E’ l’ora dei buoni propositi per il nuovo anno Consigli utili per non abbandonarli a metà
Con l'inizio del nuovo anno si formulano tradizionalmente desideri e aspettative, spesso buoni propositi che rischiano di esaurirsi in poche settimane. «Per questo è meglio parlare di volontà e non solo di desideri» spiega Tiziana Celli di Aosta, psicologa del lavoro e dell'emergenza, docente universitaria in Psicologia del lavoro e delle organizzazioni. «Formulare buoni propositi penso sia una delle cose più difficili. - continua Tiziana Celli - Come dice Seneca, “Nessun vento è favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Il punto è proprio questo: spesso non sappiamo cosa volere, perché non si tratta di desiderare e stare a far niente, aspettare senza agire, perché la volontà è azione e il desiderio è immaginazione che non passa all'azione».
La scelta degli obiettivi
Il primo scoglio da superare è la scelta degli obiettivi che intendiamo raggiungere nel nuovo anno. «Spesso non sappiamo cosa volere - prosegue la psicologa - Per restare nella metafora del marinaio, non sappiamo qual è il nostro porto e questo accade per diversi motivi. Il primo è che a volte ci proponiamo cose troppo grandi, perché non riusciamo a formulare il nostro proposito: le buone intenzioni finiscono subito, perché mi sono dato un obiettivo che non posso raggiungere nel tempo dato o per il quale non ho le forze. Oppure non ci provo nemmeno perché penso che non ce la farò: questo avviene perché il mio obiettivo non è abbastanza importante per me oppure perché mi sottovaluto fin dall'inizio. Infine ci sono propositi che restano solo desideri». Come risolvere? «C'è un dato di fatto che ci aiuta a scegliere. - risponde l'esperta - Noi abbiamo il diritto di fare cose importanti per la nostra vita. Siamo però essere umani in continuo mutamento e non pietre: per esempio, la scelta dipende dalla fase di vita in cui ci troviamo, possiamo porci come obiettivo un viaggio, pandemia permettendo, oppure decidere di finire un corso di studi, iniziare una dieta o una cura per il nostro benessere e la nostra salute, scrivere pensieri positivi. O posso decidere di trovare il tempo per riposarmi di più: penso ad operatori sanitari, ai quali può sembrare impossibile prendersi degli spazi di riposo perché siamo sempre in emergenza. Eppure si può: posso decidere che per mezz'ora non ci sono, esco, faccio altro». Soprattutto, aver chiaro l'obiettivo serve alla motivazione: «Quando sto per demotivarmi, mi ricordo perché lo voglio fare. Devo avere un forte perché, saper bene perché lo voglio fare, come mi cambia la vita».
Le strategie da adottare
Cade subito il mito delle buone intenzioni per tutto l'anno. «Scordiamoci un obiettivo annuale, troppo grande. - spiega Tiziana Celli - Scegliamo invece obiettivi stagionali, trimestrali, per esempio da qui a fine marzo o per la primavera. Un obiettivo grosso non si può gestire, allora lo spezzo in altri più piccoli. A febbraio i buoni propositi sono già spariti, mentre su tre mesi posso pormi qualcosa di più realizzabile». Il consiglio dovrebbe essere costruito sulla persona, sulla sua età, i suoi punti di forza e di debolezza, ciò a cui tiene. Proviamo lo stesso a fare un discorso generale? «Gli strumenti che possiamo utilizzare per rendere validi i nostri propositi sono di due tipi: ci sono quelli pratici e quelli relazionali. - risponde la psicologa - Un esempio pratico è il diario, cartaceo o digitale: ci scrivo il mio obiettivo, lo formulo scrivendo "io voglio..." e lo leggo ogni mattina. Posso stampare una foto della meta del mio viaggio, scrivere la "me che voglio essere" su un cartello e metterlo in vista, sul comodino o sul frigo». Serve però anche qualcuno che supporti, la parte relazionale. «Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti, perché è utile essere in due a spalleggiarsi, anche se ciascuno persegue obiettivi diversi. - aggiunge - Per esempio conosco due amici che si sono posti obiettivi sportivi, uno in bici e l'altro nella corsa: ogni settimana si ritrovavano per verificare dove erano arrivati. Ci vuole una persona fisica, se vogliamo dirla all'americana serve uno sponsor, un "buddy". Con un amico possiamo porci l'obiettivo di non ingrassare, e allora ci si scambiano le ricette, ci si racconta come mangiare bene. Il tutto in un clima sereno. La persona che aiuta deve essere amorevole, è quella che ti vuole bene anche quando non ce la fai, ma è decisa e ti ricorda dove si deve arrivare».
Il rapporto con la pandemia
I buoni propositi sono per tutti, grandi e piccoli, anche se con la pandemia abbiamo dovuto rivedere il nostro modo di vivere la quotidianità. «Ricordiamoci che dalla primavera 2020 abbiamo fatto cose belle mai sperimentate. prima: - sottolinea Tiziana Celli - fare il pane, camminare attorno all'isolato, andare su e giù per le scale, come la mia vicina che si preparava per il Tor des Géants e calcolava così un ipotetico dislivello. La pandemia, quando non ha stimolato in modo depressivo, lo ha fatto in modo creativo, verso qualcosa che prima non c'era. Andare in bici in garage, fare il giro dal cortile alla strada cento volte. C'è la nostra zona di influenza, che possiamo modificare, e il cerchio più ampio della zona di coinvolgimento, che invece non dipende da me. La pandemia tende a chiuderci e noi dobbiamo aprirci. Ci sono abitudini da togliere, come parlare solo di pandemia. Facciamo la nostra scelta e poi dedichiamoci ad altro. Questa emergenza è lunga, siamo ancora in allerta. Non possiamo abituarci a tutto questo ma possiamo fronteggiarlo. Spieghiamo ai bambini che stiamo facendo cose importanti per la terra, chiamiamo gli amici, scriviamo lettere ai nonni, diamoci un appuntamento la sera o la domenica per valutare insieme com'è andata la giornata o la settimana e diamo un nome a questo momento». E ancora, altri consigli pratici: «Piantiamo un'erba aromatica, - conclude Tiziana Celli - mettiamo in una boccia pensieri positivi, da ripescare nei momenti tristi. Con i bambini in didattica a distanza, aiutiamoli a darsi tempi come a scuola, alternando studio e svago».