Due produzioni italiane e una sudafricana vincono il 25° Gran Paradiso Film Festival

Due produzioni italiane e una sudafricana vincono il 25° Gran Paradiso Film Festival
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Per la prima volta in 38 anni e 25 edizioni del Gran Paradiso Film Festival due film si aggiudicano insieme lo Stambecco d’Oro premio principale della manifestazione.

I 2 lungometraggi vincitori - che hanno ricevuto sorprendentemente lo stesso punteggio - sono “The elephant & the termite“ di Mark Deeble e Victoria Stone e “Ogni volta che il lupo” di Marco Andreini. Il primo è l’eccezionale storia della relazione che esiste fra le creature più grandi e quelle più piccole dell’Africa e della rara comunità che sostengono; il secondo è una prima visione assoluta, una produzione italiana che offre un ritratto dell’Appennino centrale attraverso il racconto di uno dei suoi protagonisti più ingombranti, il lupo appunto. È da queste montagne infatti che il lupo è partito per il suo spettacolare ritorno in gran parte del territorio italiano e oltre.

Commentando la 25ma edizione, Luisa Vuillermoz che ne cura la direzione artistica ha affermato: «E stato un bellissimo momento di incontro, di confronto, un’occasione di crescita. Tutti noi portiamo a casa immagini, pensieri e propositi. E i numeri registrati e la qualità dei film e degli incontri del Festival danno ragione ai tanti soggetti che sul Festival hanno scommesso ed investito, in termini di idee, di energie umane e finanziarie. Registi, intellettuali e istituzioni, che riflettono nei loro contributi la realtà, convergono sull’importanza sempre più pressante dell’utilizzo responsabile delle risorse e sulla necessità di una tutela attiva di una natura che nonostante tutto continua ad essere il più sorprendente spettacolo che abbiamo di fronte.»

Corrado Jordan, presidente di Fondation Grand Paradis, aggiunge: «Questa venticinquesima edizione del Gran Paradiso Film Festival, che coincide con i 100 anni del Parco del Gran Paradiso, voleva contribuire in modo autorevole ai messaggi di sensibilizzazione e di attenzione al territorio che ci circonda. Attraverso la proiezione di pellicole di grande qualità in termini naturalistici e dei messaggi che vengono rappresentati, abbiamo voluto sensibilizzare gli spettatori rispetto alle azioni e gli impegni che ciascuno di noi può concretamente mettere in atto. I riscontri in termini di presenze sia durante la proiezione dei film che durante i colloqui di approfondimento con le personalità che hanno accettato il nostro invito, ci incoraggiano a proseguire le nostre attività con sempre più motivazione che impegno.»

La giuria tecnica ha scelto di premiare, tra i lungometraggi, il film “My garden of a Thousand”, di David Allen, con la seguente motivazione: «Questo film è prima di tutto la storia di un confinamento unico. Abbiamo apprezzato l'approccio senza compromessi di Martin Dohrn, protagonista del film, che, nel bel mezzo del lockdown, sceglie di osservare il reale, nei più remoti angoli del suo giardino di Bristol, piuttosto che rispondere alle sirene del virtuale e degli schermi.

(…) È un invito universale. David Allen e Martin Dohrn sono riusciti a trasformare un modesto giardino di Bristol, nel Regno Unito, in un parco nazionale unico nel suo genere per tutta la durata del film: uno spazio di rispetto, di relazioni e di gentilezza. Il protagonista ci invita a fare lo stesso nei nostri giardini, nei nostri campi, nei nostri pascoli di montagna, nei nostri balconi e nelle nostre terrazze e ovunque siano presenti degli esseri viventi.»

Il Premio Corti della giuria tecnica e? andato a “Lo Combat” di Gaël Truc, scelto perchè «affronta con intelligenza, ironia e una cinematografia ben curata il tema della parità di genere. Una giovane veterinaria alle prime armi che si trova a dover far partorire una mucca allevata da un allevatore di montagna dubbioso sulle sue capacità. Una serie di inaspettati ostacoli che, come sempre la vita pone di fronte quando si devono affrontare le sfide importanti, metteranno la dottoressa a dura prova. Una sfida con sé stessa, contro il pregiudizio dell’allevatore e contro la fatalità dell’imprevisto, che porterà la regina della stalla a partorire due graziose vitelle gemelle e l’allevatore a rivedere, forse, il suo punto di vista. La vita, che almeno in questo caso, vince contro l’imprevedibilità e la morte della ragione.»

Il pubblico piu? giovane ha premiato con lo “Stambecco d’Oro Junior” il film “Linx”; i giurati con meno di 14 anni hanno scelto il film del regista Laurent Geslin, che narra la storia della famiglia di una lince nel cuore delle montagne del Giura seguendola nel corso delle stagioni.

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