E’ Julien il primo nato del 2021 Maternità, nel 2020 numeri in calo

E’ Julien il primo nato del 2021 Maternità, nel 2020 numeri in calo
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Fiocchi rosa e azzurri nel passaggio all’anno nuovo all’Ospedale Beauregard di Aosta. Il primo nato del 2021 è Julien (3,440 chilogrammi, 52 centimetri), venuto alla luce alle 5.40 di ieri, venerdì 1° gennaio, per la gioia di mamma Elena Comé - coadiuvante dell’azienda agricola di famiglia - e di papà Albert Ouvrier, allevatore e dipendente dell’Institut Agricole Régional. La famiglia vive a Jovençan.

«Non potevamo iniziare l’anno in modo migliore. - confessa Albert Ouvrier - Voglio fare un grande ringraziamento a tutto il personale del reparto: sono stati gentili e molto efficienti».

Julien Ouvrier è nato 15 ore dopo l’ultimo del 2020, una bimba, venuta alla luce alle 14.13 di giovedì 31 dicembre.

Si chiude così un anno in cui la struttura valdostana è stata premiata dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna del Ministero della salute anche per i servizi offerti nei reparti di ostetricia e ginecologia. Nel 2019 ci sono stati 807 parti, di cui alcuni plurimi, per un totale di 821 nati, di cui 412 femmine e 409 maschi. Il 65,90 per cento dei parti, cioè 541, è stato spontaneo. Nel 2020 i parti sono scesi a 745, con 7 gemellari, per un totale di 754 nati, di cui 392 femmine e 361 maschi.

«Abbiamo avuto, rispetto all’anno scorso, un calo del 7,6 per cento. - spiega Livio Leo, direttore del Dipartimento Materno Infantile e della struttura complessa Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Beauregard - Il decremento delle nascite è un fenomeno che interessa anche la Valle d’Aosta, tuttavia bisogna anche sottolineare che quest’anno non abbiamo avuto i flussi attivi dal Piemonte, per quanto riguarda i parti, in quanto la regione si è chiusa per il confinamento.

Circa il 10 per cento della nostra attività di clinica ginecologica e ostetrica arriva da fuori regione, dobbiamo analizzare meglio i dati, ma possiamo dire che il decremento reale in Valle d’Aosta è intorno al 3 per cento».

«L’attività del nostro Centro di fecondazione - continua Livio Leo - è incrementata grazie anche all’assunzione di personale specializzato e soprattutto grazie alla progettualità: sono già stati stanziati dalla Regione i fondi necessari e l’ampliamento del Centro è stato bloccato solo a causa del Covid».

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