di Aosta, conferma: «Il patronato è stato ancora una volta una sorta di osservatorio: il nostro lavoro è fatto di relazione e il distanziamento ci ha limitati. Questa onorificenza è da condividere con i miei colleghi, perché abbiamo lavorato in squadra per evadere il più velocemente possibile le richieste pressanti, soprattutto da coloro che hanno visto le loro difficoltà amplificarsi».
Carmine Mandia, origini campane e medico della Polizia di Stato alla Questura di Aosta dal 1993, sottolinea il valore della conoscenza del territorio: «Essere da tanti anni ad Aosta mi ha permesso di creare legami importanti con la sanità regionale: abbiamo fatto squadra, io probabilmente sono stato il più piccolo in questa squadra però evidentemente serviva un legame tra tutte le professioni sanitarie e spero di aver dato il mio contributo modesto».
È stato insignito dell'onorificenza anche Vincenzo Russo, comandante della stazione dei Carabinieri di Verrès, che ha commentato: «Ci vogliono sempre una grande attenzione, un grande interesse, tanto lavoro e bisogna essere sempre sul pezzo a contatto con la popolazione, cercando di risolvere le situazioni quando si può in maniera amichevole. Ricordo pure l'intervento con i miei collaboratori in soccorso della popolazione colpita dall'alluvione dell'ottobre 2001 e chi abbiamo potuto salvare intervenendo in modo tempestivo».
Naviga per mare, infine, Claudio Gorzegno, originario di Châtillon e ora di stanza nella Guardia costiera: «Ho scelto di arruolarmi e di servire lo Stato italiano, prima nella Marina Militare, poi sono passato alla Guardia costiera specialmente nei nuclei sommozzatori. Questo mi ha portato a soccorrere tanta gente a Lampedusa, per esempio, o nell'incidente della Costa Concordia. Ci occupiamo pure di tutela del patrimonio ambientale o archeologico, sono gli aspetti più dolci del nostro lavoro».