Due progetti che cambieranno la città: per gli esercenti della zona sarà sicuramente un’opportunità da sfruttare

Due progetti che cambieranno la città: per gli esercenti della zona sarà sicuramente un’opportunità da sfruttare
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Prima prestigioso polo educativo, poi occupato dalle truppe napoleoniche e infine sede di un istituto tecnico per geometri, il complesso monumentale dell'ex priorato di Saint-Bénin ad Aosta ospiterà giovani studenti e sarà valorizzato attraverso un più diretto rapporto di scambio e di relazione con la città.

È proprio su questo che punta il progetto che si è aggiudicato il concorso proposto dalla Regione per il restauro dell'ex priorato. L'obiettivo era far rivivere la struttura come ampliamento del vicino Convitto regionale Federico Chabod: con il restauro del Saint-Bénin saranno ampliati sia la capacità ricettiva che i servizi educativi e ricreativi dell'attuale convitto. Non solo: nei giorni scorsi è stato reso noto il progetto del nuovo Manzetti - l’istituto scolastico poco distante dal Saint-Bénin - che verrà abbattuto e ricostruito. Insomma, una ventata di aria nuova per una zona del centro della città che si appresta a rinascere, a diventare strategica.

E cosa ne pensano i gestori delle attività commerciali presenti nelle vicinanze? Tutto ciò porterà lavoro?

«Il fatto che l’ex priorato di Saint-Bénin sarà adibito anche a convitto permetterà alla zona di diventare più “giovane”, - si augura Marco Liporace, titolare del Bar Cristallo di via Festaz - e al contempo più controllata. Inoltre, indubbiamente, si verrà a creare un indotto commerciale che ci permetterà di accogliere più ragazzi nel nostro locale e di questo siamo molto felici. L’Amministrazione regionale ha avuto un’ottima idea perché, ad esempio, il vicino museo non è molto attrattivo, forse la posizione in cui si trova a livello turistico non è ben visibile come potrebbe esserlo in piazza Chanoux. Sarebbe bello trovare un accordo con i commercianti del luogo al fine di creare promozioni ad hoc per gli studenti e per gli insegnanti. Oltretutto, essendoci anche il Liceo Classico qui a breve distanza potrebbe nascere un polo scolastico».

Al negozio «iRiparo» - sempre in via Festaz - il titolare Alex Dal Grande afferma: «Sono molto contento che l’ex priorato di Saint-Bénin venga riqualificato anche perché cade a pezzi. Già vent’anni fa la struttura era degradata quindi è un bene che venga ristrutturata. Sono un po’ perplesso però sul nuovo piano del traffico che toglie dei parcheggi lungo la via limitando alcuni servizi che potrebbero portare benefici sia ai ragazzi sia in generale alla popolazione. Ritengo che questi progetti di riqualificazione possano comportare dei vantaggi alla mia attività, ma devono essere portato avanti di comune accordo tra il Comune e la Regione seguendo un’unica direzione».

«L’intera zona andrebbe riqualificata. - afferma Annalisa Trabbia, dipendente del Bar Saint-Georges, sempre in via Festaz - Sembra si dia solo importanza alla parte storica della città, mentre le restanti aree vengono dimenticate. A questo proposito spesso troviamo immondizia davanti al locale. Il ritorno del convitto può aiutare a limitare questi episodi, se questi territori non vengono trasformati in poli culturali si rischia il degrado. Sicuramente è una buona idea riqualificare l’ex priorato di Saint-Bénin trovandosi vicino al Manzetti e al Convitto Federico Chabod. Inoltre, essendo un luogo storico sono felice venga frequentato da persone del mondo scolastico».

È nostalgico Natale Minniti, padre del titolare del Bar Challand di via Challand: «Io sono andato a scuola al Saint-Bénin dove ho frequentato i corsi di meccanica e falegnameria che mi sono serviti da avviamento professionale, perciò sono molto felice che la struttura venga riqualificata. E’ stata fatta la scelta giusta, quella di utilizzarla per fini scolastici. Ciò potrebbe portare la zona a migliorare nel suo complesso facendo dimenticare i brutti episodi che si verificano in quest’area di notte. Anche la nostra attività potrebbe acquistare valore. Noi proponiamo sconti agli studenti quindi la possibilità che ve ne siano ancora di più non può che essere positivo per noi».

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