«Edilizia, un settore che è in crescita ma preoccupano sicurezza e legalità»
Gli investimenti e le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono un’occasione di sviluppo e lavoro anche per la Valle d’Aosta. Ma allo stesso tempo cresce la preoccupazione per la sicurezza e la regolarità delle imprese. A sottolinearlo è Salvatore Teresi, segretario generale della Filca-Cisl Valle d’Aosta, secondo cui «L’Osservatorio degli appalti pubblici della Regione Valle d’Aosta evidenzia negli ultimi 12 mesi notifiche per un valore di quasi 280 milioni di euro. I dati della Cassa Edile parlano di un aumento della massa salari tra ottobre e maggio 2023 di 3 milioni di euro rispetto al 2022, con una stima di chiusura nel 2023 di 58 milioni, rispetto ai 54 milioni dell’anno precedente. Gli occupati rispetto allo stesso periodo del 2022, invece, registrano un aumento di 300 lavoratori attestandosi a 2.372 addetti, mente ci sono 40 nuove imprese iscritte in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente». Salvatore Teresi aggiunge che «Si tratta indubbiamente di segnali positivi ma come Filca Cisl esprimiamo forti preoccupazioni sul versante della sicurezza e regolarità delle imprese operanti: notifiche preliminari incomplete circa i dati di imprese che operano nell’appalto, cartelli di cantiere che rendono impossibile identificare le imprese operanti, in contrasto con la normativa vigente, imprese non registrate in cassa edile, provenienti da fuori regione, lavoratori spesso di nazionalità straniera che “non sanno” o “non ricordano” il nome dell’impresa per la quale lavorano. Chi controlla? Chi fa cosa? Qual è il ruolo dei preposti». A tal proposito Salvatore Teresi sostiene che la nostra regione «Rimane fanalino di coda nel panorama nazionale per la stesura di protocolli di legalità e sicurezza per la gestione degli appalti con le organizzazioni sindacali di categoria, mentre continuano a essere appaltate opere anche con le risorse del Pnrr. L’ultimo protocollo sottoscritto risale al 1991. E il quadro non cambia con le Partecipate della Regione, che per gli appalti fanno riferimento alla Stazione Unica Appaltante Regionale, Partecipate con le quali è impossibile addivenire a protocolli sugli stessi temi, nonostante le richieste unitarie dei sindacati e le sollecitazioni alla Regione». Salvatore Teresi prosegue: «Bisogna ricordare che Arer, Cva, Rav e Sav e la Società Traforo del Monte Bianco utilizzeranno i turni di lavoro per l’impiego degli edili, e l’organizzazione del lavoro, come previsto dal contratto nazionale, è tema di confronto con i sindacati di categoria. Negli anni precedenti abbiamo subito infortuni mortali, e sollevato unitariamente le nostre preoccupazioni a tutti i soggetti istituzionali, evidenziando in occasione delle convocazioni della Consulta dei Lavori Pubblici, le irregolarità riscontrate su sicurezza e rispetto dei contratti collettivi di lavoro». Salvatore Teresi, pertanto, conclude: «È il momento di mettere in pratica quanto sottoscritto da parte datoriali e sindacali nel Contratto Collettivo Regionale degli Edili: bisogna stimolare un lavoro congiunto con le istituzioni, su accordi e buone prassi per il contrasto alle irregolarità, alla concorrenza sleale, alla legalità, su appalti e affidamenti. In attesa che le sensibilità e il senso di responsabilità di tutti i soggetti maturino in una condivisione fattiva e costruttiva, ci auguriamo che tutte le forze dell’Ordine e ispettive di controllo pongano la dovuta attenzione a una situazione che rischia di degenerare in maniera incontrollata mettendo a rischio le risorse messe in campo, la sicurezza dei lavoratori, il rispetto dei contratti e della legalità, con il rischio concreto di infiltrazioni mafiose».