Dopo la ripartenza, è tornata l'incertezza legata all'aumento delle materie prime e alla guerra

Dopo la ripartenza, è tornata l'incertezza legata all'aumento delle materie prime e alla guerra
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Il 2021 è stato un anno di «forte ripresa», a seguito della contrazione del Pil nel 2020. «Tuttavia, sia in Valle d'Aosta, sia nel quadro nazionale non abbiamo recuperato quanto perso nel primo anno della pandemia». Lo ha detto - nella sede di Aosta della Banca d'Italia durante la conferenza stampa convocata nella mattinata di martedì scorso, 28 giugno - Paolo Emilio Mistrulli, vicecapo della filiale di Aosta. La stima dell'andamento del Pil nel 2021 in Valle «è molto vicina al 6 per cento nazionale». La crescita «pur significativa», non è stata «omogenea per tutti i settori, con turismo e commercio che hanno ancora sofferto». In più, nell'ultimo trimestre dell'anno «il quadro si è deteriorato con i primi incrementi delle materie prime, in particolare energetiche, e con le difficoltà di approvvigionamento».

Nel dettaglio, il Pil valdostano non è tornato ai livelli del 2019, «in particolare a causa del valore aggiunto nel settore dei servizi»; per contro, «il valore aggiunto dell'industria e in particolare delle costruzioni ha raggiunto e superato i livelli del 2019, in due settori che avevano subito fortemente la crisi del 2008, perdendo circa il 30 per cento per la crisi Lehman Brothers e del debito sovrano» ha aggiunto Paolo Mistrulli. L'occupazione nel 2021 è stata ancora in contrazione dello 0,7 per cento. nel 2020 era stato del 3,8 per cento, «soprattutto a causa del calo del 10,8 per cento nel primo trimestre, a causa della mancata partenza della stagione turistica».

Nei diversi settori, l'industria ha vissuto una ripresa del fatturato, «anche come effetto dell'aumento dei prezzi» ha sostenuto il vicecapo della filiale valdostana. Sulla base dei dati della Chambre Valdôtaine, circa un terzo delle imprese manifatturiere ha aumentato il fatturato tra il 2019 e il 2021 (il 36,9 per cento), circa un terzo ha chiuso con dati invariati (il 31,8 per cento), un altro terzo (il 31,3 per cento) ha segnato un calo, nel 4,4 per cento delle imprese superiore al 50 per cento. Le esportazioni a valori correnti sono aumentate del 28,2 per cento, nel 2020 il calo era stato del 20 per cento, un aumento del 5,7 per cento a prezzi costanti, «comunque inferiore alla domanda potenziale». Si è registrata una «marcata ripresa nei settori siderurgico» (più 49,7 per cento nel 2021, rappresenta il 63,5 per cento delle esportazioni regionali), in cui il calo nel 2020 era stato del 24,7 per cento, e delle costruzioni, «spinto dagli incentivi fiscali».

La stima sull'aumento dei costi dovuti ai forti rincari dei prezzi di alcune materie prime, ha effetti lievemente inferiori in Valle d'Aosta rispetto al resto d'Italia, l'aumento del costo dei prodotti energetici è cresciuto del 147,8 per cento in un anno a marzo 2022, quello dei beni intermedi importati del 19,9 per cento. In Valle, la ricaduta sull'aumento dei costi di produzione nei diversi settori produttivi è del 6,4 per cento, poco al di sotto del dato italiano, pari al 6,7 per cento. «L'impatto è però molto più forte nel settore manifatturiero, con un aumento del 14,1 per cento contro l'11,7 per cento nazionale», dice Luciana Aimone Gigio, economista della divisione Analisi e Ricerca economica della sede di Torino di Bankitalia.

Nella nostra regione i settori fortemente energivori come quello metallurgico, dei trasporti ed energetico, pesano per il 13,8 per cento sul valore aggiunto regionale totale. Per questo, soprattutto nel settore metallurgico l'aumento delle materie prime potrà avere un impatto maggiore; al contrario, «oltre l'80 per cento dei consumi finali di energia è coperto da produzione locale da fonti rinnovabili». Aimone spiega anche che «l'impatto dell'aumento dell'energia è stato diseguale: ha colpito le famiglie con livelli di reddito inferiori».

«Per il momento, dobbiamo guardare al futuro con una visione di breve termine. Certo è che la Valle d'Aosta ha anche dei punti di forza non indifferenti: una grande liquidità, una qualità del credito molto molto buona, un livello dei redditi sopra la media nazionale». È la sintesi di Simone D'Inverno, capo della filiale di Aosta della Banca d'Italia, presentando il rapporto annuale sull'andamento dell'economia regionale nel 2021. Il quadro non è confortante per tanti aspetti: l'aumento di prezzi, «soprattutto delle materie prime energetiche», il «quadro di incertezza causato dell'invasione russa dell'Ucraina», e «ahimè non abbiamo inserito nel nostro studio la siccità, che sta creando ulteriori grossi problemi, paradossalmente nella regione che produce tanta energia idroelettrica ed è ricchissima di acqua».

In sintesi, pur confermando un quadro di «luci e ombre» come negli ultimi rapporti annuali, Bankitalia parla di «periodo imprevedibile». «Siamo in un momento in cui dipende tutto di giorno in giorno, dalle decisioni che si prendono sul gas, dagli attacchi e contrattacchi della guerra. - conclude Simone D'Inverno - Gli operatori economici devono prendere delle decisioni, ma non hanno la leva decisionale, devono adattarsi».

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