Espressionismo svizzero, mostra al Museo Archeologico Regionale
La mostra “Espressionismo svizzero. Linguaggi degli artisti d’Oltralpe” è stata inaugurata ieri, venerdì, 24 giugno, nel Museo Archeologico Regionale, in piazza Roncas ad Aosta. L’allestimento, frutto della collaborazione scientifica con uno dei più importanti musei d’arte elvetica, il Kunst Museum di Winterthur, potrà essere visitato fino a domenica 23 ottobre, tutti i giorni dalle 9 alle 19. Grazie ai prestigiosi prestiti provenienti dal Kunst Museum di Winterthur e da una serie di importanti nuclei collezionistici museali e privati svizzeri, la rassegna riunisce per la prima volta capolavori provenienti da tutta l’area geografica elvetica, includendo sia il Ticino sia la zona della Svizzera francese, fino ad ora poco conosciuti dal grande pubblico. Nei primi anni del Novecento furono numerosi gli artisti di provenienza elvetica che trovarono nell’estetica cruda e nei colori forti e simbolici tipici dell’Espressionismo piena espressione di sé e del tempo in cui vivevano. Il movimento si sviluppò gradualmente - dagli inizi alla prima metà del Novecento - in diverse aree geografiche del paese, tanto da definire approcci espressivi e tendenze stilistiche molto diverse tra loro che portarono alla definizione di numerosi gruppi di artisti, per cui si può parlare di “plurilinguismo elvetico”. Tra gli artisti in mostra non mancano straordinarie figure femminili come quella di Alice Bailly, che sono valorizzate nel percorso espositivo mostrando ancora una volta un aspetto poco esplorato delle avanguardie europee del Novecento. Il pubblico ha l’opportunità di ammirare capolavori quali Il grande carosello di Louis Moilliet, Paesaggio a Mendrisiotto di Hermann Scherer, e altre importanti opere dall’inconfondibile tratto crudo tipico della stagione espressionista, come Interno con 3 donne di Albert Muller, La lettrice di Hans Berger e il celebre Primavera Grigia di Alice Bailly.