Estate, abbandono dei cani In Valle d’Aosta succede meno
E’ in programma lunedì prossimo, 21 giugno, alle 17.30 all’Hostellerie du Cheval Blanc di via Clavalitè ad Aosta l'assemblea ordinaria dell’Avapa, l'Associazione Valdostana Protezione Animali. Sono 2 i punti all’ordine del giorno: l’approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2020 e la questione riguardante la turnazione dei volontari per le uscite dei cani. Al momento al canile/gattile di Aosta sono ospiti 65 cani e 58 gatti.
«I soci chiamati a votare - sostiene Laura Verdura (foto), presidente dell’associazione - sono circa 130 e per questo abbiamo prenotato la sala da 300 posti per rispettare le norme anti Covid». Intanto con l’estate torna d’attualità il fenomeno dell’abbandono degli animali domestici. «Nel resto d’Italia a questo riguardo la situazione è sicuramente grave - dice ancora Laura Verdura - mentre fortunatamente nella nostra regione questo fenomeno non si sviluppa in maniera particolare. Anzi la tendenza rimane quella che riscontriamo tutto l’anno. Sostanzialmente nel nostro canile i flussi di entrata sono 2 e riguardano da una parte i cani che troviamo sul territorio con assenza di microchip per cui se non vengono a richiederli, non sapendo chi è il proprietario, rimangono in struttura; dall’altra abbiamo i privati che molto sconsideratamente accolgono in casa gli animali per poi rendersi conto di non poterli tenere per varie ragioni e quindi si rivolgono a noi perché non sanno cosa fare. In questo caso di solito mettiamo in moto un circuito parallelo attraverso il quale cerchiamo una nuova famiglia per il cane perchè gli ingressi nella nostra struttura devono essere accompagnati da qualche motivazione particolare. A volte succede che dobbiamo forzatamente accogliere gli animali però in questo caso la Regione, in attesa di una collocazione presso una nuova famiglia, chiede ai proprietari delle rette molto alte che non tutti sono in grado di sostenere e questo avviene per disincentivare una sorta di superficialità da parte delle persone».
Da un paio d’anni è in costante aumento il numero di pitbull o di razza American Staffordshire Terrier che vengono abbandonati dopo un periodo di convivenza in casa. «Troppo spesso questi cani vengono presi in maniera sconsiderata e poi al sorgere delle prime difficoltà non si sa più come gestirli. Continuo a ripetere che il lavoro importante deve essere fatto prima dell’adozione dell’animale e in questo senso vi è una cultura da cambiare anche perché non ci si rende conto che per un cane l’abbandono da parte della propria famiglia è un colpo mortale» conclude Laura Verdura.