Diverse voci si alzano a sostegno dell’Istituto storico della Resistenza

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Sulla questione naturalmente non sono mancati interventi e commenti. Area democratica, l’associazione fuoriuscita dal Pd e guidata dagli “ex” Raimondo Donzel e Carmela Fontana e che in Consiglio Valle è rappresentata da Erika Guichardaz, scrive in una nota: “Non è la prima volta che l’assessore del Pd Jean-Pierre Guichardaz si nasconde dietro a questione ‘tecniche’, per giustificare scelte sbagliate: anni fa i tecnicismi hanno portato all’eliminazione del bon chauffage e oggi al ‘rischio’ di un taglio del distacco alla Direzione dell’Istituto storico. Non si capisce poi perché un distacco non autorizzato dalla Sovrintendenza agli Studi debba poi passare, sotto altra forma che non ci risulta essere mai stata utilizzata in passato, alla Presidenza della Regione. Ciò che appare grave e inaccettabile, al di là dei distinguo politici, è il tentativo per nulla tecnico di limitare l’autonomia di questo fondamentale ente di ricerca e divulgazione”.

In una nota la segreteria confederale dei sindacato Savt “esprime forte preoccupazione e disagio per quanto sta accadendo. L’Istituto storico della Resistenza costituisce un enorme valore per la comunità valdostana e svolge una funzione essenziale da un punto di vista storico-scientifico e culturale. Deprivarlo di uno dei due insegnanti finora in distacco significa intaccarne l’organigramma già ridotto ai minimi termini e rischia di pregiudicarne la funzionalità e l’efficienza”.

Interviene pure la Cgil Valle d’Aosta: “già a partire dall’anno scolastico 2015/16 lo stesso Istituto subì il taglio di un distacco e seppur a fatica, con due, ha proseguito il suo prezioso lavoro”. “Una sola risorsa non può essere sufficiente. È necessario investire in ‘risorse docenti’ in questa importantissima realtà di ricerca storico-scientifica (ma anche didattica), della nostra regione”.

"In merito alla vicenda del possibile mancato distacco di una risorsa all'Istituto storico, che si aggiunge a quello eliminato mesi fa alla Maison des Anciens remèdes, spiace prendere atto che uno strumento che per anni fondamentale sia oggi eliminato e spero possa essere riconsiderata la posizione. - afferma dal canto suo Laurent Viérin, in passato assessore all’Istruzione - Abbiamo lavorato per anni al sostegno del mondo culturale valdostano e alle "sociétés savantes" - che rappresentano la linfa della nostra comunità - non solo attraverso il sostegno diretto, ma anche, appunto, in alcune situazioni, attraverso personale distaccato dal mondo della scuola. Questo è stato - e rimane - un valido e fondamentale strumento di aiuto alla sopravvivenza per alcune realtà culturali valdostane. Spero vivamente che questa collaborazione possa continuare e magari anche che possa essere rivista laddove le scelte stanno mettendo in seria difficoltà l'operatività delle realtà culturali, che sono una peculiarità unica del nostro sistema culturale valdostano".

Secondo l’Anpi, in una nota firmata dal presidente Nedo Vinzio, la “decisione è grave perché lede l’autonomia dell’Istituto nell’esercizio della sua attività di ricerca storica e di divulgazione, in momenti delicati come l’attuale, dove tentativi revisionisti, quando non negazionisti, tentano di infiltrare messaggi sbagliati”.

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