“Didattica in presenza per alunni con bisogni educativi speciali, disattese in alcune scuole le condizioni per la sua applicazione”

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I sindacati Savt Ecole e Snals Confsal puntano l’attenzione sulla didattica per gli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. In una nota congiunta, mettono in evidenza le problematiche nel rispettare la normativa che vorrebbe lezioni in presenza per questa tipologia di alunni.

«Il decreto legge numero 44 di giovedì scorso, 1° aprile, stabilisce che anche nelle scuole medie e superiori delle zone rosse va garantita la didattica in presenza agli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali (Bes), mentre il resto della classe deve usufruire della didattica digitale integrata. - si legge nel comunicato - Si tratta di un’indicazione certamente condivisibile, perché attenta alle esigenze di chi deve affrontare maggiori difficoltà nel percorso scolastico, ma la sua applicazione richiede delle condizioni che, in base alle segnalazioni ricevute, paiono disattese in alcune istituzioni scolastiche. Garantire contestualmente la didattica in presenza ai Bes e la didattica a distanza agli studenti a casa richiede, infatti, un’organizzazione del personale docente che deve essere stabilita nel rispetto delle competenze del Collegio dei docenti. Spetta, infatti, ai docenti, non ai dirigenti scolastici, indicare nel Piano dell’Offerta Formativa (Pof) le modalità che consentano di svolgere una didattica realmente efficace: ammettere a lezione gli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali senza garantire adeguate risorse di personale significa rispettare la norma solo formalmente, perché risulta oggettivamente impossibile a un solo docente assicurare due o più tipi di didattica a persone diverse nel medesimo tempo».

«A tal proposito, - prosegue la nota dei sindacati Savt e Snals - si ricorda che per i Bes non è previsto l’insegnante di sostegno, ma la didattica specifica va organizzata in base alle risorse umane e finanziarie effettivamente disponibili. Per questo motivo, risulta indispensabile che i Collegi dei docenti e i Consigli di classe abbiano studiato la necessaria organizzazione didattica prima di accogliere gli studenti in presenza. In caso contrario, qualora i dirigenti scolastici imponessero ai docenti di accogliere gli studenti senza effettivamente poter garantir loro l’adeguata didattica, risulterebbero, da un lato, aver omesso il loro dovere di convocare il Collegio dei docenti per adeguare il Pof e, dall’altro, aver imposto ai docenti un compito che andava oltre i limiti previsti dalla norma (in questo caso, sempre il Pof, carta fondante dell’autonomia dell’Istituzione scolastica)».

«Un’ultima constatazione riguarda, infine, la posizione della Regione Valle d’Aosta in merito. - concludono i sindacati Savt e Snals - Da un lato ci sono delle precise indicazioni della Sovrintendenza che, in linea con il Ministero, ribadisce l’importanza di garantire un’effettiva inclusione accogliendo a scuola, in presenza, anche gruppi di alunni senza bisogni educativi speciali. Dall’altra parte vige un’Ordinanza del Presidente che non prevede con chiarezza questo proposito, generando confusione tra gli insegnanti che devono organizzare il lavoro quotidiano. Per questo sarebbe auspicabile, da parte della Regione, l’adozione di atti più coerenti».

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