Elettrificazione: «In venti andranno a lavorare fuori Valle per tre anni»
Con il via ai lavori dell'elettrificazione della tratta ferroviaria tra Aosta e Ivrea, una ventina di lavoratori di Trenitalia della Valle d'Aosta lascerà la regione per andare a lavorare fuori Valle. Lo comunicano in una nota i sindacati Filt Cgil e Fit Cisl della Valle d'Aosta, definendo la vicenda una "brutta pagina di storia per i lavoratori di Trenitalia della Valle d'Aosta". E spiegano: "Dopo mesi di trattative con la direzione regionale Piemonte, cui fa capo il personale ferroviario, la direzione regionale Valle d'Aosta e l'assessorato ai Trasporti hanno comunicato a una ventina di lavoratori che andranno a lavorare fuori Valle per tre anni". Per le due sigle sindacali, "se da un lato il Pnrr ha dato la possibilità di eseguire i lavori per l'elettrificazione della linea Aosta-Ivrea, dall'altra non si è pensato al disagio che ne sarebbe conseguito per chi ci lavora. A pochi giorni dalle feste natalizie, non resta che l'amarezza verso un'azienda e una Regione che poco ha fatto per mitigare gli effetti della chiusura".
Proseguono: "Ci ritroviamo nella condizione che la politica gioca sempre un ruolo predominate nelle decisioni da prendere a discapito di altri. Nel caso specifico dei dipendenti di Trenitalia presenti in Valle d'Aosta, peraltro subordinati al fatto che a prendere le decisioni finali sia un'altra regione, nel caso specifico il Piemonte. Si tratta di lavoratori con sede di lavoro ad Aosta".
Filt Cgil e Fit Cisl definiscono la vicenda "un'altra assurdità, che ovviamente incide anche sulla politica sindacale: non siamo noi come sindacati della Valle d'Aosta ad essere firmatari di qualsivoglia accordo inerente a questa situazione, nonostante la maggior parte dei lavoratori risieda in Valle". E aggiungono: "La Regione Valle d'Aosta, nel caso specifico l'Assessorato ai Trasporti, si è resa disponibile a utilizzare il personale nell'assistenza alla clientela in previsione delle difficoltà che si avranno con la sostituzione dei treni con i bus, ma la richiesta non è mai stata formalizzata perché non vi è stata mai la volontà politica".
Le due segreterie si dicono pronte a monitorerare "l'andamento della trattativa, che riteniamo non essere finita, ma continuerà nei prossimi tre anni, e se sarà necessario utilizzeremo tutti i mezzi necessari per far valere i diritti dei lavoratori implicati, ad oggi vittime di un contesto anomalo politico-economico, che non deve però ledere la dignità del singolo, ma garantire qualità della vita e del lavoro".