E' morto Giovanni Viel, grande speaker bellunese nato a Cogne: “Era una bellissima persona”
Nella notte di domenica scorsa, 12 febbraio, nella sua casa a Ponte delle Alpi nel bellunese ha finito di lottare contro una grave malattia ai reni e ai polmoni ed è mancato, tra le braccia della moglie Donatella e della figlia Cecilia, Giovanni Viel, la voce dello sport bellunese da sempre legato a Cogne e alla Valle d'Aosta. Il padre lavorava alle miniere e Giovanni era nato proprio a Cogne nel settembre di 65 anni fa, poi la famiglia fece ritorno a Belluno ma lui ha sempre voluto ricordare di essere "cognein".
Era direttore del Cipa, il Consorzio industriali gestione ambiente della provincia di Belluno, conosciuto soprattutto come giornalista (da una vita collaboratore de La Gazzetta dello Sport) e speaker di gare nazionali ed internazionali, in particolare nello sci di fondo e nella corsa in montagna che seguiva con grande passione come il ciclsmo. "Giovanni era una grande persona - ricorda Marco Albarello - brillante, preparato e soprattutto appassionato e amico di tutti noi, in particolare molto legato ai fondisti di Sappada e del Comelico." Nel 1988 aveva scritto con Cesarino Cerise, Francesco Conconi, Sergio Tazzer e Dario D'Incal il volume "Maurilio De Zolt centomila chilometri d'oro" e nello scorso settembre, sabato 24, a Cogne aveva presentato il suo libro "100 anni Ski Club Gran Paradiso".
"Era una bellissima persona, un grande professionista, gentile, garbato, sempre fiero di essere nato qui a Cogne 12 giorni prima del suo amico e collega Cesarino Cerise. - sottolinea Claudia Abram, l’anima dei grandi eventi di Cogne - Ho parlato con lui poche settimane fa e mi aveva detto di avere avuto una ricaduta prima di Natale e che purtroppo stava male." Xavier Chevrier lo ricorda come "una bella persona che con la sua voce mi apriva il cuore, sempre allegro e appassionato, era la voce della corsa in montagna e ricordo quel 9 settembre 2009 a Campodolcino, quando mi aggiudicai il Mondiale juniores, che da speaker divertiva i miei tifosi dicendo che il presidente della Vallée Augusto Rollandin avrebbe proclamato festa nazionale per la mia vittoria".
Nel libro sullo Ski Club Gran Paradiso Giovanni Viel citava nell'introduzione Giuseppe Giacosa e "la sirena della miniera che squarciava ogni giorno e sempre alle stesse ore il silenzio ovattato della valle" e nelle conclusioni con "l'amor che move il sole e l'altre stelle" di Dante ricordando che "ci vuole amore per dedicare 100 anni al proprio paese e ai suoi giovani". Quell'amore per lo sport di fatica - in particolare fondo e atletica - che Giovanni Viel ha trasmesso ad intere generazioni in tanti anni con la sua voce ed i suoi scritti.