Emilio Armand, il sindaco di St-Pierre che veniva da Vens e che portava nel suo cuore un pezzo di Africa nera

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Emilio Armand ha vissuto tante vite in una sola. La sua storia è terminata giovedì 12 marzo scorso, quando dopo qualche mese di sofferenze si è spento al J.B. Festaz di Aosta all’età di ottantaquattro anni. Vissuti in giro per il mondo: dall’Eritrea alla Costa d’Avorio, dai viaggi di lavoro in Europa a quelli nel Nord America. Il centro del globo, per lui, però, era Saint-Pierre, anche se non era nato nel paese in cui è stato Sindaco dal 1990 al 1994. Emilio Armand era venuto al mondo l’8 ottobre del 1935 a Vens, località che oggi si trova nel Comune di Saint-Nicolas e che allora, in epoca fascista, faceva parte di Villanova Baltea. Niente Saint-Pierre, quindi: un dettaglio sul quale gli piaceva scherzare anche passati gli ottanta, visto che amava definirsi “Un extracomunitario, qui nel mio paese”.

Una gioventù africana

Emilio Armand era nato a Saint-Nicolas, ma le montagne decantante dall’abbé Jean-Baptiste Cerlogne le conobbe solo quando era un ragazzo fatto e finito. Nel 1938, non aveva ancora tre anni, si imbarcò su una nave diretta ad Asmara, in Eritrea, con papà Souvenir e mamma Otelia Brunet. Erano coloni in quella terra che l’Italia cercò di fare sua: la guerra cambiò le cose, anche per la famiglia Armand, che finito il secondo conflitto mondiale fu costretta a tornare alle origini. Fu un viaggio irto di pericoli e pieno di angosce: nel 1949 Emilio Armand attraversò buona parte dell’Africa sahariana e galleggiò insieme ad tanti altri disperati sul Mediterraneo, nella speranza di poter attraccare. La nave, raccontava lui, si fermò a Napoli, ma nessuno li volle far scendere: un po’ di acqua e un po’ di cibo, tanto per resistere fino a Genova, dove in tre sbarcarono con lo status di profughi e raggiunsero di nuovo Saint-Pierre. Ad Aosta Emilio frequentò la terza media, poi diventò geometra. Comunque la voglia di viaggiare faceva parte del suo essere: esaurito il servizio militare – si congedò dagli Alpini nel 1958 con il grado di caporal maggiore - si trasferì nel Vallese, dove lavorò fino alla chiamata dell’Agip. L’Azienda Generale Italiana Petroli voleva sfruttare le ricchezze di un continente che lui conosceva bene e fu così che, a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, Emilio Armand tornò in Africa (in Libia prima, in Costa d’Avorio poi) a fare il geometra e a mettere in pratica tutto quello che aveva imparato da bambino in Eritrea.

Il secondo ritorno a casa

Nel 1963, in maniera rocambolesca, avvenne il nuovo addio al continente nero. A quasi trent’anni Emilio Armand sentiva forse il bisogno di mettere radici: tornò ancora una volta a Saint-Pierre, dove due anni più tardi sposò Emilia Christille. Lavorò ancora come geometra, e diresse pure la scuola muratori di Arvier tra il 1965 e il 1966. Poi entrò in Regione, ufficialmente come tecnico ma funzionario a tutti gli effetti: in un primo tempo si occupò di turismo e fu tra coloro che promosse la presenza dello stand della Valle d’Aosta nelle principali fiere a tema europee. Bruxelles e Paris, ma anche la Germania e – più tardi – gli Stati Uniti d’America. Poi si trasferì al’Assessorato dei Lavori Pubblici, dove concluse la sua carriera nel 1986, quando andò in pensione.

Fu con tutta probabilità la sua grande esperienza nel mondo della pubblica amministrazione a “promuoverlo” a candidato Sindaco di Saint-Pierre alle Comunali del 1990: dopo dieci anni di amministrazione di Silvio Christille, il paese si avvicinava al nuovo millennio promuovendo diversi progetti di opere ancora oggi in funzione, dai giardini pubblici di Chevreyron fino al polo scolastico di Ordines. Si batté per un trasporto pubblico migliore, come anche perché sui pannelli indicatori della tratta autostradale che porta fino a Courmayeur vi fosse il nome del suo paese, accanto alla dicitura Aosta Ovest.

Uomo sagace e dalla battuta pronta, fu a suo modo protagonista della scena politica dell’epoca: nel 1994, a un anno dalle elezioni, tanti primi cittadini valdostani avevano chiesto alla Regione a gran voce un maggior decentramento decisionale e finanziario in favore dei Comuni. Sul piatto le dimissioni di tutti i Sindaci: la mediazione del presidente dell’epoca – Dino Viérin, eletto nel 1993 – scongiurò l’ammutinamento generale, ma Armand non si ritenne soddisfatto. Si dimise il 31 marzo del 1994 e il 9 maggio, gli subentrò Giuseppe Jocallaz, che avrebbe retto le sorti del Comune fino al 2010.

Una Messa in suo ricordo

Quelle dimissioni gli valsero il Vippometro in rialzo del nostro giornale. Un ricordo di cui andava fiero e che premiava la sua coerenza, altra virtù che faceva il paio con il suo carattere spigliato e allegro. Nonostante l’esperienza africana fu affascinato dallo spirito di appartenenza degli Alpini. Nel 1958, appena finita la naja, fu tra i fondatori del Coro Penne Nere, del quale fece parte per pochissimo tempo, visto che subito dopo partì alla volta della Svizzera. Degli Alpini di Saint-Pierre – che domani, domenica 22 marzo, festeggiano il cinquantenario di fondazione del gruppo, pur senza le cerimonie previste – fu capogruppo dal marzo del 1987 al novembre del 1989.

Emilio Armand lascia la moglie Emilia, la figlia Liliana e la nipote Nicole Creazzo. Il suo corpo è stato cremato e la famiglia, dopo le tante richieste degli amici, ha deciso che farà celebrare il funerale appena l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus sarà terminata.

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