Diabete, una campagna per conoscere le tecnologie di cura
In Italia c’è un’epidemia di cui si parla poco anche se i dati fanno registrare ogni anno un aumento costante: è quella del diabete. Alla crescita dei casi si accompagna una scarsa conoscenza della malattia, ancora troppo spesso associata - erroneamente - solo alle persone anziane. Ecco perché è necessario informare il più possibile la popolazione sul tema. In occasione della Giornata mondiale del Diabete - che ricorre il 14 novembre - l'Associazione Diabetici Valle d'Aosta, con il sostegno del Consiglio Valle, propone quindi la campagna di sensibilizzazione "Diabete Presìdi, a ognuno il suo" con l'obiettivo di promuovere la conoscenza sulle diverse tecnologie di monitoraggio e cura di questa malattia cronica. La giornata clou sarà sabato prossimo, 13 novembre, con la conferenza "Il diabete, la nutrizione e le tecnologie di cura" che si terrà alle 16.30 alla Cittadella dei Giovani di Aosta: ne parleranno il direttore della Struttura di medicina interna Giulio Doveri, la specialista in medicina interna Emma Lillaz e la specialista in dietologia e nutrizione Monica Paderi. A seguire saranno effettuati controlli gratuiti per la misurazione della glicemia e della pressione arteriosa.
«La diffusione del diabete è in costante aumento tanto che si parla di epidemia. - spiega la presidente dell’Associazione Diabetici Valle d'Aosta Antonella Ielasi, già nel 2019 protagonista di una campagna di informazione in cui appariva in posa con il corpo trafitto da siringhe e lo slogan “queste sono le iniezioni che devo fare in un mese” - A livello italiano i dati indicano una prevalenza di circa il 5,5 per cento rispetto alla popolazione generale, pari ad oltre 3 milioni di persone. In Valle d’Aosta il numero di coloro che hanno l’esenzione dal ticket sono tra le 6mila e le 7mila, di cui 650 diabetici di tipo 1 tra adulti e bambini. Nel 1997 le persone con l’esenzione erano 2.200. Questo dato conferma che in Valle, ogni anno, sono circa 200 le nuove diagnosi di diabete».
Come è cambiato nel tempo il modo di convivere con la malattia? «Di anno in anno la qualità di vita della persona diabetica migliora. - risponde Antonella Ielasi - Questo perché la tecnologia è in continua evoluzione e la ricerca fa passi da gigante. A me è stato diagnosticato il diabete mellito di tipo 1 due anni fa e, posso dire che ho già visto cambiare molte cose. Ad esempio, in commercio esistono dei microinfusori che vengono chiamati "pancreas artificiali". Questo perché sono composti da un sensore che legge la glicemia in continuo e da un microinfusore che infonde insulina attraverso il tessuto sottocutaneo. I 2 "comunicano" tra di loro e un algoritmo “dirige” il dispositivo. Ovviamente anche con un microinfusore di questo tipo, sia il medico che il paziente, devono intervenire nella gestione quotidiana della malattia. Grazie a dispositivi come questo, ai sensori per la misurazione continua della glicemia, ai glucometri per la misurazione capillare sempre più precisi e affidabili e grazie anche a ipoglicemizzanti che vengono assunti per via orale, la persona affetta da diabete riesce a condurre una vita quasi normale diminuendo di conseguenza il rischio di complicanze future».
«Con il progetto Dia[BE]logue 2021 vogliamo continuare a far conoscere la malattia diabetica, che è sottovalutata. - prosegue la presidente Antonella Ielasi - Purtroppo quasi tutti conoscono il “diabete della nonna”, che si cura con la pastiglietta o il diabete che viene per un'alimentazione scorretta. La malattia diabetica è molto di più. Ve ne sono varie tipologie e intendiamo abbattere questo muro e far conoscere la patologia anche oltre le credenze comuni. In particolare quest'anno vogliamo concentrarci sui presìdi, ovvero quei dispositivi tecnologici che servono a gestire in modo corretto la glicemia. Come abbiamo scritto anche sui manifesti, “A ognuno il suo”. Questo perché ogni paziente è diverso, ogni persona è differente fisiologicamente, per stile di vita, età, eccetera. Quindi, così come viene fatto per altre malattie, pure in questo caso la cura deve essere tagliata “su misura” in base alle necessità del paziente».
La campagna si realizzerà attraverso manifesti, locandine e pubblicità oltre che sulle piattaforme social. Protagonisti sono 4 valdostani di varie età che indossano i dispositivi per il monitoraggio del diabete: Morgana Magot, classe 2006, di Nus, con un microinfusore senza catetere (e sull’altro braccio, non visibile, un sensore per la rilevazione della glicemia); la 39enne Alessandra Bartolucci di Saint-Vincent con un sensore per la glicemia che comunica con il microinfusore che ha attaccato alla gonna e un microinfusore con catetere; Walter Bartolucci - papà di Alessandra - che ha il diabete mellito di tipo 2 mentre la figlia ha il diabete di tipo 1 insulinodipendente: lui gestisce la malattia da circa 10 anni grazie a un glucometro; infine Christian Liporace, classe 1983, di Fénis, diabetico di tipo 1 dal 2018 che nella campagna compare con applicato sul braccio un sensore per la rilevazione della glicemia.