Dispersione scolastica, confronto con il Forum delle famiglie
La dispersione scolastica è l'argomento che il Forum delle famiglie della Valle d'Aosta ha deciso di approfondire sul territorio, attraverso il progetto «Accogli». L'iniziativa, finanziata dal Ministero delle Politiche sociali, coinvolge giovani tra i 14 e i 19 anni e le loro famiglie, e un questionario è stato proposto anche agli insegnanti che, in Valle d'Aosta, per il 41 per cento hanno risposto che percepiscono l'allontanamento dei giovani dalla scuola nella stessa misura in cui il fenomeno si verifica nelle altre regioni e per il 36 per cento che sia invece superiore. Il 72 per cento dei 261 docenti che hanno risposto ha avuto almeno 1 alunno che ha lasciato la scuola. «Purtroppo, soprattutto negli anni scorsi - ha commentato la sovrintendente agli Studi Marina Fey, intervenendo all'incontro online di giovedì scorso, 28 gennaio - la Valle d'Aosta aveva un alto numero di studenti che abbandonavano gli studi». Dopo il picco del 19,9 per cento, nel 2014, di giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano, si è passati al 16,1 del 2018 e al 14,7 del 2019, contro la media italiana del 22,2 per cento, grazie ai progetti attivati, come ha confermato anche Nadia Chenal, dirigente dei servizi alla persona e alla famiglia dell'assessorato alla sanità. «Ogni volta che qualcuno si perde è per noi una autentica sconfitta - ha detto nel suo intervento l'assessore regionale all’Istruzione Luciano Caveri - Il tema del progetto è l’educazione alla cittadinanza, una parola piena di diritti e doveri: civismo, senso delle istituzioni, mi interessa molto questo filone per il futuro. La Valle d'Aosta boccheggia, non solo per la crisi economica, ma per la crisi demografica, che sottolinea la necessità di non sprecare nessuno dei nostri giovani». «I giovani sono chiamati in prima linea ad immaginare futuri alternativi - ha detto Silvia Ambroggio, presidente del Forum famiglie regionale - e ad incidere sulle sorti del pianeta e le famiglie a creare reti e legami solidali. Questo progetto ha visto, per 2 anni, 10 famiglie di diverse associazioni, che fanno capo al Forum delle associazioni familiari regionali, impegnarsi nella formazione e confrontarsi nei laboratori che ne sono scaturiti. Sappiamo che l’Università della Valle d’Aosta ha già avviato da qualche anno una riflessione e la professoressa Teresa Grange ha già pubblicato la ricerca scientifica “Dispersione scolastica e successo formativo”. Riteniamo che quest’incontro possa essere un buon punto di partenza per collaborare». La percezione dei docenti è che l'abbandono dipenda soprattutto da fattori culturali e famigliari. «Dispersione non significa abbandonare il percorso scolastico a 15 anni - ha aggiunto Marina Fey - ma usare come criterio le scelte degli amici o la vicinanza a casa della scuola può portare ad un riorientamento. Il lavoro che deve fare la scuola con gli alunni e con le famiglie per scegliere come proseguire gli studi è fondamentale. Ognuno ha la sua strada, il suo percorso. Ci sono competenze diverse, non scuole di serie A o di serie B». «Aiutare i giovani, e anche i bambini, a dare senso alla loro esperienza scolastica - è intervenuta Teresa Grange, docente di Pedagogia sperimentale dell’Università della Valle d’Aosta - per fare in modo che non si spenga l'entusiasmo: questa è la migliore prevenzione. La scuola si fa promotrice di salute in senso lato, non perché tutti abbiano un pezzo di carta, ma perché tutti abbiamo una cittadinanza attiva, un lavoro, e sappiano fare bene le cose».