Eddy Bignon, una vita di amore per le reines Ha conquistato cinque bosquet regionali
Quella sera di domenica 21 ottobre 2018, mentre all’arena Croix-Noire migliaia di persone salutavano con un boato il successo di Strega contro Duchesse di Gildo Bonin nella finalissima di prima categoria, Eddy Bignon era nel silenzio di casa sua. Squillò il telefono e la voce di Simonetta Cabraz urlò nel suo orecchio “Ha vinto, ha vinto!”. E Eddy Bignon scoppiò a piangere. Per la gioia del suo quinto titolo regionale, dopo quelli di Rondella nel 1991 (in terza categoria) e nel 1993 (in seconda), di Poudre nel 2007 (in seconda) e di Guerra, mamma di Strega, nel 2016 (in prima). E per il sollievo di una gioia grandissima in un periodo difficile, per un male che da 2 anni aveva aggredito il suo fisico e che quel giorno gli aveva impedito di portare nell’arena la sua regina. A quel male, dopo anni di lotta, Eddy Bignon ha ceduto mercoledì scorso, 13 dicembre, chiudendo gli occhi per sempre all’Ospedale regionale, dove era ricoverato da un paio di settimane.
I 5 bosquet regionali di Eddy Bignon non sono arrivati dal nulla, sono un lavoro di generazioni. E lui teneva a ricordare che tutto era partito da suo nonno Germano Squinabol che nel 1967 comperò una vitella bianca e nera, una razza portata avanti di madre in madre fino a oggi. Germano, classe 1909, era un uomo operoso e di poche parole, con una vecchia, piccolissima stalla nel borgo di Grand Pollein. Lì Eddy Bignon ricoverò le sue poche mucche quando decise di lasciare il lavoro al Supermercato Mega e di dedicarsi a tempo pieno all’allevamento. All’inizio degli anni Novanta costruì poi la nuova stalla, che ospitava in tutto una quarantina di animali. Per un paio di anni ha tenuto l’alpeggio di Plan Perdu a Pila. Poi, dal 1998 al 2008, quello del Mont Forciaz della famiglia Gerbelle, a Valgrisenche, che divenne la sua seconda casa.
Nato il 12 agosto del 1963, figlio di Maurizio “Riccio” Bignon e di mamma Rina Squinabol, Eddy aveva un carattere schietto e diretto e il sorriso un po’ malinconico. Tifoso dell’Inter, da giovane aveva giocato a tsan, nel Pollein e nel Fénis. E’ stato anche presidente della Polisportiva Pollein, che proprio sabato scorso, 9 dicembre, ha festeggiato i suoi 50 anni di attività (si veda servizio a pagina 35). Ma la sua vita erano le reines. E su tutte l’amatissima Rondella, che dopo aver conquistato i titoli regionali in terza e in seconda categoria, sfiorò l’incredibile tris perdendo solo nella finalissima di primo peso contro Suisse di Leo Voyat nel 1995. Un’altra finale che rimase nella storia fu quella di prima categoria del 2016, quando la sua Guerra vinse una finale “in famiglia” contro Brunie del cugino e figlioccio Michel Squinabol, riportando la reina des reines a Grand Pollein dopo 39 anni, da quel 1977 in cui Germano Pont si impose con Ardita. Proprio a Michel Squinabol Eddy Bignon ha lasciato le sue bovine, quando il declino della sua salute lo ha costretto a chiudere l’azienda nel 2019. E dopo quei trionfi, Grand Pollein ha invece vissuto l’anno più triste, con la scomparsa improvvisa di Lauro Pont ad appena 56 anni il 31 luglio scorso e ora quella di Eddy, che di anni ne aveva solo 60. Erano 2 grandi amici, cresciuti insieme e che condividevano la stessa passione.
I funerali di Eddy Bignon si celebrano oggi, sabato 16, alle 14.30, nella chiesa parrocchiale di San Giorgio a Pollein. Lascia la mamma Rina, il fratello Bruno con la moglie Fabrizia Bollon ed i nipoti Ilaria ed Enrico.