Don Alessandro Venturin lascia la guida dell’Unità parrocchiale Lo sostituirà don Sandro Canton

Don Alessandro Venturin lascia la guida dell’Unità parrocchiale Lo sostituirà don Sandro Canton
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Novità in vista per l’Unità parrocchiale di Verrès, Issogne e Arnad. Don Alessandro Venturin - che era parroco a Verrès dal 2018 - sarà infatti sostituito da don Sandro Canton, già missionario in Congo, Brasile, Santo Domingo e per 12 anni nella Repubblica Centrafricana e da ultimo superiore provinciale dei Canonici Laterali Lateranensi, servizio che ha appena concluso.

Ad annunciare l’avvicendamento con una lettera aperta è stato lo stesso parroco uscente don Alessandro Venturin.

«Carissimi parrocchiani, vi raggiungo con poche righe per comunicarvi che, nel Capitolo Provinciale Ordinario di due settimane fa, è stata presa la decisione di trasferirmi da Verrès alla parrocchia di Santa Matilde Regina in Andora Marina, in provincia di Savona. - scrive don Alessandro - Lo faccio prima che “voci” girino senza alcun controllo e perché non vi colgano di sorpresa. Ho atteso affinché fosse il Vescovo di Aosta, per primo, a comunicare questo cambiamento durante l’annuale Assemblea del clero. Al mio posto arriverà don Sandro Canton, che ha concluso il suo servizio come superiore Provinciale della nostra famiglia religiosa in Italia. Entro brevissimo tempo mi trasferirò, perché l’anno pastorale è già iniziato e c’è da prendere conoscenza e contatti con la nuova realtà. Conto di lasciare Verrès subito dopo domenica 13 ottobre, per dare modo al mio confratello di Andora di raggiungere quanto prima la sua nuova destinazione canonicale e pastorale».

«So che certi cambiamenti fanno soffrire; ora avvengono in modo più frequente di un tempo per la scarsità numerica dei confratelli. - prosegue don Alessandro Venturin - È un segno dei tempi che viviamo; però diventa anche un invito a vivere la preghiera per le vocazioni come impegno comunitario e personale. Intanto approfitto di queste poche righe per ringraziare tutti coloro che mi hanno voluto bene, chi mi ha supportato nel mio impegno; ringrazio chi mi ha fatto dono della sua pregevole amicizia. Non lo dimenticherò mai. Sapete che tutto quello che ho fatto, e le provocazioni che posso aver posto in atto, l’ho sempre fatto perché vi volevo bene, non per capriccio personale. Per aiutarvi a crescere. Magari spesso non è stato colto in questo senso. Me ne dispiaccio. Grazie per il vostro affetto e la comprensione».

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