«Educare al cambiamento» il primo appuntamento del ciclo «Ritorno alle Alpi»

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Entrano nel vivo le iniziative promosse dall’Osservatorio sul sistema montagna «Laurent Ferretti» della Fondazione Courmayeur Mont Blanc, insieme all’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Valle d’Aosta, nell’ambito del programma pluriennale di ricerca Architettura moderna alpina.

Ieri venerdì 11 novembre è stato presentato in anteprima il Quaderno 49 «Alpi partecipate. La sfida della rigenerazione», sintesi del programma triennale (2019-2021) che ha indagato progetti di architettura con un particolare afflato partecipativo.

Oggi sabato 12 novembre, dalle 9, la Sala Maria Ida Viglino del Palazzo regionale ospita il convegno «Ritorno alle Alpi. Educare al cambiamento», primo appuntamento del ciclo Ritorno alle Alpi, un nuovo triennio di confronto sulle progettualità che interessano città alpine e comunità di montagna. Organizzato dall’Osservatorio sul sistema montagna «Laurent Ferretti» della Fondazione Courmayeur Mont Blanc insieme all’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Valle d’Aosta, il programma di incontri, convegni e pubblicazioni è ideato e curato da Francesca Chiorino e Marco Mulazzani.

Il convegno indaga il tema dello spazio educativo in relazione a modalità pedagogiche rinnovate, ma è anche inteso come motore di cambiamento sociale, un duplice e quanto mai attuale punto di vista a partire dal quale sono presentate esperienze volutamente diverse nell’approccio progettuale.

I lavori si aprono con i saluti di Lodovico Passerin d’Entrèves presidente del Comitato scientifico della Fondazione Courmayeur Mont Blanc, Sandro Sapia presidente dell’Ordine Architetti della Valle d’Aosta, Erik Lavevaz presidente della Regione e Luciano Caveri assessore regionale all’Istruzione.

A seguire, dopo l’introduzione di Francesca Chiorino e Marco Mulazzani, curatori di «Ritorno alle Alpi», sono previste le sessioni di interventi. La ricerca in ambito scolastico del maestro altoatesino Othmar Barth (1927-2010) viene interpretata e raccontata dagli architetti Sandy Attia e Matteo Scagnol dello studio MoDusArchitects, che con Barth condividono la città di vita e lavoro, Bressanone, misurandosi nello studio e nel restauro di alcune sue opere. A Bressanone sorge anche la nuova Scuola di musica, un’architettura educativa inserita in un progetto strategico di rinnovamento che lo studio Carlana Mezzalira Pentimalli ha realizzato in costante confronto con la forma e la storia della città; a presentare il progetto in occasione del Convegno è l’architetto Michel Carlana.

A questi interventi urbani fa contrappunto lo studio francese PNG, con il contributo dell’architetto Nicolas Debicki che ha rivitalizzato alcuni servizi educativi e sociali nel villaggio alpino di Saint-Barthélemy-de-Séchilienne lavorando sulla qualità della vita della comunità locale, tema al centro della tavola rotonda conclusiva, alla quale intervengono Cristina Arfuso dirigente tecnica della Sovrintendenza agli studi, Giulia Radin direttrice della Fondazione Natalino Sapegno, unitamente ai relatori della prima sessione.

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