Delitto di Cogne, una ferita ancora aperta dopo vent’anni
Domani, domenica 30 gennaio, saranno 20 anni esatti dalla morte di Samuele Lorenzi, il bambino di 3 anni ucciso a Cogne nel 2002 dalla madre Annamaria Franzoni. Quello che fu immediatamente battezzato sulle prime pagine di tutti i giornali come “Il delitto di Cogne” divenne subito un caso mediatico di proporzioni inaudite, che spaccò letteralmente in 2 l’opinione pubblica italiana tra innocentisti e colpevolisti e di cui parlò tutto il mondo. Un episodio di cronaca nera che continua a suscitare interesse, tanto che a esso è dedicato il documentario in 2 puntate intitolato “Il delitto di Cogne”, una nuova produzione originale Crime+Investigation, in prima tv assoluta domani, domenica 30, e lunedì 31 gennaio, alle 22.55, sul canale 119 di Sky. Nel docufilm si cerca di rispondere ai tanti dubbi che ancora rimangono su un fatto che sconvolse la Valle d’Aosta e l’Italia intera, ripercorrendo ciò che accadde anche con le testimonianze dell’allora procuratore capo di Aosta Maria del Savio Bonaudio e di Carlo Taormina, l’avvocato che difese per un periodo Annamaria Franzoni.
Un delitto racchiuso in soli 8 minuti: tra le 8.16, quando Annamaria Franzoni uscì di casa con l’altro figlio Davide, e le 8.24, orario in cui dice di essere rientrata. In mezzo, il mistero alimentato anche dal fatto che l’arma del delitto non fu mai trovata. L’autopsia stabilì che al piccolo Samuele furono sferrati 17 di colpi, probabilmente con un utensile in rame, forse un piccolo mestolo. La Corte di Cassazione ha riconosciuto colpevole la madre condannandola in via definitiva a 16 anni. Annamaria Franzoni nel novembre 2018 ha riacquistato la libertà. La donna, con il marito Stefano Lorenzi, è tornata nella villetta teatro del delitto a Montroz in occasione dello scorso Capodanno e qui la coppia ha trascorso 3 giorni .
Ma gli abitanti di Cogne come si accingono a vivere questo tragico anniversario? Il clima è reso bene dalle poche parole del sindaco Franco Allera che, interpellato per un commento, risponde seccamente: «Non ho assolutamente nulla da dire. È una storia ormai vecchia e mi dispiace che anche dei giornali locali la vogliano rivangare». Insomma, l’omicidio del piccolo Samuele è una ferita ancora aperta a Cogne che vorrebbe dimenticare quel delitto a cui il suo nome è stato associato per 20 anni.