Delitto Bétemps, il vicino di casa indagato respinge tutte le accuse

Delitto Bétemps, il vicino di casa indagato respinge tutte le accuse
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L’avvocato aostano Stefano Moniotto, che difende Agnesi Saia, il 62enne vicino di casa di Giuseppe “Pino” Bétemps, 72 anni, ucciso 8 mesi fa nella sua abitazione a Saint-Christophe, dichiara che «Il mio assistito è totalmente estraneo ai fatti che gli sono contestati e per questo motivo è sereno, dato che è sicuro che la sua innocenza sarà facilmente provata». Agnesi Saia è stato iscritto negli registro degli indagati «Ma si tratta di un atto dovuto - spiega l’avvocato Stefano Moniotto - per compiere gli accertamenti da parte degli inquirenti». All’uomo, un piccolo impresario edile che abita a Sorreley, gli agenti della Squadra Mobile a cui sono affidate le indagini hanno sequestrato il telefono cellulare, una scarpa e uno scarpone. Ora le suole saranno confrontate con le impronte rinvenute sul luogo del delitto. Inoltre sulla la tomaia delle calzature vi sono molteplici macchioline a spruzzo. Se si tratti di schizzi di sangue, di fango o di altro lo si saprà entro 60 giorni, termine ultimo per consegnare le conclusioni dell'accertamento tecnico irripetibile, disposto dalla Procura di Aosta, che si è svolto a Torino. Un primo esame con il Luminol, sostanza utilizzata dagli investigatori per evidenziare tracce ematiche, non ha confermato la presenza di sangue. Agnesi Saia sostiene che siano macchie di fango e di olio, dato che ha usato quelle scarpe in giardino. La difesa dell'indagato ha nominato come perito il genetista torinese Marzio Capra - noto per la consulenza prestata nel processo sulla morte di Yara Gambirasio -, mentre il pm Giovanni Roteglia si affida al Gabinetto interregionale di Polizia scientifica del capoluogo piemontese. «Il mio cliente si è sottoposto spontaneamente al prelievo del Dna - sottolinea l’avvocato Stefano Moniotto - senza richiedere la presenza di un legale, tutto ciò a maggior riprova che ha la coscienza tranquilla». Finora, nello scantinato dove è stato scoperto il corpo privo di vita di Pino Bétemps che aveva numerose fratture, ferite e un cappio intorno al collo, non sono state rilevate tracce di Dna diverso da quello della vittima. Ma impronte sì - descritte come «Perfettamente nitide» - rimaste sul pavimento appena ripulito dal sangue. Durante la perquisizione dell'abitazione di Giuseppe Betemps erano stati trovati anche 1.500 euro in contanti. Da qui l’ipotesi che l’autore, o gli autori, del delitto cercasse dei soldi. Insomma, l’ipotesi più accreditata per il movente è quella di una rapina finita male. L'allarme era stato dato dai vicini di casa che erano intervenuti a prestare soccorso al fratello della vittima, Franco, 68 anni, ora ricoverato in una struttura per anziani. L'uomo, disabile, era stato trovato privo di sensi, infreddolito e denutrito, sulla porta di casa. Solo successivamente era stato scoperto in cantina il cadavere di Giuseppe Bétemps.

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