Don Angelo Pellissier, Valgrisenche ha salutato il suo parroco «in quota»

Don Angelo Pellissier, Valgrisenche ha salutato il suo parroco «in quota»
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Per festeggiare i suoi 80 anni aveva percorso la ferrata Béthaz-Bovard, che da dietro la chiesa di Valgrisenche conduce alla Becca dell’Aouille. Ben mille metri di parete verticale attrezzata con scalini, maniglie e corde fisse: nulla di impossibile per chi nel corso del suo ministero sacerdotale aveva «frequentato» le cime valdostane, celebrando tantissime volte la Messa in cima al Rutor, ai piedi della Madonnina posata lassù dagli alpini nel 1958.

Nella mattinata di mercoledì scorso, 6 dicembre, dopo diverse settimane di ricovero in ospedale, don Angelo Pellissier, storico parroco di Valgrisenche, se ne è andato per sempre. Era nato a Valtournenche - ed è singolare quindi che la vita di don Angelo Pellissier sia trascorsa nel segno dei 2 paesi che più hanno «dato» al clero valdostano, Valgrisenche e Valtournenche appunto - il 24 giugno 1929 ed era stato ordinato sacerdote il 20 giugno 1952 nella cappella del Seminario maggiore di Aosta da monsignor Maturino Blanchet. Iniziò il suo ministero come viceparroco a Sant'Orso di Aosta, tra l'ottobre 1952 e il settembre 1955, quando venne nominato padre spirituale del piccolo seminario, ministero che esercitò per un anno soltanto in quanto il 6 dicembre del 1956 diventò parroco di Perloz.

Nel 1959 cominciò la sua collaborazione con l'Oftal l'Opera federativa per il trasporto degli ammalati a Lourdes, che portò avanti fino alla fine della sua vita, avendo partecipato ancora quest'anno al pellegrinaggio diocesano come animatore spirituale. Nel 1966 diede le dimissioni dalla parrocchia ed entrò come novizio dai padri bianchi a Gap, in Francia. Nel 1967 partì in Africa come missionario in Burundi dove rimase fino al 1973. Rientrato in Italia e nel presbiterio diocesano, l'1 settembre 1973 monsignor Ovidio Lari lo nominò parroco di Valgrisenche, dove ha esercitato il suo ministero per 40 anni, fino al 10 novembre 2013. E’ rimasto fino a pochi mesi fa molto attivo a Valgrisenche, aiutando l'attuale parroco don Tonino Leonetti. Dal 1987 al 1989 è stato anche parroco di Arvier. Nel 1975 fu nominato primo direttore del Centro missionario diocesano, incarico che mantenne fino al 1991. È stato per un periodo anche delegato del vescovo per la pastorale dei malati e degli anziani. «Il suo zelo pastorale, la sua affabilità e il suo buon umore, nonostante le tante difficoltà di salute, rendono prezioso per tanti il ricordo di don Angelo» si legge in una nota della Diocesi. Che prosegue: «Il suo funerale nel giorno dell'Immacolata può essere interpretato come un regalo della Madonna di Lourdes della quale era grande devoto». La Messa esequiale infatti è stata celebrata dal vescovo Franco Lovignana nella chiesa parrocchiale di Saint-Pierre nel pomeriggio di ieri venerdì 8 dicembre. Don Angelo Pellissier è stato seppellito nel cimitero di Valtournenche.

Di don Angelo rimane nel ricordo di molti il suo amore per le montagne. Nel 2019 per i suoi 90 anni ricevette in regalo un giro in elicottero sopra la sua Valgrisenche per poter vedere tutte le cime dove nel corso del ministero sacerdotale ha celebrato la Messa. E fu particolarmente apprezzata la vista sul Rutor, dove don Angelo è stato 56 volte in veste di alpinista e in 35 occasioni in abiti sacerdotali.

Valgrisenche deve ringraziare proprio don Angelo Pellissier per il suo museo parrocchiale: collocato nella chiesa di san Grato, fu inaugurato sabato 1° novembre 2014 presenti il parroco don Marian Benchea, l’allora sindaco Riccardo Moret e l'architetto che aveva seguito i lavori Sergio Togni. L'idea di rimettere a nuovo il museo era nata da don Angelo Pellissier e i lavori erano iniziati nel 2012 grazie a un finanziamento dell'Assessorato regionale della Cultura, dopo l'approvazione del progetto del 2010. Il luogo dell'esposizione delle opere non era cambiato rispetto al precedente allestimento ma erano state realizzate delle vetrine per conservare le opere e permettere ai visitatori di ammirarle, con un impianto di illuminazione ad hoc e un sistema di allarme per la sicurezza degli oggetti esposti.

Don Angelo Pellissier era apprezzato per la sua schiettezza, le sue straordinarie doti di umanità, di amicizia, semplicità e solidarietà.

In occasione dei festeggiamenti per i suoi 40 anni alla guida della comunità di fedeli di Valgrisenche, nel settembre del 2013, il salone del Vieux Quartier - dove davanti ad oltre 230 commensali don Angelo Pellissier aveva ricevuto anche gli auguri del presidente della Regione Augusto Rollandin - rifletteva il passato del religioso, con un'intera parete tappezzata di fotografie che ripercorrevano la sua vita sacerdotale: sorridente tra la popolazione del Burundi, in Madagascar in compagnia dell'allora vescovo di Aosta monsignor Ovidio Lari, immortalato poi nei suoi viaggi in Croazia nel 1993, a Lourdes nel 2004 e a Canterbury nel 2006. Non mancavano infine gli incontri importanti, quelli con Papa Woytjla nel 1989 e con Benedetto XVI nel 2005.

Nei ricordi brutti del sacerdote, le disgrazie delle valanghe del 1981 e del 1982, un momento bello invece la celebrazione - nel 1993 - del sesto centenario dalla fondazione della parrocchia. Don Angelo ricordava la Valgrisenche dove la vita era dura, con una strada di collegamento con Aosta «che ancora strada non era, e con una diga appena costruita».

Di don Angelo Pellissier erano conosciute le doti di sportivo, tanto che la sua prima ascensione sul Cervino - compiuta in 4 ore - avviene niente meno che sul finire degli anni Quaranta. In questo senso vi è anche una Messa celebrata sempre sulla vetta della Gran Becca nel 1953, mentre nel 1969 è protagonista di una spedizione sul Kilimangiaro assieme ad altri religiosi.

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