Don Luciano Perron, ancora in prima linea: «La pandemia ci ha messo alla prova»

Don Luciano Perron, ancora in prima linea: «La pandemia ci ha messo alla prova»
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E’ arrivato a 72 anni di sacerdozio don Luciano Perron, decano dei sacerdoti valdostani, che all’età di 96 anni a Chambave, dove è parroco, celebra ancora la Messa con la stessa passione di quando era ragazzo.

Da giovane don Luciano Perron è stato membro attivo dell’Azione Cattolica e ha insegnato religione nelle scuole medie. Da oltre 50 anni è il pastore della parrocchia di Chambave. Guida ancora l’automobile, che usa per spostarsi e raggiungere malati, anziani e bisognosi.

Don Luciano Perron è stato ordinato sacerdote il 26 giugno del 1950 a Valtournenche, quando aveva 24 anni. Furono i suoi genitori a spingerlo a intraprendere la strada del sacerdozoi.

«Sono ancora qui a Chambave dopo tanti anni, e non ho intenzione di smettere di compiere i miei doveri» racconta don Luciano Perron. «C’è molto da fare qui in parrocchia e di certo non mi tiro indietro: aiutare i malati, gli anziani, dare una mano ai catechisti, oltre alle funzioni normali di ogni parroco come celebrare la Messa tutti i giorni. In estate qualche volta vado nei villaggi a portare direttamente la parola del signore - continua Don Luciano - e cerco ancora di seguire gli insegnamenti principali della Chiesa. Il compito del sacerdote è quello di annunciare sempre e di fronte a chiunque la parola di Dio».

Don Luciano si sofferma su uno dei compiti principali della Chiesa, ovvero quella di aiutare i bisognosi.

«La missione di un parroco è aiutare le persone in difficoltà, per questo mi occupo dei malati, dei sofferenti e dei bambini. - puntualizza don Luciano Perron - Ogni parrocchia è diversa dall’altra, si riscontrano mentalità differenti. Per esempio quando sono stato parroco di Emarèse i fedeli erano più semplici, la popolazione più unita e la comunità si caratterizzava per il suo grande spirito religioso. Qui a Chambave e nella zona di Saint-Denis le persone lavorano in città, la gente parte al mattino verso Ivrea e Aosta e torna tardi la sera a casa, quindi la mentalità e l’approccio che hanno le persone nell’affrontare la Chiesa e la religiosità sono diversi. Mi sono trovato bene ovunque - continua don Luciano - però ogni esperienza è diversa e il compito del parroco è proprio quello di adattarsi alla mentalità del luogo dove il vescovo ci manda a portare la parola del signore».

Don Luciano Perron parla anche delle prospettive della Chiesa di oggi: «Va incontro a grandi difficoltà per tanti motivi, però noi non dobbiamo perdere la fede e bisogna rinnovarsi sempre con fiducia. La Chiesa è l’opera dello spirito santo che darà sempre modo di seguire il signore, la gente si allontana dalla Chiesa ma noi dobbiamo continuare a portare la nostra parola. La pandemia ha allontanato altri fedeli, però riflettendoci questo poteva essere anche un periodo di prova per noi. Per avere fiducia e speranza il signore veglia su di noi, vi è molto più distacco perché la pandemia ci ha allontanato in questo ultimo periodo. - conclude don Luciano Perron - Dobbiamo rinnovare la nostra fiducia nella Chiesa».

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