Donato Savin espone in Romania all’«Alpin Film Festival» di Brasov

Donato Savin espone in Romania all’«Alpin Film Festival» di Brasov
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«Esporre in Romania, in occasione di un importante evento non capita a tutti, non lo avrei mai immaginato alcuni anni fa. - dichiara un raggiante Donato Savin - Per me è un ulteriore momento di affermazione, è un’occasione importante non solo personale ma nel contempo per la mia Valle d’Aosta». Dopo le importanti esposizioni italiane e internazionali alle quali ha preso parte, per l’artista di Cogne, o meglio ancora di Epinel, è ora la volta dell’“Alpin Film Festival” di Brasov, evento di grande richiamo locale e internazionale, che si svolge nella più importante città romena legata alla montagna. Curatore del progetto è Aldo Audisio, già direttore del Museo Nazionale della Montagna di Torino, che da anni apprezza e valorizzata l’attività di Donato Savin: l’iniziativa culturale è realizzata con la collaborazione del Festival stesso, dell’Ambasciata d’Italia di Romania e del suo Istituto Italiano di Cultura di Bucarest e della Regione Autonoma Valle d’Aosta, con la presenza del Museo dei Tatra di Zakopane in Polonia, dove lo scultore valdostano ha già esposto con successo.

«Toccare la roccia, sentirla con le mani e poi modificarla, è un modo per estraniarsi dal mondo. Liberarsi e sognare, far rivivere tante cose che ho appreso da bambino osservando i montanari. Un mondo di cui sono parte che, con le mie opere, cerco di perpetrare nel futuro, rinnovandolo». Da questa affermazione nasce il rapporto tra Donato Davin e il suo “mondo di pietra”. La mostra “Stele” - progetto innovativo e coinvolgente - ideata per il pubblico del Trento FilmFestival nel 2019, a cui è seguito un allestimento a Belluno nello stesso anno, è stata l’ideale prosecuzione dell’esposizione personale al Museo Nazionale della Montagna torinese, ma il momento culmine si è rivelato l’allestimento a Zakopane durante la conferenza internazionale “Mountain Panorama” al Museo dei Tatra nel 2022, un incontro pensato con il coinvolgimento addirittura della Nazioni Unite e dell’IMMA, International Mountain Museums Alliance.

Naturalmente, negli anni, per Donato Davin si sono affiancate tante mostre, personali e collettive, anche dedicate ad altri soggetti del suo mondo immaginario. Sue opere sono attualmente collocate in modo permanente in Italia e all’estero, in musei e in spazi pubblici all’aperto: tra queste ricordiamo le 2 grandi Stele che svettano nei pressi della stazione intermedia della funivia Skyway al Pavillon di Courmayeur, in uno spazio denominato “Santuario del Monte Bianco”, con lo sfondo del versante valdostano del massiccio alpino.

«L’idea delle Stele mi venne al Museo Archeologico di Aosta - afferma Donato Savin - quando vidi quelle forme di rocce allungate degli “Dèi di pietra” provenienti dall’area megalitica aostana ed iniziai a cercare pezzi di scisti di quel tipo, con la spaccatura naturale, con la superficie cosparsa di licheni. Le mie opere sono aperte a ogni interpretazione. Io vedo degli Dèi, principalmente femminili, che salgono verso l’alto; quando non ci sarò più, saranno i testimoni del mio passaggio nella vita terrena».

Da martedì prossimo, 5 settembre, gli Dèi di Donato Savin si protenderanno verso un nuovo cielo, quello di Brasov, in occasione di un importante momento di valorizzazione del mondo internazionale della montagna. La mostra dal titolo “Stela” è ospitata nella Banca de Cultura Apollonia di Brasov e sarà visitabile sino a venerdì 29 settembre.

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