Ecco il Presidente della Repubblica che vorrebbero i tre «grandi elettori»
Sono 3 i valdostani che partecipano all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, e che fanno parte dei 1.009 «grandi elettori» (senatori, deputati e i delegati delle Regioni): la deputata Elisa Tripodi, il senatore Albert Lanièce e il presidente della Regione Erik Lavevaz. Lunedì prossimo, 24 gennaio, alle 15, si terrà il primo voto del parlamento in seduta comune per eleggere il successore di Sergio Mattarella al Quirinale. Per l’elezione del Presidente della Repubblica sono necessari due terzi dei voti nei primi 3 scrutini, e la sola maggioranza assoluta dal quarto scrutinio. Dei 1.009 grandi elettori fanno parte 630 deputati, tra cui l’onorevole Elisa Tripodi, 321 senatori, tra cui Albert Lanièce, e 58 delegati regionali con il presidente della Regione Erik Lavevaz.
«La più alta carica istituzionale della Repubblica deve essere una figura che sappia salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione stessa e soprattutto deve essere la guida morale del paese» commenta la deputata Elisa Tripodi. «Una guida che sappia farsi carico esclusivamente dell’interesse generale, del bene comune come bene di tutti e deve ben rappresentare l’unità nazionale. Deve essere una persona autorevole per il percorso compiuto e possedere le doti di magnanimità, saggezza e temperanza - sottolinea Elisa Tripodi - ed è questa la figura che vorrei come Presidente della Repubblica, oltre al fatto che sicuramente un messaggio di progresso in un Paese come il nostro sarebbe eleggere una donna, perché c’è ancora molto da fare in relazione alla parità di genere». La deputata intende anche specificare che le interlocuzioni si rafforzeranno in questo ultimo fine settimana, quando inizieranno a definirsi criteri, requisiti e paletti. «L’assemblea dei grandi elettori del Movimento 5 stelle ha dato mandato al presidente Giuseppe Conte a trattare con i vari leader del campo progressista, partendo dalla posizione chiara che per noi la candidatura di Berlusconi è, per la sua storia e per ovvi motivi, chiaramente irricevibile».
Per il senatore Albert Lanièce al momento nomi non se ne fanno perché si rischia soltanto di bruciarli. «Vorrei come Presidente una persona in cui tutti possano riconoscersi, a prescindere dal proprio colore politico. L’Italia, dopo tanti anni di divisioni, anche per via della pandemia, sta gradualmente riscoprendo i valori dell’unità e della coesione. Vanno difesi e salvaguardati, e la figura del nuovo Presidente dovrà rispondere principalmente a questa esigenza». Albert Lanièce si sofferma anche sul ruolo che il futuro Presidente della Repubblica dovrà avere con le regioni a Statuto speciale. «Come scritto nella Carta costituzionale, che sancisce a chiare lettere l’impegno della Repubblica e delle sue istituzioni per la tutela delle minoranze linguistiche e delle autonomie speciali, mi auguro che il prossimo Presidente faccia lo stesso, ovviamente. E per quanto riguarda il suo impegno in Europa, proprio come i suoi predecessori, deve dare l’idea di un Paese protagonista». Secondo Albert Lanièce in questo momento la situazione in parlamento è «liquida». «Nessuna coalizione - illustra il Senatore - ha la forza per imporre un proprio nome dalla quarta votazione, serve quindi un accordo trasversale tra gli schieramenti politici, e allo stesso tempo nessun leader ha i numeri per esercitare il ruolo di king maker. Dovrebbe farlo il centrodestra, ma è evidente a tutti che c’è una competizione tra i tre, Meloni, Salvini e Berlusconi, per chi debba giocare questo ruolo». I nomi che circolano, riferisce Albert Lanièce sono «Berlusconi, Moratti, Casellati, Tremonti, Draghi, Gentiloni, e Cartabia». E in merito alla possibilità di una Presidente donna il Senatore risponde: «Forse mai come questa volta è nelle possibilità, ma che ci si arrivi veramente è tutto un altro discorso».
Infine il presidente della Regione Erik Lavevaz. «Quello di cui abbiamo bisogno è un garante delle istituzioni democratiche italiane, perché questi ultimi anni ci hanno dato la conferma di come il Presidente della Repubblica debba essere il punto di riferimento sia nell’attività ordinaria sia di fronte a crisi politiche che possono verificarsi: per questo serve un profilo solido, con un’esperienza istituzionale riconosciuta e con la capacità di essere punto di contatto tra le forze politiche e tra gli apparati della Repubblica. Il panorama nazionale non manca di donne e uomini che possono avere il profilo giusto per assumere questo ruolo guardando tanto alla dimensione regionale con il rispetto dei territori, quanto alla scena continentale, - continua Erik Lavevaz - il futuro dell’Italia passa proprio dall’armonizzazione tra le realtà locali e quelle europee, perché il destino dell’Italia è in Europa ed è in Europa che l’Italia deve essere protagonista. Un profilo europeista è quindi indispensabile. Non possiamo essere noi, con i numeri dei rappresentati valdostani, ad avanzare candidature: in questi giorni vedremo quali scenari si apriranno nel confronto tra i grandi partiti nazionali, per capire quali percorsi potremo condividere. Il presidente Draghi sarebbe di certo una garanzia sia per il Paese sia sullo scenario internazionale: sarebbe però difficile, se dovesse lasciare Palazzo Chigi, sostituirlo alla guida del Governo con la conformazione di questa maggioranza. Sarei felice di votare una donna, se ce ne fossero le condizioni».