Dimezzate le sessioni di donazione a Donnas L’Avis: “Si rischia di vanificare il lavoro di anni”
«La comunicazione ricevuta da parte dell’Usl sulla riduzione delle attività di donazione nella sede di Donnas ci preoccupa seriamente in quanto il calendario delle attività di prelievo 2023 di fatto si dimezza e rischiamo di vanificare l’intenso lavoro di promozione che l’Avis Pont- Saint-Martin organizza ogni anno per il reclutamento di nuovi donatori». A lanciare il grido d’allarme è Stefano Brunod, presidente dell’Avis di Pont-Saint-Martin, a seguito della notizia che l’attività di donazione del sangue a Donnas - unico centro di donazione attualmente ancora attivo in Bassa Valle dopo la chiusura di quello di Verrès - non sarà più settimanale a partire dal prossimo mese di maggio. Il motivo: la carenza di personale medico. Proprio a questo proposito, i volontari dell’Avis hanno omaggiato nella mattinata di giovedì scorso, 20 aprile, la dottoressa Ombretta Vineis, che ha terminato il suo percorso lavorativo e andrà in pensione. «Siamo tra le Avis comunali maggiormente attive sul territorio per la promozione. - prosegue Stefano Brunod - Quest’anno, oltre alla consueta passeggiata della salute a Machaby appena svolta, il concorso fotografico in uscita a maggio e la festa del donatore a ottobre, abbiamo ripreso la promozione nelle scuole primarie del territorio con interventi da Hône a Borgofranco. Infatti, essendo Pont-Saint-Martin sezione di confine, riusciamo ad essere attrattivi anche nel Canavese. La nostra associazione conta 406 donatori effettivi e dall’inizio dell’anno abbiamo già reclutato 13 aspiranti donatori sui 40 che ogni anno ci prefiggiamo di trovare per dare ricambio a chi smette di donare per salute o età». «In questo momento - entra nel dettaglio Stefano Brunod - ogni donatore di Pont dona un po’ meno di una volta e mezza all’anno (indice di donazione 1,32) ma con la riduzione dei giorni di prelievo questo numero si ridurrà ulteriormente, anche perché andare ad Aosta richiede più tempo e uno spostamento più lungo e non tutti lo possono fare. Il donatore va fidelizzato e chiamato con cadenza periodica altrimenti se non si sente valorizzato nel suo gesto e smette di donare. Speriamo che la situazione di carenza di medici si possa risolvere in tempi brevi ma purtroppo ci crediamo poco».