“Era un sogno, ora è una splendida realtà” Il ricordo di chi contribuì a farla nascere
Fu un’idea innovativa nata dalla donazione di una vera antesignana, quale la scozzese Una Cameron, e dalla volontà di persone illuminate e lungimiranti. Dietro alla Fondazione Montagna Sicura in particolare quattro persone: l’allora presidente della Regione Dino Viérin, con l’assessore al Territorio ed ex comandante del Corpo Forestale Albert Cerise, il direttore della Protezione civile valdostana Lorenzo Chentre e la guida alpina di Courmayeur Lorenzo Cosson.
Proprio Renzino Cosson, il primo presidente della Fondazione, ha voluto ricordarli, con una certa commozione nella voce: «Albert Cerise voleva farne un museo, ma ho preferito pensare ai giovani e, parlando con lui, con Renzo Chentre e Dino Viérin, abbiamo pensato a soluzioni alternative. La prima idea era quella di creare una struttura come l’Ensa-Ecole nationale de ski et d’alpinisme di Chamonix, attiva da cinquant’ anni nella formazione delle guide, dei maestri di sci, dei pisteurs e di tutti coloro che operano in montagna. Villa Cameron però era troppo piccola, per cui abbiamo optato per un centro di ricerca per la prevenzione delle calamità naturali. La scintilla fu l’incidente dell’agosto 1996, il famoso seracco delle Grandes Jorasses, con otto vittime. Da lì l’intenzione di monitorarlo, con tecniche sempre più raffinate e la nascita di Fondazione Montagna Sicuro, anche grazie all’apporto operativo di Jean-Pierre Fosson, suo primo segretario, tutt’ora in cabina di regia.»
«Dobbiamo tutto, in primo luogo, a questa donna eccezionale, Una Cameron, che ha lasciato alla Regione, nell’agosto 1975, un bene così importante, finalizzato proprio alla formazione di professionalità per la montagna. - spiega Dino Viérin - Poi i veri motori dell’iniziativa sono stati Renzino Cosson, Renzo Chentre e Albert Cerise. In Regione abbiamo dato adempimento alle volontà di Miss Cameron, dopo anni di oblio. Una legge regionale, a giugno 2002, ha stabilito le modalità dell’intervento e le finalità della Fondazione, che è stata inaugurata a settembre. E’ una grande soddisfazione oggi vedere che, dopo vent’anni, quello che allora era un seme ha avuto un esito meraviglioso, diventando un riferimento non solo italiano, ma anche internazionale. La Fondazione si inserisce nella realtà alpina di Courmayeur, della Valle d’Aosta e di tutto l’arco alpino. E le sue attività di ricerca e di formazione sono quanto mai attuali ed efficaci, anche perché interagiscono con delle analoghe strutture limitrofe.»
Renzo Chentre, che curò la stesura dell’atto costitutivo, ricorda ancora la scelta del nome, che dopo venti giorni di riflessione volle chiaro nei suoi intenti. Ironicamente il nipote di Una Cameron disse un giorno a Renzino Cosson: «La casa è abbandonata, non si sta facendo niente, è un peccato, quasi quasi chiediamo di restituircela». Per fortuna così non è avvenuto, grazie all’impegno di questi quattro uomini.