Don Ugo Busso, sacerdote tra cultura e territorio Si spegna la voce mai banale del clero valdostano

Don Ugo Busso, sacerdote tra cultura e territorio Si spegna la voce mai banale del clero valdostano
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Mai banale, una miriade di interessi e il coinvolgimento in tante iniziative per la valorizzazione della sua terra. Nella serata di giovedì scorso, 11 febbraio, nella microcomunità di Hône è scomparso don Ugo Busso, già parroco di Gignod, di Excenex-Arpuilles e di Signayes.

Don Ugo Busso era nato a Issime il 2 maggio 1936 dove è cresciuto nutrendo quel forte legame al particolarismo Walser che lo contraddistinguerà per tutta la sua vita. Era stato ordinato sacerdote da monsignor Maturino Blanchet il 25 giugno 1961, iniziando il ministero come insegnante al Piccolo Seminario. Dal 1961 al 1966 ha ricoperto pure l’incarico di assistente diocesano dei giovani dell’Azione Cattolica. Prima di diventare parroco fu anche prete operaio in un'impresa edile.

Il 1° settembre 1968 viene nominato parroco di Sant’Ilario in Gignod dove rimane per 48 anni. Durante questo lungo periodo associa alla cura pastorale della comunità affidatagli anche un’intesa opera di restauro che interessa la chiesa parrocchiale, la canonica e le cappelle. Recupera il rustico adiacente il complesso parrocchiale trasformandolo nella casa di riposo per anziani nota con il nome di «Oberdze».

Nel 1999 viene nominato inoltre amministratore parrocchiale di Excenex-Arpuilles, divenendone poi parroco il 1° ottobre 2005 assieme a quella di Signayes. Anche in queste parrocchie svolge importanti interventi di restauro.

Don Ugo Busso varcò la soglia della chiesa di Gignod nella veste di parroco il 1° settembre del 1968, innamorandosi fin da subito del paese e delle sue montagne.

Quando l'allora vescovo di Aosta Giuseppe Anfossi gli chiese di occuparsi anche delle parrocchie di Excenex/Arpuilles e Signayes, in ognuna di queste da quel momento don Busso volle che ogni domenica venisse celebrata la Messa. In occasione dei suoi 50 anni di sacerdozio - nel giugno del 2011 - su don Ugo Busso è stato pubblicato il libro «Parole amiche cammin facendo» con una sua intervista che ne ripercorre tutta la vita, a partire dall'infanzia trascorsa a Issime. Una volta insediato a Gignod ha preso a cuore le tradizioni, come quella della processione a Punta Chaligne, e ha affrontato sfide molto attuali, come quella dell'integrazione dei richiedenti asilo presenti sul suo territorio.

A livello diocesano va ricordato il suo impegno presso la Caritas, prima come Delegato vescovile (dal 1990) poi come Direttore (dal 1998 al 2005). È stato anche membro del Consiglio presbiterale e del Consiglio pastorale diocesano. L’11 settembre 2016 si dimette dall’incarico di parroco, però continua a risiedere a Gignod. Dopo un breve ricovero in ospedale, negli ultimi mesi si è ritirato nella microcomunità di Hône.

Custode dei valori walserDon Ugo Busso è stato presidente dell'Associazione Augusta per oltre 30 anni, dal 1982 al 2014. «Il suo impegno e la sua umanità lo hanno visto coinvolto nelle dinamiche della nostra Associazione, - racconta l’attuale presidente Michele Musso - con la quale ha condiviso una lunga e intensa stagione di attività tesa alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio culturale della Comunità Walser della Valle del Lys. Ne ricordiamo la indomita passione, nel solco dei valori che hanno ispirato nel lontano 1967 i fondatori dell'Associazione, sempre tenacemente schierato in difesa del patrimonio linguistico, storico, paesaggistico e ambientale, al fine di perseguire una piena ed efficace tutela del bene comune. La comunità di Issime perde una figura esemplare per il rigore, l'intransigenza e la sensibilità che sempre ne hanno guidato l'impegno sociale e culturale, per questo lascia a tutti noi un grande esempio e un ricordo indelebile».La fede non si impara a scuolaMai banale, don Ugo Busso. Nel 2009 a livello nazionale venne lanciata una proposta, che fece molto discutere: istituire l'ora di religione islamica nella scuola pubblica.

Tra tutti i commenti si distinse proprio il suo: «Si rischierebbe di fare un secondo errore dopo quello dell'insegnamento della religione cattolica in classe. La fede non si impara a scuola, ma si vive, si alimenta e si accresce in famiglia, in parrocchia e, per gli islamici, nella moschea. La scuola può servire per l'insegnamento della cultura religiosa, ma non per l'educazione alla fede cattolica o islamica o qualsiasi altra. Quindi, sono d'accordo che a scuola si insegni soltanto cultura religiosa generale, tenuta obbligatoriamente da gente laureata in questo campo, non importa se cattolica o islamica, purché sia seria, preparata e onesta». D’altronde parliamo dello stesso sacerdote che nel 1969, quando imperversava la protesta degli studenti, offriva loro ospitalità. Don Ugo Busso aveva una stanza in cima a via Croce di Città, vicino a piazza Roncas. Lì nacque un circolo, in cui il sacerdote invitava i promotori del «movimento» a spiegare ai giovani cattolici le loro ragioni.

Una decina di anni fa, invece, sulla regola del celibato dei preti, dichiarava: «Prima di parlare di abolire la regola sul celibato, bisogna stare attenti che non arrivi il giorno in cui non ci saranno più sacerdoti. Quindi, il problema non va posto in questi termini. La Chiesa deve allargare la possibilità di accedere a questo servizio essenziale che è il ministero sacerdotale, ma finché l'ordinazione viene concessa soltanto ai celibi: non so cosa potrà succedere fra alcuni anni e prendiamo pure, come esempio, la diocesi valdostana. Oggi, sono in tanti ad essere favorevoli al matrimonio dei preti. Spiacente, ma non è così che si risolve il problema della scarsità di vocazioni, perché secondo me sarebbe meglio impartire il sacramento dell'Ordine a persone coniugate e anche alle donne, che numericamente sono la metà del genere umano. Aggiungo che l'abolizione della regola del celibato rischierebbe di creare altri problemi, perché si potrebbero verificare casi di preti sposati che si separano, di altri che hanno relazioni extraconiugali, di altri che abbandonano moglie e figli».

Funerali lunedì ad Aosta

Il rosario viene recitato nella chiesa parrocchiale di Issime oggi - sabato 13 febbraio- alle 20.30 e nella chiesa parrocchiale di Gignod domani, domenica 14, alle 18.

La Messa esequiale, presieduta da monsignor Franco Lovignana, vescovo di Aosta, sarà celebrata nella Cattedrale di Aosta lunedì prossimo, 15 febbraio, alle 10.30. Successivamente la salma di don Ugo Busso proseguirà per Issime per essere accolta nella chiesa parrocchiale dove alle 15 si svolgerà una breve liturgia funebre, quindi verrà tumulata nella tomba di famiglia.

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