Europee, l’Union: «Legge ingiusta, non presenteremo candidati» L’amarezza di Ego Perron, intanto Orgueil deposita il simbolo

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Nessun candidato unionista alle prossime elezioni europee di giugno. Il Conséil fédéral del Mouvement - convocato dalla presidente Cristina Machet nella serata di lunedì scorso, 15 aprile, all'area Tzanté de Bouva di Fénis, dove si è svolta una riunione congiunta con i presidenti di sezione - ha dato mandato «al Comité fédéral e alla commissione politica di non presentare candidati alle elezioni europee del 2024, sottolineando con forza la protesta della nostra Regione Autonoma contro una legge che ci impedisce effettivamente di essere rappresentati».

Agli aderenti all'Uv viene data «piena libertà di esprimere la propria preferenza di scelta, escludendo i candidati dei partiti che si oppongono ai principi autonomisti e federalisti».

Il documento è stato approvato a maggioranza: 58 presenti, 10 astenuti (tra questi Lino Blanchod, Davide Perrin, Henri Calza, Daniele Fassin, Ego Perron) e 1 contrario (la sezione di Jovençan).

Ego Perron, «Persa un’occasione»

«Nell’autunno scorso, quando nella mozione congressuale si dava mandato alla commissione per la réunification di occuparsi anche di Europee, ho pensato che questa volta saremmo partiti con largo anticipo e si sarebbe potuto fare qualcosa di concreto. Purtroppo no» spiega Ego Perron. «La posizione che il Comité ha proposto, di non presentare nessuna candidatura, non mi convince. Io avrei, su iniziativa dell’Uv, provato a riunire tutta l’area autonomista su una proposta unica, avrei lavorato da tempo per un apparentamento e avrei fatto una proposta.

Era un’occasione formidabile per tornare sul territorio, per fare comizi in tutti i Comuni, anche in quelli più piccoli, per parlare con la gente e spiegare il nostro progetto. Anche se c’era poca risposta non importava. Anche se non c’era molto entusiasmo lo avrei fatto lo stesso. Si poteva lanciare una figura nuova, magari giovane, si faceva fare una bella esperienza e la si preparava per metterla in lista per le Regionali del prossimo anno. Oppure si poteva approfondire la disponibilità di Laurent Viérin, non capisco perché non lo si sia fatto fino in fondo. Poteva essere un buon progetto.

Si è persa un’importante occasione di tornare sul territorio, anche per spiegare bene alla popolazione di contenuti, le finalità, le prospettive del progetto di réunification. E su quello lanciare nuovamente una forte campagna di adesione all’Uv. Sono 15 anni che l’Uv non presenta più un suo candidato e questa poteva essere una buona occasione. Anche per parlare dei temi che interessano più da vicino la Valle d’Aosta, della prossima chiusura del Tunnel, di trasporti, di sanità, di agricoltura, di lavoro.

Si voleva altrimenti fare una campagna di protesta contro lo Stato che ancora una volta non ci riconosce la certezza per legge di avere un eletto? O protestare contro le parole della Meloni nella sua venuta ad Aosta? Benissimo, allora facciamo una campagna di protesta forte, riconoscibile, che faccia parlare i media, in modo eclatante, anche a livello nazionale. Dire che protestiamo e non facciamo nulla, ma al tempo stesso invitiamo a votare altri, non si sa chi, mi sembra una posizione politicamente debole».

Jean Barocco senza parole

«Come autonomista e federalista, sono senza parole. Scelta incomprensibile». Sulla scelta dell’Uv di non presentarsi alle Europee interviene pure Jean Barocco. «E poi si parla di riunire e ricomporre. Vorrei sapere che cosa. Ma se non ci si riunisce come Valle d’Aosta autonomista, attorno ad una sfida ideale come questa, quando lo si farà? Le elezioni europee prima di essere un appuntamento elettorale, sono sempre state, soprattutto, una battaglia ideale, per diffondere in Italia ed in Europa la nostra idea di Europa e la nostra visione federalista. Questa è una sfida identitaria, perché quando qualcuno guarderà la cartina dell’Italia, potrà sempre dire lassù in cima all’angolo, a sinistra c’è una Regione Autonoma: la Valle d’Aosta. Dimostriamo di esserci e che non abbiamo paura».

Orgueil ufficiale E adesso cosa succede? Nei giorni scorsi si è costituito ufficialmente il movimento Orgueil valdôtain (che era rappresentato anche nella commissione speciale della réunion), con tanto di logo depositato (foto). Movimento che ora esiste formalmente e che quindi potrà presentare il simbolo Federalismo e Autonomie (domani, domenica 21, a Roma) con il quale correre alle Europee - «previo apparentamento» - candidando appunto Laurent Viérin.

Martedì 16 aprile a Bolzano Forza Italia e Svp hanno presentato l'accordo per un apparentamento alle elezioni europee per una ricandidatura dell'europarlamentare uscente Herbert Dorfmann.

L'apparentamento prevede la candidatura del rappresentante della minoranza linguistica con una propria lista nel collegio Nord-Est. Risulta eletto se raggiunge 50 mila preferenze. E proprio in quest’occasione il presidente di Forza Italia Antonio Tajani aveva auspicato un accordo simile anche ad Aosta. In settimana ci sono state interlocuzioni e si è parlato, in una situazione che viene definita «fluida». «Siamo disponibili a garantire il diritto anche alla minoranza di lingua francese in Valle d'Aosta di potersi presentare agli elettori l'8 e 9 giugno prossimi, che deve però rispettare dei requisiti per noi indispensabili: la condivisione di valori liberali e di percorsi comuni nell'area del Centrodestra, essere sì per un'Europa dei Popoli ma non a sostegno o addirittura promotori di ideologie indipendentiste» sottolinea in una nota Forza Italia Valle d'Aosta in merito alla notizia della trattativa per un apparentamento tecnico con Pays d'Aoste Souverain.

Dopo la presentazione del simbolo Federalismo e Autonomie, entro mercoledì 1° maggio dovrà essere comunicato l’apparentamento. Resta in piedi quale ipotesi più concreta quella legata al senatore ossolano Enrico Borghi con il movimento Stati Uniti d’Europa.

«Proseguiamo sul percorso che avevamo annunciato. - dichiara Laurent Viérin - Mi dispiace che lunedì scorso il Conseil fédéral dell’Union Valdôtaine non abbia fornito l’indicazione di votare un candidato autonomista valdostano, come Stefano Aggravi e il sottoscritto, lasciando invece libero l’elettorato di votare dei candidati nazionali. Se non esiste neppure la volontà di appoggiare una battaglia ideale per la Valle d’Aosta in Europa, come si potrà trovare una convergenza con la réunion? Una risposta peraltro tardiva, a sei giorni dalla presentazione dei simboli, quando si sarebbe potuto lavorare con ampio anticipo per coinvolgere altre sensibilità sui temi della montagna, del federalismo, delle lingue minoritarie. Peccato anche che Alliance Valdôtaine-Mouv’ non si sia neppure espresso. Rimane aperto il discorso con Pour l’Autonomie che spero possa condividere questo progetto. L’appello è lanciato ai valdostani al di là delle sigle, che l’elettorato appoggi dei candidati valdostani apparentati con altre liste, nell’ambito di un accordo tecnico che non vuol dire sposare le ideologie di questi partiti ma solamente evitare la raccolta delle firme, - conclude - nell’ambito di un discorso che vuole agevolare le minoranze».

L’ira di Diego Empereur

Capitolo réunion: non è stato «tenero», in occasione del Conseil fédéral di lunedì, neanche Diego Empereur, uno dei 10 componenti della commissione speciale che nei mesi scorsi ha «disegnato» il percorso della réunion. «Le 25 mars nous avons eu le plaisir d’illustrer le résultat de notre travail au Comité fédéral de Uv. Depuis lors, le silence le plus assourdissant» ha riferito Empereur.

«Aujourd’hui je me trouve face a une nouvelle proposition… qui est presque la même de celle de la commission spéciale! Mais qui n’est pas celle de la commission spéciale, compte tenu quelle vient d’être proposée de la part du Comité fédéral!

Et alors, sans entrer dans le mérite des nouvelles propositions, je me demande et je vous demande: pourquoi pas une confrontation préalable avec la commission spéciale qui c’était rendue disponible à cet égard?

Pourquoi pas, aujourd’hui, la présentation du document de la commission spéciale accompagné des légitimes, dirais-je naturelle, propositions de modification avancées par le Comité fédéral?

Pourquoi pas au moins une information, une communication, un coup de fil à tel propos?

Je vous avoue des sentiments et même des émotions toute à fait particulières, voire difficiles. Avant tout je suis étonné! Étonné face a l’attitude du President et du Comité fédéral vers le travail produit par la commission spéciale que le Congrès a voulue et que vous avez nommée, et que aujourd’hui je tiens a remercier encore une fois pour le profitable travail accompli.

Ensuite je me déclare déçu! Déçu pour avoir dédié 4 mois d’intense travail (à ce point inutilement?) à la cause de la recomposition en essayant de respecter les adresses du congrès de l’Uv! Je voudrais rapidement vous rappeler que, toujours le Congrès du mois d’octobre, à réservé a la commission spéciale d’autres tâches, parmi les quelles l’organisation de la campagne électorale pour les élections européennes, finalement dépassée après le choix fait tout à l’heure et, pas banal, l’organisation du Congrès de recomposition prévu au printemps! Et alors pourquoi cette surprenante attitude?

Enfin, j’admets d’être fâché. Fâché car ce type de comportement, de mon point de vue, souligne avant tout un manque de respect vers le monde unioniste dans son ensemble qui n’a pas reçu une information claire et complète, ensuite vers la commission spéciale toute entière et, si vous le permettez, aussi vers les personnes qui la compose et qui, comme le soussigné, ont au cœur depuis toujours l’Uv, son histoire, sa vie présente et en particulier son avenir».

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