Emergenza sanitaria, i sindacati: «Avremmo voluto maggiore trasparenza sulle strategie messe in campo e un confronto»

Emergenza sanitaria, i sindacati: «Avremmo voluto maggiore trasparenza sulle strategie messe in campo e un confronto»
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Dato per assodato che l'emergenza Covid sta assorbendo tante energie anche ai sindacati, restano comunque sul tavolo gli altri dossier, le altre problematiche. Che non si possono trascurare. L'inizio del nuovo anno è l'occasione per fare il punto. Sicurezza nei luoghi di lavoro, superamento del precariato e  sostenibilità ambientale.  Sono i tre argomenti sui quali mette l’accento la  Cgil Valle d’Aosta. La segretaria generale regionale Vilma Gaillard afferma: «La Valle d’Aosta paga un pegno elevato, che si trascina dalla crisi economica iniziata oltre dieci anni fa e ancora senza punto di svolta. Ci sono ancora dei dossier aperti, che verrebbe da dire “sono aperti da sempre”. E si pensi alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Morire di lavoro è inaccettabile e il nostro sindacato è fortemente impegnato su questo fronte. Non possiamo accettare che in nome della crisi, della pandemia e dell'urgenza di una ripartenza si trascurino i protocolli e le norme di sicurezza. Salute, sicurezza e qualità del lavoro devono essere anche una priorità regionale oltre che nazionale».

Un altro tasto dolente è la precarietà nel lavoro, che tocca maggiormente due categorie: donne e giovani. «L’emergenza sanitaria ha accentuato ancora di più questa situazione, indebolendo due categorie già spesso provate. - sostiene Vilma Gaillard - La Cgil da tempo chiede che vengano cancellate le forme di lavoro precario e chiede altresì lavoro a tempo indeterminato per garantire stabilità e sicurezza nel lavoro a partire dai giovani». Per quanto concerne la sanità «Sin dall’inizio abbiamo chiesto un confronto continuo con la Regione per conoscere quale strategia sarebbe stata utilizzata per cercare almeno di attenuare i colpi di questa emergenza pandemica. Avremmo voluto, come sindacati, una maggior trasparenza sulle strategie messe in campo e un confronto che, anche se duro, poteva portare ad avere soluzioni comuni». «Sull’obbligatorietà dei vaccini - asserisce la segretaria della Cgil VdA -  i sindacati hanno detto chiaramente al Governo che si sarebbe dovuto esprimere con decisione. Non può essere sempre il mondo del lavoro a pagare a causa di scelte talvolta legate più al mantenimento di equilibri politici che di una vera risposta all’emergenza sanitaria». Per la Valle d'Aosta «Il problema dell’occupazione c’è ed è sotto gli occhi di tutti. È poco opportuna una politica di aiuti finanziari a spot, perché si accontenta qualcuno e se ne scontentano molti». E conclude: «Per il nuovo anno vorremmo che ai buoni propositi si affiancassero azioni concrete. Non si devono scaricare sulla pandemia problemi che in Valle viviamo da troppi anni. Ribadisco come sia necessario che ci siano azioni per far sì che ci sia lavoro stabile. Vorremmo anche vedere  un  impegno serio nelle politiche di investimento economico, collegate ad una sostenibilità ambientale. Le trasformazioni del mondo del lavoro, la produzione e la trasformazione dell’energia, le emergenze climatiche, la riduzione dell’impatto ambientale attraverso l’intero ciclo di vita del prodotto, la riduzione dei consumi e quindi dell’impatto sull’ambiente sono tematiche sfidanti per le organizzazioni sindacali e per le lavoratrici e i lavoratori che sono doppiamente coinvolti, sia come addetti ai lavori sia come cittadini e consumatori».

«Gli indicatori economici fanno intravedere un anno di crescita però questo non deve spingere a facili ottimismi» puntualizza dal canto suo Jean Dondeynaz, segretario regionale della Cisl. «Resta la grave preoccupazione per l'escalation dei contagi, che rischia di mettere a rischio tutte le attività economiche». Il presidente del Consiglio Mario Draghi con le sue parole nei giorni scorsi pare aver allontanato la possibilità di nuove chiusure generali, di drastici lockdown. «E questo è importante perchè l'economia regionale si affida molto al turismo e quindi all'attività degli impianti di risalita, degli alberghi e dei ristoranti». Per quanto riguarda la sanità, «Non bisogna sottovalutare la tenuta del personale del comparto, ormai messa a dura prova da due anni di emergenza». Infine rispetto ai rapporti e ai dossier aperti con l'ente pubblico, «Vi sono vari ragionamenti rispetto alla necessità di integrare gli organici, dotare la Regione e gli enti locali della forza lavoro necessaria per concretizzare i progetti resi possibili dalle risorse messe a disposizione dal Pnrr. E' una grande opportunità, ma bisogna avere le persone negli uffici per poterla cogliere». 

«Siamo di fronte allo spettro della zona arancione - afferma dal canto suo Ramira Bizzotto, segretaria regionale della Uil - e assistiamo ad una levata di scudi sull'obbligo vaccinale. Di fronte a una norma che mi segnala un obbligo, non posso fare altro che rispettarla. Però la questione è stata gestita male, con un'informazione non corretta. Adesso tutti sono super esperti che dicono tutto e il contrario di tutto. Deve esserci una unica voce chiara, che eviti le strumentalizzazioni».

«Rispetto all'anno scorso la situazione economica sembra essere migliore. - commenta Claudio Albertinelli, segretario generale del Savt - Nonostante l'alto numero di contagi le attività sono comunque regolarmente aperte, grazie soprattutto agli effetti del vaccino. Non dobbiamo infatti dimenticarci che la stagione invernale 2020/21 non è mai partita con danni enormi per aziende e lavoratori. Oggi, al contrario, siamo reduci da un periodo festivo che pare sia andato abbastanza bene dal punto di vista turistico e possiamo provare a guardare al futuro con maggiore fiducia, anche se l'attuale quarta ondata rischia di creare qualche rallentamento. Al momento non siamo a conoscenza di grosse problematiche nei diversi settori produttivi. L'obiettivo principale che dobbiamo cercare di raggiungere per il 2022 è sicuramente quello di trovare il modo di convivere con il virus, senza avere più troppe ripercussioni dal punto di vista economico e soprattutto sociale. La pandemia ci ha divisi e ci ha messi gli uni contro gli altri. Questo non può più essere accettabile. Abbiamo bisogno di tornare a ragionare come una comunità unita, che vuole lasciarsi alle spalle questa brutta pagina della nostra vita. In questo percorso è fondamentale che il mondo scientifico e quello politico riescano a fare sintesi. Non è più possibile avere persone bloccate in casa pur non avendo sintomi. Bisogna curare chi ne ha bisogno e lasciare che le altre persone possano vivere regolarmente. - conclude Claudio Albertinelli - Ognuno è responsabile di se stesso e deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte».

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