Emergenza Covid, pochi negozi hanno aderito al “bonus spesa”
Il Comune di Aosta ha avuto difficoltà a coinvolgere i negozi di prossimità nell'iniziativa di solidarietà alimentare per far fronte alla crisi economica legata all’emergenza sanitaria causa dall’epidemia di Covid-19 e per questo, se l'erogazione dei buoni spesa dovesse ripetersi, punta a coinvolgere anche supermercati e ipermercati. Martedì scorso, 2 febbraio, Clotilde Forcellati, assessora comunale di Aosta alle Politiche sociali, illustrando la relazione sull'erogazione dei buoni spesa per l'anno 2021 alla Terza Commissione consiliare Servizi alla persona, ha riferito che «La scelta di utilizzare le attività commerciali di prossimità, condivisa in alcune riunioni con le organizzazioni di categoria in modo tale che anche il commercio locale potesse avere un ritorno economico in relazione alla crisi economico-sanitaria, non è stata purtroppo colta dalle stesse attività». Anzi, ha rilevato l’assessora Clotilde Forcellati, «I punti vendita che hanno partecipato all’iniziativa hanno aderito solamente dopo una ricerca mirata sul territorio attraverso un coinvolgimento ed una rassicurazione telefonica o addirittura di persona sia sulle modalità di rimborso sia sulla procedura stessa. Ciò ha richiesto molto tempo e soprattutto un’incertezza nella prima fase dell’operazione. È emerso in seguito anche attraverso i contatti telefonici che, mediamente, gli utenti che hanno aderito al bonus, avrebbero preferito potersi recare presso punti vendita di grandi dimensioni rispetto ad altri di dimensioni più ridotte». La decisione di «Coinvolgere gli esercizi di prossimità, quindi sotto i 250 metri quadrati», ha precisato l’assessora Forcellati, era stata condivisa «Con le associazioni di categoria». In tutto hanno aderito 11 negozi. Analizzando i dati, i beneficiari dell’iniziativa sono in larghissima parte di cittadinanza italiana, abitano nella zona ovest della città, hanno perso il lavoro o hanno difficoltà croniche perché disoccupati o pensionati con un reddito molto basso. È questo l'identikit di chi ha avuto accesso ai quasi 500.000 euro degli aiuti Covid-19 del Comune di Aosta per la spesa a domicilio, erogata durante il primo confinamento, o per il "bonus spesa", scelto nella fase successiva
Nel 2021 in 733 hanno chiesto i buoni spesa (100 euro a persona), a fronte di 217mila euro messi a disposizione (non impiegati solo 2.257 euro), di cui 37mila euro finanziati dal Comune. Il 70 per cento degli utenti è di italiani, l'11 per cento di marocchini, il 4 per cento di romeni e un altro 4 per cento di dominicani. Oltre il 50 per cento delle domande per i buoni spesa proviene dal Quartiere Cogne e dalla zona di Saint-Martin-de-Corléans. «L'area ovest insieme al centro storico raccoglie il 75 per cento delle richieste» ha calcolato l’assessora Clotilde Forcellati. Solo il 9 per cento delle domande arriva dall'area est della città, tra i tra i quartieri Dora e Saint-Roch.
Nella fascia d’età tra i 19 e i 29 anni le domande sono state 52, 558 tra i 30 e i 59 e 123 tra i 60 e i 94 anni. L'80 per cento della famiglie richiedenti è composta al massimo da 4 persone e sono state 161 le richieste da nuclei composti da 1 solo utente, soprattutto anziani soli. «Appena l'1 per cento delle domande è stata presentata da cittadini cinesi, nonostante il loro numero elevato in città, - ha commentato l’assessora Clotilde Forcellati - a conferma della solidità sociale ed economica di questa comunità rispetto ad altre». Le domande pervenute in fascia A, con Isee inferiore a 3.000 euro, sono state il 29,47 per cento (217 nuclei familiari), quelle in fascia B, con un Isee tra 3.000 e 5.000 euro, rappresentano il 27,22 per cento (199 nuclei), quelle in fascia C, con un Isee tra i 5.000 e gli 8.500 euro, corrispondono al 39,45 per cento (pari a 289 famiglie) e quelle in fascia D, con Isee al massimo di 17.000 euro, sono state il 3,87 per cento (28 nuclei familiari).