Domizio Villani, si è spento lo chef della Trattoria Toscana
Circondato dall'affetto della sua famiglia, si è spento nella mattinata di giovedì scorso, 13 febbraio, nella sua casa di Neyran, a Brissogne, Domizio Villani, 80 anni, ricordato con amore sulle epigrafi dalle figlie come “chef e babbo”. La sua vita lavorativa Domizio, conosciuto come “Il Toscano”, l'ha passata proprio dietro ai fornelli in un percorso lungo quasi 70 anni.
Nato a Novara nel 1939, Domizio, rimasto orfano di padre, a soli 11 anni si trasferì in Toscana, a Montecatini Terme, alla Scuola Alberghiera La Querceta, un collegio gestito dall'Enaoli, Ente Nazionale Assistenza Orfani Lavoratori Italiani. Dopo alcuni anni di studio per Domizio sono iniziati i primi tirocini in giro per l’Italia e nel 1961, per un periodo di insegnamento, si trasferì alla Scuola Alberghiera di Châtillon, scuola istituita nel 1956 proprio dall'Enaoli con sede nei locali di Villa Panorama. Ed è qui che casualmente, proprio davanti a scuola, ha conosciuto Amedea Brunacci, toscana doc, che da lì a poco sarebbe diventata la sua compagna di vita e che gli avrebbe regalato due figlie meravigliose, Marina e Barbara.
Insieme alla moglie nel 1974 Domizio Villani ha aperto a Saint-Vincent la Trattoria Toscana, in onore della terra natia della moglie e dove si era formato come cuoco. Negli oltre 20 anni della loro gestione, la Trattoria Toscana era diventata meta di tutti coloro che amavano i veri sapori della Toscana raccontati dai piatti dello chef e dall'eleganza e cordialità della signora Amedea.
Terminata questa avventura ricca di soddisfazioni, i coniugi Villani si sono trasferiti ad Aosta per aprire una gastronomia in via Monsignor de Sales prima della meritata pensione. Ma Domizio “Il Toscano” non ha mai smesso i panni da chef continuando a cucinare con amore per la sua famiglia e trasmettendo passione e saperi ai suoi adorati nipoti. I funerali di Domizio Villani, che lascia la moglie Amedea e le figlie Marina e Barbara, si sono svolti nel pomeriggio di ieri, venerdì, nella chiesa parrocchiale di Brissogne.