E’ l’inverno più triste: restano in soffitta in tutti i Comuni i colorati abiti delle landzette

E’ l’inverno più triste: restano in soffitta in tutti i Comuni i colorati abiti delle landzette
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Se non ci fosse il Coronavirus, quello di oggi e domani, sabato 23 e domenica 24 gennaio, sarebbe stato il fine settimana del Carnevale di Valpelline. Invece nella valle del Gran San Bernardo, già orfana dei suoi turisti, questo insolito inverno non è ravvivato nemmeno dai colori e dai suoni delle landzette. «C’è tantissima delusione, certo, e un po’ di rassegnazione. - spiega il capogruppo del Carnevale di Valpelline Andrea Triolo - Naturalmente non abbiamo organizzato niente, non ci siamo nemmeno incontrati tra noi. E’ un peccato perché c’erano dei vestiti nuovi, delle coppie che sarebbero uscite per la prima volta. Esiste l’ipotesi di proporre una sfilata più avanti ma dobbiamo ancora parlarne. Si pensava a settembre o ottobre perché in piena estate con i nostri costumi farebbe troppo caldo. Però bisogna valutare se avrebbe senso sfilare e poi da novembre ricominciare a organizzare il Carnevale per il gennaio 2022. In questo momento, è tutto un’incognita».

Tradizionalmente il primo Carnevale ad accendere le polveri nella vallata del Grande era quello di Ollomont. «Sarebbe stato sabato scorso, 16 gennaio, ma non si è fatto nulla, zero. - dice la “guedda” del gruppo Nicolas Bal - Visti i tempi, ci sono cose peggiori. Siamo dispiaciuti ma esistono problemi più importanti e ne siamo consapevoli. Ci rifaremo l’anno prossimo».

Dopo Valpelline, nel 2020 era toccato a Bionaz. «Ci siamo sentiti ma quest’anno è tutto fermo. - conferma il presidente del comitato Ives Jordaney - Chi si può prendere una responsabilità simile? Dispiace molto perché lo scorso anno avevamo festeggiato il trentennale ripartendo con un bel gruppo: erano tornate a sfilare alcune persone che non si mascheravano da anni. L’unica speranza è che questa malattia passi in fretta».

Nemmeno per le kermesse che si sarebbero dovute svolgere più avanti, a febbraio, qualcuno azzarda la possibilità di organizzare qualcosa.

«La nostra festa sarebbe stata da domenica 14 a martedì 16 febbraio ma è praticamente certo che non avrà luogo. - anticipa Chantal Cuaz, presidente del comitato di Doues - Vedremo se il prossimo Dpcm concederà qualche apertura e ci consentirà la possibilità di fare una piccola cosa, magari all’uscita di una Messa. Però, sinceramente, in un momento in cui c’è gente che non ha il lavoro, pensare al Carnevale mi pare improbabile e anche poco rispettoso. Potremo forse proporre un piccolo evento d’estate, vedremo».

«Se rimangono queste condizioni non faremo niente di sicuro. Dobbiamo vederci a breve per decidere definitivamente» sottolinea dal canto suo Piero Lutzu di Saint-Oyen.

«Ci eravamo incontrati in autunno e già allora c’era grande scetticismo sulla possibilità di organizzare il Carnevale. - dichiara Maura Gorré, vicepresidente del Carnevale di Roisan - Tra di noi vi sono anche persone anziane che in questa situazione non si sarebbero comunque mascherate. E tra coloro che di solito ci ospitano nelle loro case si sono verificati dei lutti. Non sarebbe stata la situazione adatta. Vorremmo dedicare almeno una Messa per ricordare le maschere che non ci sono più e tra loro Eugenio Vergeron, che è mancato da poco. Da un lato il Carnevale avrebbe portato allegria e un po’ di normalità ma in una situazione come questa bisogna essere rispettosi».

A Gignod il Comité di Poudzo ha in programma di promuovere il suo Carnevale in un evento nazionale on line. «E’ una cosa in collaborazione con altri gruppi di Carnevali italiani, per la quale dovremmo essere intervistati sabato 13 febbraio. - rivela il presidente Erik Bionaz - Per il resto, con ogni probabilità non si farà niente. La nostra manifestazione prevede assembramenti e il passaggio di casa in casa, una cosa ora impossibile. E’ un peccato, il Carnevale è una manifestazione che noi sentiamo particolarmente e sarebbe stato bello, dopo tutto quello che c’è stato, ritrovarsi per un po’ di svago di cui la gente sente il bisogno. Però non è ancora il momento. Speriamo di uscirne presto».

«Già siamo stati “graziati” l’anno scorso, quando siamo riusciti a festeggiare il Carnevale appena prima che chiudessero tutto. Quest’anno di certo non si fa nulla. Speriamo nel prossimo» aggiunge il presidente della Pro Loco di Saint-Rhémy-en-Bosses Christian Avoyer. «Nella Coumba il Carnevale è sentito ma quest’anno si rinuncerà a tutto. - conferma Marco Bignotti di Etroubles - Ci si riorganizzerà per il 2022».

Anche ad Oyace e ad Allein non ci si fa illusioni sui festeggiamenti. «Il Carnevale 2021 lo abbiamo già archiviato, sperando in tempi migliori, specialmente per i giovani che aspettano questo momento tutto l’anno. - conclude Lori Robbin, presidente del Pro Loco Comité Lo Carnaval di Allein - D’estate, con tutte le precauzioni del caso, abbiamo potuto organizzare la Festa delle Trifolle e in tanti ci hanno ringraziati perché la gente ha voglia e bisogno di uscire e distrarsi. Attualmente, però, non è proprio possibile fare nulla».

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