«Don Ferruccio dal cielo intercedi per il futuro di Casa Betania»

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Riceviamo e pubblichiamo: In questo triste momento in cui un amico, un confidente, un prete con cui abbiamo condiviso gioie, preoccupazioni e dolori, ci lascia per raggiungere il premio eterno, ci sembra bello sottolineare un periodo importante e forse poco conosciuto che ha determinato la nascita di Casa Betania. L'entusiasmo che don Ferruccio ha dimostrato nell'aderire alla proposta di creare una casa famiglia per disabili, lo ha spinto a non arrendersi già sin dalle prime difficoltà ma a proseguire con sollecitudine e determinazione anche sostenuto in primo luogo dalla sua comunità parrocchiale e poi da tante persone di buona volontà che, materialmente e spiritualmente hanno contribuito alla realizzazione di quello che don Ferruccio ha chiamato «scommessa» nel realizzare Casa Betania. Ne può essere testimonianza questo scritto tratto dal libro «Leletta», testimonianze raccolte nel 1996 da don Luigi Maquignaz.

«I nostri rapporti con Leletta d'Isola si sono intensificati verso la fine dell'anno 1992. Leletta ben conosceva la necessità e l'urgenza di avere in Valle una Casa famiglia per ragazzi disabili fisici e psichici perché con lei, noi parlavamo da tempo di questa esigenza e delle pressioni che i loro genitori ci facevano per concretizzare questo progetto che il Centro Volontari della Sofferenza cullava ormai da alcuni anni. Leletta sosteneva e appoggiava l'idea che noi, in qualità di responsabili del Settore adolescenti del C.V.S., ci impegnassimo come famiglia in prima persona e così, a Natale del 1992, si premurò di informarci che le suore Gaetanine avrebbero lasciato Aosta e che la loro casa di Via St. Martin sarebbe stata messa in vendita. "Non perdete questa occasione" ci diceva, "trovate il modo, ma non perdete questa occasione".

Siccome la casa è ubicata nel territorio della parrocchia di Saint-Etienne e in questa parrocchia il gruppo adolescenti del C.V.S. svolge la sua attività fin dal 1986, Leletta ci ha suggerito di informare il parroco (don Ferruccio), proporgli l'acquisto e la ristrutturazione come parrocchia, offrendogli ovviamente, il nostro appoggio sia come famiglia che come gruppo. Don Ferruccio si è dimostrato quasi subito favorevole alla proposta, ma tutto sembrava volerne frenare l'acquisto. Incominciò così per noi un andirivieni tra Aosta e Saint-Pierre per chiedere a Leletta il "sostegno" con le sue preghiere e informarla sulle difficoltà e gli ostacoli, fino a dirle un giorno che l'acquisto era impossibile perché le suore non erano affatto intenzionate a vendere.

Mai Leletta si è scomposta, lei ci diceva "andate avanti, non mollate... anzi! Andate avanti solleciti con l'entusiasmo che Maria aveva mentre andava verso Elisabetta".

Spesso ci era difficile conciliare le parole di Don Ferruccio che a più riprese ci diceva "mi sono informato, non vendono", con le parole di Leletta che ogni volta ci ripeteva "venderanno", alla fine, ha avuto ragione lei... Veramente le suore Gaetanine intendevano vendere e così nel 1994, questo progetto ha preso forma, [...] per accogliere ragazzi disabili fisici e psichici che non hanno più la famiglia ed essere un punto di riferimento per le famiglie che vivono un "handicap" perché lì potranno appoggiarsi nei momenti di temporaneo bisogno oppure per gravi emergenze».

Grazie Don Ferruccio d'aver appoggiato questa proposta e, dal cielo, intercedi per il futuro di questa "casa".

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