Donne in Giunta, il Pd deposita un disegno di legge Pour l’Autonomie si tira fuori dalla «réunion»
Un nuovo disegno di legge di riforma del sistema elettorale valdostano che punta ad una «maggiore stabilità» senza passare per l'elezione diretta del Presidente della Regione. Lo ha depositato in Consiglio Valle il gruppo dei Federalisti progressisti-Partito democratico. L'iniziativa legislativa prevede «una serie di novità rispetto alla normativa attuale» che riguardano «l'attribuzione di un premio di maggioranza, pari a 24 seggi, alla lista o alla coalizione di liste che ottiene più del 50 per cento dei suffragi» e un «turno di ballottaggio, nel caso in cui nessuna lista o coalizione di liste ottenga il 50 per cento, tra le 2 prime liste o coalizioni», con «l'attribuzione anche in questo caso di 24 seggi, alla lista o coalizione di liste che ottiene il maggior numero di voti».
Vi sono poi l'introduzione della doppia preferenza di genere, della presenza di entrambi i generi in lista per una misura pari al 50 per cento della composizione della lista e la presenza obbligatoria di entrambi i generi in Giunta, oltre all'estensione dell'elettorato passivo a 18 anni e la riduzione del numero di firme a sostegno della presentazione di una lista che deve essere di non meno di 500 e non più di 1.000 elettori.
«La notevole instabilità politica degli ultimi anni ha determinato serie ricadute anche sull'attività amministrativa. - spiegano i consiglieri di Fp-Pd - Abbiamo quindi lavorato per una proposta che si ponesse l'obiettivo di conseguire maggiore stabilità, senza adottare il modello di elezione diretta del Presidente della Regione che, congiuntamente ad una maggioranza collegata, riteniamo possa rappresentare un'eccessiva concentrazione di potere».
La proposta di legge «intende anche affrontare la questione della rappresentanza delle donne in seno al Consiglio e alla Giunta. Pensiamo, infatti, che lo squilibrio verificatosi vada assolutamente cancellato».
«Réunion» senza RollandinSi complica il percorso che dovrebbe portare alla ricomposizione dello scenario autonomista, a partire dall’assemblea programmata per giovedì 18 maggio, data altamente simbolica. Con una breve lettera - 11 righe - inviata nei giorni scorsi a Cristina Machet presidente dell’Union Valdôtaine, il movimento Pour l’Autonomie fondato dall’ex presidente della Regione Augusto Rollandin (per decenni leader indiscusso del Leone rampante) si tira fuori dalla «réunion» del mondo autonomista. Pour l’Autonomie vuole proseguire da sola in un progetto «profondamente autonomista» che ha preso avvio nel 2020 con la sua fondazione, alla vigilia delle elezioni regionali, mantenendo valori e azioni basate su «linearità e chiarezza» per il bene «dei valdostani e della Valle d’Aosta». Pour l’Autonomie che è presente nella Giunta guidata da Renzo Testolin con Marco Carrel, assessore regionale all’Agricoltura, che ha di recente nominato Claudine Brunod - in passato candidata alle Regionali con l’Uvp - sua segretaria particolare. E lo stesso Augusto Rollandin aveva appena «incassato» la nomina nella Commissione Paritetica.Salta la commissione«I consiglieri di maggioranza disertano i lavori di commissione: è questo il rispetto che hanno per il Consiglio e i suoi organismi?». Se lo chiedono i consiglieri della Lega, del Progetto Civico Progressista, di Forza Italia e Claudio Restano del gruppo misto dopo la riunione del pomeriggio di giovedì scorso, 27 aprile, della prima commissione Istituzioni e autonomia, alla quale non hanno partecipato i consiglieri di maggioranza Roberto Rosaire e Aurelio Marguerettaz (Uv). A causa della loro assenza, il presidente della commissione Erik Lavevaz, non ha avuto i voti necessari per essere eletto relatore del disegno di legge di manutenzione dell'ordinamento regionale per il 2023. «La commissione - spiegano i consiglieri di opposizione - era chiamata a nominare il relatore del disegno di legge di manutenzione dell'ordinamento regionale per il 2023, un provvedimento presentato dalla Giunta che tocca tutti i settori. Ma 2 consiglieri di maggioranza non erano presenti alla votazione e la maggioranza non ha avuto i numeri per nominare il relatore».