Disagi al Pont Suaz per il ponte chiuso al traffico oltre un’ora prima del previsto: tra la gente in coda rabbia e qualche insulto

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A volte è sufficiente un fatto negativo per cancellare quanto di buono ha costruito un’ottima organizzazione. E’ quello che è accaduto domenica scorsa, 22 maggio, quando in occasione del passaggio del Giro d’Italia il ponte che scavalca al Dora Baltea e che costituisce il principale collegamento tra Aosta ed i paesi dell’envers è stato chiuso alle 11.30 invece delle 12.45 come indicato nel decreto del Presidente della Regione in quanto Prefetto e in tutte le relative comunicazioni. La giustificazione - “Lo ha deciso l’organizzazione” - che 2 agenti della Polizia hanno dovuto ripetere a centinaia di automobilisti non regge e soprattutto nessuna organizzazione può superare - agli occhi delle autorità competenti - un decreto prefettizio. Si è trattato sicuramente di un errore, o meglio di una confusione tra l’orario delle chiusura del tratto in salita verso Charvensod e il ponte vero e proprio e quindi la conseguente viabilità in direzione Gressan, Jovençan, Aymavilles e Cogne. Un errore che però, pur evidenziato con modi gentili da decine di automobilisti, è stato respinto con la tipica frase di chi non vuole decidere o avere responsabilità: «Abbiamo ricevuto un ordine». Che poi l’ordine fosse sbagliato e che a centinaia di persone sia stato impedito di raggiungere le proprie case poco importa, quando sarebbe bastata una verifica per comprendere che il ponte si doveva chiudere come indicato alle 12.45. Invece l’arresto totale del traffico ben 45 minuti prima addirittura della partenza della tappa da Rivarolo Canavese è sembrato uno scherzo a chi chiedeva lumi e che spiegava ai 2 poliziotti che la tappa non era neppure partita e che quindi chiudere il ponte non era necessario. Per 1 ora i 2 agenti di Polizia hanno resistito stoicamente senza chiedere spiegazioni, nel loro “Abbiamo ricevuto un ordine”, senza porsi una domanda, senza ascoltare le indicazioni degli automobilisti. Così al Pont Suaz si sono incrociati le mamme con i bambini piccoli, gli anziani che erano andati a fare la spesa e che sapevano di dovere rientrare prima delle 12.45, gli invitati e i protagonisti dei pranzi per le comunioni e le cresime che non hanno potuto raggiungere i ristoranti sull’altra riva, i supporters del ciclismo che volevano salire a Cogne o a Les Fleurs e tanti, tantissimi altri. Tutti fermi e tutti informati che la strada sarebbe stata chiusa dalle 12.45, dirottati non si sa dove, perché altre strade non ne esistono.

Poi alle 12.30 puntuali rispetto alla tabella originaria delle chiusure sono arrivati i vigili urbani di Aosta, che si sono trovati a dovere gestire la situazione, con auto e mezzi vari che arrivavano da ogni lato. A differenza però di chi li aveva preceduti hanno usato il buon senso e così hanno lasciato passare per alcuni minuti chi doveva raggiungere l’envers e che era fermo da un’ora in attesa di capire dove stava l’imbroglio. Un peccato perché in tanti non l’hanno presa bene e gli insulti non sono mancati, d’altronde la maggior parte si era bene informata sugli orari e quindi è rimasta male per una chiusura non prevista. Altri hanno osservato e gli spunti divertenti non sono mancati, tanto che un ragazzo olandese alla guida di un pulmino che doveva raggiungere Cogne con dei clienti ha esclamato “Here is very funny”.

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