Delitto Betemps: l'unico indagato si è suicidato La Procura chiede l'archiviazione del caso

Delitto Betemps: l'unico indagato si è suicidato La Procura chiede l'archiviazione del caso
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La Procura di Aosta ha chiesto al Giudice delle indagini preliminari l'archiviazione "per decesso del reo" del fascicolo relativo all'omicidio di Pino Bétemps, trovato morto a 72 anni nella cantina della propria abitazione a Sorreley di Saint-Christophe.

Il corpo era stato rinvenuto il 19 ottobre 2021, con una corda intorno al collo e con i segni di percosse e strangolamento.

L'unico indagato, Agnesi Saia, si era ucciso in casa, a 62 anni, nell'agosto del 2022. In un biglietto esaminato dalla polizia, l'uomo aveva descritto il proprio disagio legato ai debiti accumulati che avevano portato alla vendita all'asta della sua abitazione.

Piccolo impresario edile, Agnesi Saia abitava a poche centinaia di metri da Pino Bétemps.

Nel procedimento penale l'impresario era difeso dall'avvocato Stefano Moniotto. Alla base dell'omicidio, per gli investigatori, ci sarebbe stato un movente economico. L'inchiesta è stata coordinata dal pm Giovanni Roteglia. Gli inquirenti sono convinti che Pino Bétemps si stato assassinato per 2.000 euro.

Nella casa della vittima sono state trovate nascoste alcune buste postali provenienti da una banca, contenenti somme comprese tra i 500 e i 1.000 euro. Proprio il lembo di una di queste buste è stato rinvenuto sul luogo del delitto, facendo ritenere agli inquirenti che chi ha ucciso Pino Bétemps si sia impossessato del denaro. Solo 3 giorni dopo la scoperta del cadavere, in base alle indagini, Agnesi Saia, che era molto indebitato, aveva effettuato una spesa pagando con 2.000 euro in contanti, somma secondo la Procura sottratta alla vittima. Un testimone ha inoltre riferito di averlo visto uscire dalla casa di Pino Bétemps con indumenti di colore scuro, indossando un cappello e degli occhiali, in un arco temporale compatibile con la data della morte, avvenuta circa una settimana prima del ritrovamento del corpo.

In una intercettazione ambientale nella sua automobile, Agnesi Saia, in un soliloquio, dice: «Sì ho fatto una brutta cosa, ma si dice fai un sacrificio per avere la fortuna... non l’ho fatto per niente, ha cominciato lui che mi ha spinto.. .però sono andato anche con le mie buone intenzioni, comunque è finita lì, lì dentro». Secondo gli inquirenti, «Non l’ho fatto per niente» sta a indicare la somma di denaro sottratta.

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