Esplodono i costi per alimentare il bestiame “Per ogni bovina 70 centesimi in più al giorno”

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Il “caro cereali” è stato al centro della seduta del Consiglio Valle di mercoledì scorso, 23 marzo. «La Russia ha chiesto ai propri produttori di fertilizzanti di interrompere le esportazioni a causa delle sanzioni scattate dopo l'invasione dell'Ucraina: - ha ricordato Dino Planaz della Lega Vallée d’Aoste, richiamando le preoccupazioni di Confederazione italiana agricoltori, Coldiretti e Federalimentare - il problema riguarderebbe in particolare l'azoto necessario per coltivare il mais e il grano, sia in termini di quantità che di qualità. Inoltre il Governo ungherese ha deciso di bandire tutte le esportazioni di grano e cereali, con un effetto non solo sull'aumento dei prezzi ma anche sull'approvvigionamento per il nostro Paese di queste materie prime con conseguenze drammatiche per le filiere. Ricordo che il mais è alla base dell'alimentazione degli animali e le linee di approvvigionamento sono proprio legate a Russia e Ucraina».

«Come Assessorato ci siamo immediatamente attivati e abbiamo chiesto all’Institut Agricole Régional di fare delle prime valutazioni in merito ai maggiori costi che le aziende zootecniche devono sostenere nei propri allevamenti. - ha risposto l’assessore all'Agricoltura Davide Sapinet - Da una prima analisi, raffrontando i costi di dicembre 2021 e marzo 2022, emerge che il costo medio di alimentazione di una bovina da latte in Valle d’Aosta ad alta produttività rileva un incremento di costo di 0,70 euro (Iva esclusa) al giorno, mentre nel caso di bovine a produzioni più esigue l’aumento si attesta a 0,61 euro. Tanto per rendere l’idea, una stalla con una trentina di vacche in produzione ha un aumento del costo di alimentazione delle bovine pari a circa 630 euro al mese, quindi da 3.600 a 4.230 euro al mese. Ci siamo già confrontati con le principali associazioni di categoria per valutare anche un’eventuale misura di intervento. Sarà in ogni caso necessario valutare quali determinazioni saranno prese a livello di Governo nazionale». «Un Governo - ha proseguito l'assessore Davide Sapinet - che le Regioni stanno sollecitando, anche in un incontro recente con il Ministro alle Politiche agricole Stefano Patuanelli. A questo proposito in sede di Conferenza delle Regioni è stato approvato un documento che propone l’adozione di misure urgenti per il settore agricolo a seguito della crisi Ucraina, tra le quali: la revisione della Politica agricola comune 2022 e il posticipo al 2024 del Piano strategico nazionale della Pac 2023-2027; la proroga del Quadro temporaneo per le misure di aiuto Covid-19 a tutto il 2023, che tenga in debita considerazione anche il settore agricolo e agroalimentare; lo sblocco di tutti i pagamenti a favore degli agricoltori arretrati sospesi presso l’Amministrazione; l'attivazione di specifiche misure nazionali di sostegno diretto, l'accesso al credito agevolato da parte delle imprese tramite l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare. Abbiamo anche chiesto di rivedere gli interventi previsti dal Pnrr, ad esempio orientando le misure di sostegno ai contratti di filiera nei confronti dei settori maggiormente colpiti dalla crisi». «In ogni caso, - ha concluso l'assessore Davide Sapinet - anche in considerazione di una disponibilità di risorse che non potrà essere quella messa in campo per la pandemia, occorre che le decisioni tengano conto di essere un vero sostegno alle aziende e di non favorire speculazioni o distorsioni del mercato oltre che di essere concordate con il Governo in modo da mirare le azioni regionali alle imprese più localmente colpite in considerazioni delle peculiarità del territorio».

«Avevo già preso atto delle iniziative del Governo e della Commissione europea: - ha replicato il consigliere Dino Planaz - la carenza di materie prime per uso animale porterà a conseguenze drammatiche. Importante sarà la liquidazione di tutti gli aiuti pregressi affinché le aziende percepiscano il dovuto: dobbiamo metterle nelle condizioni di non avere più debiti, di poter lavorare, di superare questa situazione di profonda crisi».

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