Erika Rosson, da Borgofranco a Dolceacqua sulle tracce del genio di Claude Monet

Erika Rosson, da Borgofranco a Dolceacqua sulle tracce del genio di Claude Monet
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Erika Rosson, classe 1975, artista nata e cresciuta a Borgofranco d’Ivrea, nipote di Mario Valota - noto maestro d’arte intarsiatore e scultore, molto amico del pittore Alfonso Bersani, quincinettese d’azione al quale l’amministrazione comunale dedicherà una mostra permanente delle opere, donate dalla moglie e dalla figlia - vive oggi nel borgo medievale di Dolceacqua, una caratteristica località ligure in provincia di Imperia, nota per essere stata resa immortale da un quadro dipinto da Claude Monet.

«E’ una località aperta all’arte e in grado di stregare ogni pittore che vi giunge. - afferma Erika Rosson - Per me la sua scelta ha una precisa valenza artistica, in quanto la scoprii all’età di 15 anni, durante una gita scolastica a Parigi, attraverso il celebre quadro del pittore impressionista Claude Monet, esposto al Musée Marmottan Monet: per questo ho aperto qui il mio studio di pittura, per iniziare un percorso artistico diverso ed evolutivo rispetto al mondo scolastico».

Dopo la laurea all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, Erika Rosson ha collaborato proprio con Alfonso Bersani, che era sul posto a ritrarre nei tipici carugi di via Castello, dipingendo en plen air con lui e rilevandone, anni più tardi, l’atelier da lui condotto.

«Alfonso Bersani era un grande amico di mio nonno e ha influenzato il mio percorso artistico. - racconta - Un maestro severo ma sempre disponibile a trasformare l’errore o la banalità in qualcosa di positivo, grazie alla sua arte e al suo spirito di osservazione. Bersani, quando parlava di pittura, parlava di se stesso, delle sue emozioni, del suo modo di essere artista, vivendo il suo mondo con un’intensità differente».

Nel trascorso professionale di Erika Rosson troviamo un lungo periodo passato alla progettazione e alla realizzazione di imponenti vetrate artistiche istoriate: “L’Angelo dei pescatori di corallo - 1999”, posta sopra l’altare del Santuario delle Penne a Laigueglia, e “S’erge sul pietroso sperone - 2003”, installata nel castello dei Doria a Dolceacqua, sono solo due delle opere che recano la sua firma, cui vanno ricordate anche la realizzazione della vetrata istoriata “Nassiriya, il giorno dopo”, progettata in seguito ai tragici avvenimenti accaduti il 12 novembre 2003 a Nassiriya, in Iraq, e in ricordo dei Carabinieri e dei civili caduti - donata al Comando Provinciale dei Carabinieri di Imperia -, e quella intitolata “Settimo Millennio”, al Forte dell’Annunziata di Ventimiglia. Dal 2007 si dedica alla realizzazione delle “Shining Sculptures” e alla sperimentazione di nuovi materiali come vetro e legno, passando poi all’intarsio, alla grafica e al disegno figurativo, usufruendo dell’ispirazione del paesaggio ligure.

«Questo è stato un periodo molto duro. - conclude l’artista di Borgofranco - La scomparsa di mio marito, dopo una malattia di tre anni, aggressiva e dolorosa, poi l’emergenza sanitaria del Covid, che ha colpito il comparto il turismo. E’ difficile poter lavorare serenamente e organizzare mostre o fare progetti. Il mio atelier è brulicante di opere in corso, sto iniziando a dipingere un quadro sul tema della solidarietà e sul Covid. Ci vuole tempo per metabolizzare questo periodo, ma la pittura è bellezza e continuità, non conosce confini e limitazioni».

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