Energie rinnovabili: investimenti fino a 90 miliardi di euro in nuovi impianti
Comunità energetiche rinnovabili, agrivoltaico, eolico offshore, revamping e repowering, pompaggi elettrici e reti elettriche: sono questi i 6 ambiti di sviluppo che possono contribuire ad accelerare il processo di transizione energetica secondo lo Studio “Lo stato dell’arte delle rinnovabili in Italia” realizzato The European House - Ambrosetti. Il documento di sintesi, presentato sabato scorso, 22 luglio, all’interno del primo Forum delle Energie Rinnovabili “Renewable Thinking” ospitato dal Centro Congressi del Grand Hotel Billia di Saint-Vincent, ideato da Compagnia Valdostana delle Acque-Cva , in collaborazione con The European House - Ambrosetti e con il patrocinio di Elettricità Futura, individua le direttrici e le leve strategiche per accelerare il dispiegamento delle rinnovabili nel Paese e agevolare il raggiungimento degli obiettivi delle rinnovabili al 2030. L’evento ha l’obiettivo di diventare il punto di riferimento annuale per favorire una riflessione strategica sull’evoluzione delle fonti rinnovabili in Italia. Nella 2 giorni del Forum sono intervenuti, tra gli altri, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, il presidente della Regione Renzo Testolin, il direttore scientifico di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile Enrico Giovannini, il presidente della Fondazione Courmayeur Mont-Blanc e vice chairman and senior advisor di Morgan Stanley Domenico Siniscalco, il rettore emerito e professore di Economia ambientale dell’Università Ca’ Foscari e vicepresidente del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico Carlo Carraro, il presidente di Elettricità Futura Agostino Re Rebaudengo, il managing partner e amministratore delegato di The European House - Ambrosetti Valerio De Molli, l’amministratore delegato di ERG Paolo Luigi Merli, l’amministratore delegato di Edison Nicola Monti. Per Cva, ideatore del Forum, hanno partecipato il presidente Marco Cantamessa, l’amministratore delegato Giuseppe Argirò e il direttore generale Enrico De Girolamo. In un contesto generale in cui la decarbonizzazione è sempre più centrale, la prima versione dell’aggiornamento del Pubblicato il testo definitivo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima ha rivisto al rialzo l’obiettivo per le rinnovabili: +70 Gigawatt rispetto a oggi. Tale traguardo è, però, più conservativo rispetto a quanto previsto nella bozza del Decreto Aree Idonee (+80 Gigawatt) e nel Piano 2022-2030 del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura, in coerenza con il REPowerEU (+85 Gigawatt). Inoltre, la quota di fonti energetiche rinnovabili nel mix elettrico prevista dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima al 2030 è pari al 65 per cento, 16 punti percentuali in meno rispetto all’obiettivo indicato dalla Spagna e di 15 punti percentuali in meno della Germania. Raggiungere i target sull’installazione di rinnovabili previsti al 2030 richiederà investimenti compresi tra 74 (secondo il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima + 70 Gigawatt) e 90 miliardi di euro (solo per la generazione elettrica secondo il target +85 Gigawatt del Piano 2030 del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura e coerente con il REPowerEU), con l’attivazione fino a 540mila nuovi occupati (nel settore elettrico e nella sua filiera industriale) e una riduzione delle emissioni fino a 270 milioni di tonnellate di anidride carbonica nel periodo del Piano. Allo stesso tempo, le ricadute economiche attese sono importanti: si genererebbero benefici economici compresi tra 121 e 148 miliardi di euro nella sola generazione elettrica. Per cogliere appieno i benefici delle rinnovabili, è però necessario sviluppare le filiere industriali green, in un contesto in cui l’Unione europea detiene solo il 14 per cento della capacità produttiva globale di eolico e solare, concentrando gli sforzi sui 6 ambiti di sviluppo sopra menzionati. In dettaglio, per quanto riguarda le Comunità Energetiche Rinnovabili - al 2030 è prevista potenza installata di oltre 7 Gigawatt; altro ambito su cui puntare è l’agrivoltaico, con potenziali 23 Gigawatt al 2030; prospettive interessanti anche per l’eolico offshore, per il quale l’obiettivo di capacità installata al 2030 è 2,1 Gigawatt; fondamentali anche le operazioni di repowering e revamping (il repowering indica la sostituzione completa del parco eolico, con l'intervento di revamping invece avviene la sola sostituzione dei componenti obsolescenti o usurati sempre con la finalità di migliorare le performance dell'intero impianto), attraverso le quali si potrebbero ottenere circa 15 Gigawatt; importante, infine, lo sviluppo dei pompaggi idroelettrici e chimici di grande taglia (+80 Gigawattora), per favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili e delle reti elettriche con un incremento di +13 per cento di domanda elettrica da gestione al 2030. Nel 2022 l’Italia ha installato 3,1 Gigawatt (rispetto a 1,1 Gigawatt nel periodo 2015-2021), di cui un terzo è legato al fotovoltaico di piccola taglia, che ha beneficiato del Superbonus. Nei primi 5 mesi del 2023, invece, sono stati installati 2,1 Gigawatt di rinnovabili. Questo ritmo di installazione è però ancora inferiore a quello degli attori europei (sia per il fotovoltaico sia per l’eolico) ed è insufficiente a raggiungere i target previsti. Per essere conformi con gli obiettivi al 2030, l’Italia, infatti, dovrebbe installare 10 Gigawatt l’anno, aumentando di circa 3 volte quanto installato nel 2022. Sono 2 gli indici che aiutano a comprendere meglio lo stato dell’arte e l’evoluzione del settore. Il Renewable Thinking Indicator mostra come, al 2022, l’Italia abbia valorizzato solo il 30 per cento dell’opportunità di sviluppo attivabile dalle fonti energetiche rinnovabili nel breve-medio termine (circa 10 anni). Il Renewable Thinking Speedometer - che misura la velocità relativa delle regioni rispetto all’opportunità di sviluppo - rivela, inoltre, come circa il 60 per cento della nuova potenza rinnovabile identificata nella bozza di Decreto delle Aree Idonee sia localizzata nelle regioni che si stanno muovendo più lentamente della media italiana. Secondo gli indici elaborati dallo Studio, l’opportunità di sviluppo da fonti energetiche rinnovabili attivabile nel breve-medio termine è circa di 130 Gigawatt, di cui il 50 per cento concentrato nel Mezzogiorno. Al 2022, l’Italia ha una capacità installata da fonti rnergetiche rinnovabili di 56,2 Gigawatt pari al 30 per cento dell’opportunità di sviluppo presente sul territorio. Ne consegue che il progresso italiano è ancora troppo lento per i target richiesti. Eppure, in Italia ci sono 33 Gigawatt nelle ultime due fasi del processo di richiesta di connessione alla rete che possono essere rapidamente abilitati in 2/3 anni. Per concretizzare questa opportunità, è necessario intervenire a più livelli, a partire dal quadro regolatorio e con azioni a favore dello sviluppo del mercato: accelerare i tempi autorizzativi e le procedure, accrescere la partecipazione alle aste delle fonti energetiche rinnovabili, razionalizzare la definizione dei sistemi incentivanti, implementare i principali bandi legati alle fonti energetiche rinnovabili e rideterminare la durata delle concessioni idroelettriche. Se sarà in grado di sviluppare appieno questo potenziale, a partire dalle best practice già attuate e dalle direttive identificate, l’Italia sarà in prima linea nella transizione in chiave green, al passo con i paesi europei.
Giuseppe Argirò, amministratore delegato di Cva, dichiara: «Come Cva, società 100 per cento pubblica, abbiamo fortemente voluto e sostenuto la nascita del primo “Forum delle Energie Rinnovabili” in Valle d'Aosta, la regione che da sempre è leader nella produzione di energia rinnovabile in Italia. In questo momento, caratterizzato dalla necessità di adattamento al cambiamento climatico e dalle importanti sfide della transizione energetica, crediamo che sia fondamentale riunire esperti e operatori del settore per tracciare una rotta comune, al fine di mettere in luce le potenziali opportunità di sviluppo delle rinnovabili in Italia e favorire una sensibilizzazione sul loro ruolo strategico. In questo contesto, è stata di grande valore la presenza al Forum del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Solo operando con una logica di sistema sarà possibile affrontare temi di interesse condiviso per gli operatori ed il Paese, come il permitting, lo snellimento delle autorizzazioni e delle procedure ed il rinnovo delle concessioni idroelettriche».