False positività al Covid, il medico sotto accusa non risponde al giudice

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Nell'interrogatorio di martedì scorso, 5 luglio, Silvio Boggio, 68 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere al Giudice delle indagini preliminari. Il medico di medicina generale è indagato dalla Procura di Aosta perché avrebbe certificato false positività al Covid per poi far ottenere Green Pass rafforzati da guarigione. L'interrogatorio era stato fissato in vista della decisione del giudice Giuseppe Colazingari in merito alla richiesta di interdizione dall'esercizio della professione avanzata dal sostituto procuratore Luca Ceccanti. Il magistrato si è riservato la decisione. Il il legale che assiste il medico, l'avvocato Marco Bich, dichiara che «Riteniamo di dover approfondire alcuni aspetti che possono essere rilevanti. Dal punto di vista della richiesta di applicazione della misura interdittiva ci siamo opposti, non ritenendo sussistenti le esigenze cautelari poste a fondamento dell'istanza». Il riferimento è alla possibilità di reiterazione del reato. «Oggi la normativa è mutata e il rilascio dei Green pass non fa più parte delle prerogative dei medici» osserva l’avvocato Marco Bich.

Nel mirino degli inquirenti sono finiti 4 episodi. I fatti contestati risalgono ai primi mesi dell'anno, quando il Green pass rafforzato - da vaccino o guarigione - era necessario per alcune categorie di lavoratori. La Procura di Aosta contesta al medico i reati di falsità materiale e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Originario di Fiorano Canavese, in provincia di Torino, il dotto Silvio Boggio esercita in diversi ambulatori comunali della Valle del Lys.

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