Enrico Pellissier, tanti sacrifici ripagati dal prestigio conquistato dal «marchio» con il suo nome

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A Champagne di Verrayes ha sede l’azienda «Pellissier», specializzata nella distribuzione di generi alimentari, che con i suoi furgoni assicura giornalmente ai tanti clienti un servizio accurato e puntuale offrendo una vasta gamma di prodotti sempre all’insegna dell’alta qualità. Le origini della «Pellissier», che con il suo marchio inconfondibile è molto nota in Valle d’Aosta, si incrociano con la storia di successo di Enrico Pellissier, iniziata nel 1966 senza neppure immaginare che a distanza di più di mezzo secolo la scelta di allora si sarebbe rivelata vincente ancora ai giorni nostri.

E' quindi importante fare un salto indietro nel tempo e precisamente a quando la nonna di Enrico, Cecilia Machet, rimasta vedova del torgnolein Bernardo Pellissier, nel 1934 decise di trasferirsi per lavoro a Genova con il figlio ventunenne Giuseppe, classe 1913. Fu proprio nel capoluogo ligure che Giuseppe conobbe Ines Nanni, di un anno più giovane, sartina originaria di Arezzo. Tra i due nacque l'amore e proprio a Genova convolarono a nozze nel 1935. Dal matrimonio vennero alla luce i loro tre figli, Enzo, nato nella città ligure il 28 novembre del 1935, Lidia, nata ad Aosta il 2 aprile del 1937 ed Enrico, il protagonista della nostra storia, anche lui nato nel capoluogo regionale il 3 luglio del 1944. Dopo il matrimonio e la nascita di Enzo, l'intera famiglia infatti si era trasferita in Valle d’Aosta, prima a La Poya di Chambave e poi a Champagne, comprensorio questo che all’epoca era stata accorpato al Comune di Ciambave - così era chiamato Chambave - per poi rientrare nel dopoguerra a far parte del territorio comunale di Verrrayes.

Qui, nella parrocchia di Diemoz, ha inizio la storia di Enrico Pellissier, partendo dai suoi primi anni di scuola. «Ricordo che la mia maestra aveva come titolo di studio solo la quinta elementare e se tutti gli alunni alla fine dell'anno scolastico non risultavano promossi lei non veniva pagata. Devo dire che con me non è stato molto facile perché sino alla terza elementare, frequentata alle scuole di Septumian, all’envers di Chambave, sapevo a malapena scrivere il mio nome e cognome e basta. La quarta e la quinta elementare le ho poi terminate a Torgnon dove esisteva una sorta di convitto che veniva chiamato asilo dove, grazie a suor Stanislao, un’insegnate veramente brava, ero riuscito a recuperare e ad apprezzare finalmente lo studio».

Archiviate le elementari per Enrico Pellissier le scuole medie erano finite però prima del tempo: nel 1957 a soli 13 anni aveva dovuto abbandonare gli studi per la necessità di lavorare nel bar trattoria e negozio di alimentari dei suoi genitori. «Nel 1936 al rientro da Genova, mio papà Giuseppe aveva acquistato a Champagne quella che veniva definita la “Casa dei guardiani della vigna” che aveva una strana forma esagonale e questo per permettere di controllare i vigneti da tutte le angolazioni. Ricordo che i pavimenti erano in terra battuta e che era abitata dal maniscalco addetto a ferrare i cavalli e i muli. Solo nel 1957 però papà e mamma erano riusciti ad entrare in possesso del fabbricato, dopo che il maniscalco aveva finalmente trovato una nuova abitazione, realizzandovi un bar ristorante con commestibile annesso, dove era anche possibile ballare. Intanto mio papà Giuseppe essendo invalido ad una mano, era entrato a lavorare in Regione ad Aosta, prima come guardiano delle mura romane con il compito di controllare che non venissero rubate le pietre molto ricercate per le nuove costruzioni, e in seguito come usciere.»

«A sedici anni - ricorda Enrico Pellissier - sono stato chiamato ad aiutare lo zio Lorenzo, fratello di mio papà, per lavorare nel suo ristorante di Parigi, dove sono rimasto per alcuni mesi, ricevendo la mia prima paga vera... E' stata un’esperienza importante, dalla quale ho tratto preziosi insegnamenti oltre ad essere stata una sorta di apertura mentale, molto utile per quei tempi, visto che era il 1960.»

Nel frattempo il «Bar Champagne», come nel frattempo veniva chiamato il locale della famiglia Pellissier, era diventato un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti del ballo e del divertimento. Enrico, una volta rientrato da Parigi, aveva iniziato a lavorare sia dietro al bancone del bar che nel negozio di alimentari. E si arriva così al 1964 e precisamente al mese di agosto quando nella vita di Enrico accadde un fatto che ne avrebbe condizionato per sempre la vita. «Ricordo che alla guida della mia auto, la mitica NSU Prinz, mentre stavo percorrendo la strada che portava al borgo di Nus, a fianco della carreggiata una giovane donna stava camminando velocemente e per galanteria mi sono accostato e le ho chiesto se avesse bisogno di un passaggio. In verità - sorride ancora oggi Enrico Pellissier - quella ragazza mi era subito piaciuta e avevo cercato il pretesto per conoscerla.»

Quella giovane donna era Rita Sabina Chamois di Nus, proprio la donna che sarebbe diventata sua moglie e che all’epoca aveva 17 anni, essendo nata il 1° gennaio del 1947.

«Devo dire che per diffidenza - ricorda Rita Sabina Chamois - avevo declinato l’invito e, per timidezza, mi ero nascosta all’interno della merceria che era proprio nelle vicinanze della fermata del pullman che aspettavo perché doveva andare dal dentista ad Aosta. Ricordo che per giustificare la mia presenza avevo acquistato un foulard, chiedendo alla titolare del negozio se potevo restare lì ad aspettare il pullman.»

Tuttavia il destino aveva deciso di metterci lo zampino. «Non avendo visto nessuno alla fermata ed essendo senza passeggeri, l’autista del pullman non si era fermato, proseguendo la sua corsa verso Aosta. Enrico, che nel frattempo era rimasto davanti al bar, vedendo quello che era successo mi aveva offerto nuovamente il passaggio che alla fine avevo deciso di accettare, anche perché un conoscente mi aveva rassicurato dicendo che Enrico era una persona per bene. Da quel momento in poi non ci siamo più lasciati.»

Un anno dopo, precisamente il 25 settembre del 1965, ecco il matrimonio celebrato nella piccola cappella di Blavy, sulla collina di Nus, paese di nascita di Rita, dal quale sono successivamente nate le due figlie, Catia, il 13 dicembre del 1965, e Lorella, il 4 febbraio del 1970.

Però, prima del matrimonio per Enrico Pellissier era arrivato il momento di assolvere il servizio militare. «Sono partito sotto le armi negli Alpini il 6 gennaio del 1965 con destinazione Bra, per le quattro settimane di addestramento, quello che una volta si chiamava C.A.R., Centro Addestramento Reclute. Comunque la mia personale “naja” è durata appena 38 giorni perché, accusando gravi problemi di vista, dopo essere stato trasferito all’Ospedale Militare di Torino venivo congedato, nonostante il colonnello medico non avesse creduto del tutto alla mia storia.»

Nel frattempo per rimpiazzare Enrico nell’azienda di famiglia era stata assunta la futura moglie Rita. Rientrato a Champagne dopo il breve periodo del servizio militare e una volta celebrato il matrimonio, Enrico e Rita decisero di dare una prima importante svolta alla loro vita.

«Nel 1966 abbiamo acquistato, firmando una montagna di cambiali, un negozio di alimentari in via Piccolo San Bernardo ad Aosta, - rammenta Enrico - in quella che era chiamata la Casa Allera. Eravamo molto giovani, con la piccola Catia appena nata e come abitazione utilizzavamo il retro del negozio ma avevamo tanta voglia di fare qualcosa di importante per noi. In quel tempo c’era l’usanza di non pagare subito la merce e di segnare su di un apposito libretto gli acquisti per poi saldare i conti, quando si prendeva lo stipendio o la cosiddetta “quindicina”, cioè l’acconto che veniva erogato a metà mese. Purtroppo però accadeva sempre più frequentemente che questi conti non venissero regolati come da accordi e in più ci accorgevamo che molti dei nostri clienti invece di pagarci quando percepivano lo stipendio erano soliti andare a fare la spesa alla nuova Standa di corso Battaglione Aosta, inaugurata proprio in quell'anno. Insomma, da noi segnavamo per poi spendere i soldi alla Standa. Ovviamente questa situazione ci aveva messo in grande difficoltà economica e dobbiamo ringraziare quei clienti affezionati che venivano da noi a fare la spesa, arrivando anche da lontano, unicamente per darci una mano. Però era veramente dura andare avanti con tutte le spese da sostenere e gli impegni da onorare.»

Per fare quadrare il bilancio servivano altre entrate ed Enrico Pellissier non si era fatto trovare impreparato. «Con un furgone verde, un Volkswagen che avevo coibentato, ho iniziato l’attività di grossista servendo i clienti direttamente al loro domicilio, partendo dalla Valle di Cogne. Vendevo principalmente formaggi e salumi di qualità. Ho un ricordo molto profondo di quegli anni e nutro un sentimento di eterna gratitudine nei confronti dei cogneins inizialmente e poi dei tanti valdostani di tutte le vallate che ci hanno aiutato ad intraprendere con questo lavoro. Penso all’indimenticabile Casimiro Jeantet di Cogne che era definito “le notaire” per la sua saggezza e che, ammirato dalla nostra giovane età, dal nostro entusiasmo e dalla nostra puntuale presenza alle 5.30 nel suo negozio, aveva messo una buona parola per noi nei confronti dei cogneins. Anche Romilda Albert del Bellevue che già allora era considerato un albergo di grande prestigio, mi aveva accolto a braccia aperte, ricordo ancora il profumo del caffè che, con grande affetto, mi faceva puntualmente trovare.»

«A Gressoney invece avevo incontrato Ilario Thedy, conosciuto quando ero ragazzino nell'attività commerciale dei miei genitori, durante le gare di belote che regolarmente organizzavamo. E' stato fondamentale per introdurmi a Gressoney premurandosi anche di salire sul mio furgone per presentarmi a tutti i clienti della vallata, raccomandandomi ad ognuno di loro. E così aveva fatto Edouard Bionaz riservandomi lo stesso trattamento per Courmayeur, così come Marcello Lombard mi aveva aiutato ad inserirmi a Breuil Cervinia. Altri tempi!»

La serietà e la puntualità sul lavoro indubbiamente pagava. «Ho ricevuto una solidarietà incredibile dai valdostani che non dimenticherò mai. Ad Ayas e Gressoney arrivavano dei colleghi da Ivrea per distribuire i loro prodotti ma nel momento in cui ho iniziato, i clienti hanno voluto concedermi la loro fiducia, acquistando tutto da me e non c'era nessun problema nei pagamenti in quanto era sufficiente una stretta di mano per sigillare gli accordi.»

Dal suo personale cassetto dei ricordi Enrico Pellissier tira fuori altri aneddoti. «Nel 1975 abbiamo iniziato a lanciare i prodotti con il nostro marchio, il marchio “Pellissier”, in particolare il latte e il burro. Avevamo poi creato la linea “Sabina” per coinvolgere anche mia moglie che, dal mattino presto era sempre presente in magazzino per preparare la merce. Una donna straordinaria che ha condiviso con me i momenti belli come anche quelli di maggiore difficoltà.»

Intanto l’azienda iniziava a crescere e una volta venduto il negozio di Aosta nel 1969 la famiglia Pellissier si trasferiva a Champagnet di Verrayes. «La casa dove eravamo andati a vivere e dove avevamo il magazzino era di Marcel Philippot, recentemente scomparso. Nel 1971 ci siamo poi trasferiti a Champagne dove, sotto il bar ristorante dei miei genitori, abbiamo trovato lo spazio per il magazzino e ricordo con grande emozione l'assunzione del nostro primo dipendente, Germano Rigollet di Saint-Christophe. Nel giro di poco tempo siamo arrivati ad avere cinque dipendenti che tutti i giorni con i loro automezzi percorrevano le strade della nostra regione per vendere i prodotti con il classico sistema della tentata vendita e non possiamo non ricordare Ferruccio Miassot che è rimasto con noi per quarant’anni anni prima della meritata pensione, un collaboratore serio e affidabile. Nel frattempo avevamo iniziato a stagionare per conto nostro le fontine e i formaggi in genere, utilizzando i locali di stagionatura delle latterie sociali di Mazod a Nus e di Valtournenche che avevamo preso in affitto. Sempre nel 1971 iniziavano i lavori di costruzione sempre a Champagne del grande fabbricato dove attualmente abitiamo, terminati nel 1976, e dove al piano terra abbiamo realizzato il supermercato e il bar.»

Oggi l'azienda Pellissier che Enrico e Rita hanno avviato con tanti sacrifici e tanto lavoro ha una quindicina di dipendenti con un nuovo magazzino in località Prati a Chambave di circa tremila metri quadrati.

«Le nostre due figlie sono sempre rimaste con noi, Catia in ufficio mentre Lorella, che era “il maschio” di casa, se serviva saliva sui furgoni per la consegna delle merci. Attualmente, il testimone è passato a Lorella che gestisce l'azienda insieme al marito Vilmo Imperial mentre Catia con suo marito Ivo Perrin gestiscono l’albergo Caprice de Neige a Torgnon.»

Catia ha regalato ai suoi genitori quattro splendidi nipoti: Sandy, che ha trent’anni anni, Niky di ventisei, Sophie di diciotto e il più giovane Denis di sedici anni. La piccina di casa è invece Nicole, figlia di Lorella, che ha dieci anni. Poi più piccoli ancora sono i pronipoti Francesco di sette e Davide di quattro, figli di Sandy, che hanno fatto diventare bisnonni Rita ed Enrico.

Oggi Enrico Pellissier e sua moglie si godono la loro pensione, concedendosi ogni tanto qualche viaggio ma nella loro mente rimane sempre quel furgone verde che nel 1966 avviò l’azienda Pellissier che oggi si può tranquillamente definire come una delle eccellenze valdostane, un’azienda che anche nei difficili periodi che stiamo non ha mai abbandonato i suoi clienti fornendo il solito servizio puntuale e accurato in tutta la regione, secondo un modo di essere e di pensare che in più di mezzo secolo non è mai cambiato.

In previsione comunque, nell’orizzonte che vede bene Enrico Pellissier, che sembra avere dimenticato i problemi di «vista» che gli fecero scampare il servizio militare, è l'apertura di un nuovo punto vendita di oltre mille metri quadrati per la clientela dell'ingrosso e per i privati con un format particolare ed innovativo, progetto questo sul quale Lorella sta lavorando per farlo diventare realtà nel più breve tempo possibile, seguendo il solco tracciato da Enrico e Rita sempre all'insegna del successo e del lavoro.

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