«Discutibile la scelta di autorizzare quel deposito di pellets a La Thuile»
Il Comune di La Thuile autorizza un “deposito di pellets” in una zona pascolo. Un vero scempio che sta avvenendo ai piedi di un bellissimo bosco, dove le scorse estati, pascolavano tranquillamente le mucche prima di salire agli alpeggi in quota e dove facevano ritorno a fine estate, prima di rientrare nelle stalle.
Il Comune, in barba a tutto ciò che la Regione Valle d’Aosta si sforza di incrementare e tutelare per “conservare” le meraviglie paesaggistiche e naturali, autorizza con procedure “molto discutibili”, impugnate e per ora bloccate dal Tar di Aosta, uno sbancamento multilivello di una importante zona di ben 15.000 metri quadrati, al confine del paese, di abitazioni, di edifici artigianali e di una bellissima passeggiata molto frequentata che conduce a Plan Praz.
L’attività di sbancamento e lo stoccaggio di pellets, non solo rappresenta l’ennesimo scempio ai danni della natura e del territorio, che anziché essere valorizzato e difeso, viene deturpato con tutti i rischi che comporta.
Un deposito a cielo aperto di pellets, un combustibile altamente infiammabile, senza alcuna misura di contenimento, di sicurezza logistica per il bosco adiacente, per gli edifici che si trovano a pochi metri di confine.
Un deposito surreale…, enormi sacchi di plastica depositati nel “ventre” della natura sul terreno, in balia di agenti atmosferici che ne modificano le caratteristiche organolettiche, che al contrario, necessiterebbe di forme di stoccaggio in appositi silos, sopra o sotto terra con caratteristiche ben precise, dettate dalla normativa vigente. In assenza di ciò, questo combustibile si deteriora, sviluppa muffe e funghi che durante la combustione aumentano il suo fattore altamente inquinante.
Le biomasse infatti, a differenza di quanto si creda, rappresentano un combustibile altamente nocivo all’ambiente e alla nostra salute, e che accelera il riscaldamento globale.
Tutti pensano che bruciare le biomasse sia “verde, green, ecocompatibile”, in realtà però le biomasse emettono più carbonio per unità di energia rispetto alla maggior parte dei combustibili fossili, bruciando pellets si libera nell’aria un quantitativo di CO2 superiore dell’1,5 rispetto al vecchio carbone!
Se poi si considera che la Valle d Aosta non è produttrice di pellets e che quindi bisogna farlo arrivare su gomma dalla Francia, Austria o da paesi dell’est con i rischi che tutti noi conosciamo bene, si può concludere che questa biomassa sia tutt’altro che green.
Forse l’Amministrazione comunale non è informata sulle reali condizioni inquinanti di questo combustibile, agevolandone lo stoccaggio e uso non si rende conto dei danni ecologici che provoca al nostro paese .
Un disastro anche visivo-sensoriale, di grande impatto e che appare nella sua totale bruttezza a chi percorre la passeggiata nel bosco, ma anche a coloro che utilizzano la funivia, da cui lo possono vedere nella sua devastante totalità, agli edifici confinanti a cui oscura le meraviglie del paesaggio e rappresenta fonte di grave pericolo.
C’è da augurarsi che la giustizia amministrativa intervenga in modo definitivo nei confronti di questo molteplice danno ecologico e paesaggistico, individuando soluzioni che rispettino e che tutelino non solo l’ambiente ma anche coloro che percorrono centinaia di chilometri per immergersi nella nostra natura per goderne le bellezze in sicurezza!