Eutanasia legale, «La depenalizzazione dell’omicidio del consenziente sarebbe stata una pericolosa deriva»
La Corte costituzionale dichiara inammissibile il referendum sull'eutanasia, primo degli otto quesiti presi in esame martedì scorso, 15 febbraio. «La Corte costituzionale si è riunita in camera di consiglio per discutere sull'ammissibilità del referendum denominato “Abrogazione parziale dell'articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)”. - si legge in una nota della Consulta - In attesa del deposito della sentenza, l'Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili».
Promosso dall’associazione Luca Coscioni, con il supporto di altre associazioni e anche alcuni partiti (+Europa, Possibile, Radicali italiani e Sinistra Italiana), il referendum sull’eutanasia legale (che i giuristi per precisione definiscono «omicidio del consenziente») proponeva di abrogare una parte dell’articolo 579 del codice penale, che punisce appunto l’omicidio di una persona consenziente. Di fatto, in questo modo, sarebbe permessa l’eutanasia attiva, ora illegale in Italia. Il medico potrebbe somministrare il farmaco al paziente che ha scelto l’eutanasia.