Due bacini di stoccaggio contro la crisi idrica Uno studio presentato dal Comune di Nus
Due bacini di stoccaggio dell’acqua potrebbero essere realizzati sul territorio comunale di Nus per fare fronte alla crisi idrica. Lo studio di fattibilità è stato presentato nella serata di giovedì scorso, 1° dicembre, dall’Amministrazione comunale di Nus guidata dal sindaco Camillo Rosset, ai presidenti di consorzi e consorterie che attingono al torrente Saint-Barthélemy e ai sindaci di Quart e di Verrayes. Si è trattato di un importante momento di confronto che ha messo in evidenza la necessità di fare sinergia al fine di trovare le risorse necessarie per la realizzazione di opere ormai fondamentali per la gestione futura del territorio, come testimoniato dalla grave siccità dell’estate appena trascorsa. Il progetto - che prevede la creazione di 2 invasi nella zona dell’alpeggio di Champlesan, di proprietà del Comune di Nus - verrà poi presentato in Regione per un eventuale finanziamento. Proprio il Consiglio Valle - durante la seduta di giovedì scorso, 1° dicembre, ha approvato un ordine del giorno proposto dalla Lega VdA per la «semplificazione delle procedure per la creazione di bacini di stoccaggio delle risorse idriche».
Manca l’acqua per irrigare In 259 firmano una petizione
Il progetto dei 2 bacini di stoccaggio - realizzato dal Comune di Nus - è stato presentato ai diretti interessati al termine di una settimana in cui il tema della crisi idrica è stato al centro delle discussioni. Il grido d’allarme che si è levato la scorsa estate da numerose zone della Valle d’Aosta per la mancanza di acqua da dare da bere agli animali e per irrigare orti e giardini si è infatti concretizzato a Nus, in una petizione on line, sottoscritta da 259 cittadini, e cartacea, firmata da una sessantina di persone, coordinata dall’allevatrice e scrittrice Marzia Verona.
«Il problema si presenta con modalità sempre più gravi a partire dall'estate 2021, con una disponibilità di acqua per l'irrigazione via via inferiore, fino a venire a mancare totalmente in alcuni periodi. - si legge nella petizione - Tali carenze sono imputabili solo marginalmente alla siccità». Secondo i promotori, tra le cause vi è anche l’entrata in funzione di alcune centraline idroelettriche facenti riferimento al corso del Torrente Saint-Barthélemy e al Ru de Val. «Le problematiche si sono avute, in forme differenti, sia nel periodo di tradizionale funzionamento dei rus e degli impianti d'irrigazione (dal 1° aprile al 30 settembre), sia in quello successivo, in cui nelle derivazioni dei rus era comunque disponibile una discreta quantità di acqua corrente. - prosegue la petizione - La disponibilità di acqua rappresenta un elemento fondamentale per la permanenza sul territorio delle aziende agricole ma nello stesso tempo lo è anche per orti e frutteti privati, sempre più basilari per la sussistenza famigliare». La richiesta dei promotori della raccolta firme è di «rivedere le date per consentire l’irrigazione (se necessaria) anche anticipatamente, per poter garantire l’abbeverata degli animali presenti nei prati nella stagione autunnale (inizi di ottobre - metà novembre), così come l’irrigazione degli orti (in mancanza di precipitazioni naturali)». Sempre ai consorzi idrici viene richiesta «una maggiore comunicazione agli utenti, dal momento che più volte nel corso della stagione l’acqua è venuta a mancare totalmente, causando ulteriori disagi». In particolare denunciano i promotori della raccolta firme, dopo il 30 settembre, «si è avuto lo svuotamento totale di derivazioni dei rus in precedenza sempre mantenute in funzione nel corso di tutto l’anno».
La replica del consorzio
«Sono d’accordo per il 95 per cento sui contenuti della petizione. - replica il presidente del consorzio Ru de Val Marco Deval - La carenza di acqua nel 2022 vi è stata non solo nel Comune di Nus ma in tutta la regione e perciò le firme sono anche di agricoltori di altri Comuni. Queste iniziative, se non ideologizzate, sono da considerarsi attuali e quindi il confronto è sempre utile. Quest’anno durante tutta la stagione irrigua, si sono presentate molteplici criticità, in quanto dall’analisi dei dati idrogeologici a disposizione delle stazioni idrometriche localizzate lungo il Torrente Saint-Barthélemy è risultato che le portate transitanti a monte dell’opera di presa del Ru de Val non erano sufficienti a garantire l’approvvigionamento irriguo e il rispetto dei quantitativi di deflusso minimo vitale prescritti negli atti di concessione. Pertanto, al fine di ripartire uniformemente le risorse disponibili e consentire al consorzio il parziale soddisfacimento dei propri fabbisogni irrigui, ci siamo confrontati continuamente con l’Ufficio Demanio Idrico il quale, con comunicazioni periodiche, autorizzava il consorzio a delle deroghe. Le criticità che negli anni precedenti si riscontravano soprattutto nei mesi di agosto e settembre, quest’anno si sono avute anche ad aprile, maggio, giugno e luglio con circa il 50 per cento dell’acqua disponibile».
«Il direttivo del consorzio, per permettere a tutti i consorziati di avere un giusto e proporzionato diritto di utilizzo della poca risorsa idrica, ha stabilito delle regole tra le quali, ad esempio, il divieto assoluto di usare l’acqua delle vasche di irrigazione oppure gli attacchi orti per irrigare i prati con tubi volanti o per altri usi; - continua Marco Deval - si è disposto di irrigare gli orti solamente in determinati orari evitando sprechi; per le zone irrigate tramite impianto automatizzato si è disposto che i tempi di irrigazione siano tra 1 ora e mezza e 2 ore a secondo della disponibilità dell’acqua. Per il futuro, in collaborazione con il Comune di Nus, si cercherà di trovare zone ove poter accumulare l’acqua. Si auspica che l’Assessorato dell’Agricoltura continui a monitorare costantemente l’evolversi della situazione, con studi approfonditi per trovare soluzioni nel breve periodo, quali bacini di accumulo».
«Il periodo stabilito dai vigenti atti concessori per il prelievo idrico va dal 1° aprile al 30 settembre; - dice ancora Marco Deval - per il mese di ottobre abbiamo fatto richieste di deroga al rilascio delle portate di deflusso minimo vitale alla struttura Gestione Demanio Idrico, esclusivamente per le esigenze rurali, quali abbeveraggi del bestiame e pulizia delle stalle, per un prelievo idrico di massimi 50 litri al secondo e devo dire che, eccetto per alcuni giorni, l’acqua è stata assicurata. Devo ringraziare tutto il direttivo e in particolar modo il direttore del Ru Franco Berriat che si è prodigato per la suddivisione dell’acqua nelle varie “combe” e gli acquaioli che hanno fatto i salti mortali per irrigare gli oltre 450 ettari del consorzio. Se negli anni precedenti, in attuazione del vigente Piano Regionale di Tutela delle Acque, il prelievo idrico era di circa 300/450 litri al secondo, quest’anno il prelievo è stato in media di 80 litri al secondo. Siamo aperti al confronto per trovare soluzioni utili che possano soddisfare allevatori e agricoltori».
“Senza centraline il consorzio sarebbe chiuso da anni”
«Sulle centraline, infine, dico solamente che, senza di esse, il consorzio sarebbe già chiuso da parecchi anni. - conclude Marco Deval - Quale direttivo e quale presidente si prenderebbe la briga di amministrare un consorzio sapendo già inizialmente di andare incontro ad un deficit di bilancio di 45/50mila euro? Se qualcuno ha la bacchetta magica si faccia avanti e noi tutti saremo lieti di lasciargli il posto, anche perché tutti operiamo tutto l’anno come volontariato».