Elio Bastia, un maestro di accoglienza ed eleganza della ristorazione valdostana
La parola ospite ha un duplice significato, vuole dire colui che accoglie e colui che è accolto. Ebbene Elio Bastia era l’ospite perfetto, il padrone di casa che tutti avremmo voluto incontrare, unico nel suo stile, perché per lui la parola “casa” era sinonimo del luogo dove lavorava. Eppure era un autodidatta, nel senso che si era formato da solo e nel settore dell’accoglienza turistica era in breve diventato un vero e proprio maestro.
Il Signor Elio, come lo chiamavano i suoi collaboratori e i suoi tantissimi affezionati clienti, era nato a Trieste il 22 aprile del 1937 ed aveva avuto un’infanzia difficile, dominata dalla paura di essere imprigionato visto che la mamma Maria Levi era ebrea e pur avendo modificato il cognome in Leva a Bologna, dove vivevano, dovettero nascondersi in un deposito di mobili, con le camere accessibili solamente passando all’interno di un armadio. Il profondo legame con la madre - che perse da ragazzo - e non con il padre, che si chiamava come lui, Elio Federico, uomo dalle grandi fortune e dai grandi fallimenti, lo fece scegliere per un percorso suo e a sedici anni andò a vivere da una zia, iniziando a lavorare ed accusando molto quel senso di assenza di affetti che avrebbe poi compensato nel grande amore che ebbe sempre per la sua famiglia.
Il servizio militare lo fece incontrare all’aostano Silvio Gracchini. Era la metà degli anni Cinquanta e Elio Bastia lasciò Bologna per trasferirsi ad Aosta nei distributori di benzina della famiglia Gracchini, come addetto alle pompe, niente di più. Aveva tanta voglia di migliorarsi ed una tale capacità di imparare che ben presto passò dal distributore al ristorante, il famoso Ristoragip: dapprima in cucina, poi cameriere, infine maitre quindi direttore e gestore dal 1975. Il RistorAgip alle porte della città era un locale avveniristico, uno dei più belli di Aosta, con una grande sala vetrata per oltre cento commensali e una clientela continua, fatta di viaggiatori e di tanti valdostani. Feste e pranzi di nozze erano all’ordine del giorno, oltre a sapere cucinare, preparare il cibo e servirlo, Elio Bastia aveva il dono di modi impeccabili, un’educazione e una riservatezza rari, un’eleganza naturale e un’attenzione per il cliente al limite dell’ossessione. Ad Aosta aveva conosciuto e poi sposato nel 1968 Graziella Martignene, che da parte di mamma è della grande famiglia dei Benin, altri professionisti dell’accoglienza turistica valdostana. Con lei a fianco Elio Bastia era un uomo felice, perché insieme costituirono una coppia talmente affiatata nella vita e nel loro lavoro da essere un esempio: dalla loro unione sono nati i figli Luca nel 1969 ora funzionario della Finaosta e Dario nel 1971 maestro di snowboard. Al RistorAgip nel 1981 affiancarono il Millemiglia di Sarre, due modi diversi di intendere la ristorazione che Graziella ed Elio gestirono alla perfezione, abbinando durante la stagione estiva pure la conduzione della grande casa di soggiorno di Etroubles dell’Enpaia, meravigliosa costruzione ora abbandonata che poteva ospitare circa cinquecento ospiti.
Poi durante una breve vacanza ad Ibiza, Elio Bastia subì un gravissimo incidente stradale, con numerose fratture e la perforazione di un polmone. Solo un uomo dalla volontà eccezionale avrebbe potuto tornare ad essere quello di prima, a lavorare con i suoi ritmi. Gli diagnosticarono una vita in sedia rotella, gli ricostruirono le vertebre, portò il busto per mesi ma tornò al suo posto. Nel 1994 chiusero il RistorAgip, nel 1995 lasciarono il Millemiglia, perché un’altra grande avventura attendeva Graziella ed Elio, che presero in mano la Vecchia Aosta, il ristorante più bello della città come collocazione, nel cuore della Porta Pretoria. Fino al 2010 furono altri quindici anni di grandi soddisfazioni, con Elio Bastia che ogni giorno sfoggiava una cravatta diversa, sempre impeccabile, un uomo di altri tempi, con il suo stile impareggiabile.
Nel 2010 finalmente l’addio a sale e cucine, anche se forse lui avrebbe continuato. Aveva superato tanti gravi problemi fisici che ha affrontato senza patemi pure il ricovero di un mese per il Covid, poi gli scompensi al cuore, un’embolia polmonare e lui sempre positivo ne veniva fuori. Quindi è arrivato il tumore grave e senza cura che in un mese se lo è portato via.
Mercoledì mattina la chiesa di Sant’Orso era piena per Elio Bastia e tra i tanti facevano capolino i volti dei suoi collaboratori di anni di lavoro, come quelli dei suoi affezionati clienti. Di lui rimangono i principi mai disattesi, una serietà fuori dal comune ed una capacità rara di fare convivere sempre e prima di tutto un lavoro molto impegnativo con le esigenze della propria famiglia. Per questa ragione Elio Bastia ha vissuto da protagonista la vita che si era scelto, cercando sempre di comportarsi al meglio in ogni situazione. Addio Signor Elio.